STORIE | “Giove, Nettuno e Plutone”, il dipinto alchemico di Caravaggio

Pubblicato: Sabato, 30 Gennaio 2021 - Giulia Bertotto

ROMA (attualità) - L'opera si trova a Villa Ludovisi, in una sorta di laboratorio o distilleria dove il sofisticato cardinale studiava e lavorava al perfezionamento materiale e spirituale

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“Giove, Nettuno e Plutone” è l'unico dipinto a muro di Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come Caravaggio. Un'opera unica perché murale e nel suo contenuto “magico”.

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Il pittore ha eseguito il dipinto nel 1527 su commissione del cardinale Francesco Maria del Monte, in una sala dove l'ecclesiastico si dedicava all'alchimia, l'antica arte esoterica della trasmutazione del metallo in oro, esercizio di elevazione da uno stato di esistenza basso ad uno stato di vita consapevole e luminosa.

L'opera si trova a Villa Ludovisi, in una sorta di laboratorio o distilleria dove il sofisticato cardinale studiava e lavorava al perfezionamento materiale e spirituale.

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Per questo il tema del dipinto, riportato in forma astronomica, è quello della trasmutazione alchemica. Caravaggio dipinse la triade del medico e astrologo Paracelso sotto forma di divinità planetarie: il dio Giove come allegoria dell'aria e dello zolfo, il dio Nettuno del mercurio e dell'acqua e il dio Plutone in rappresentanza del sale e della terra.

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Ciascuno legato allo stato gassoso, solido e liquido. Oltre alle tre figure mitologiche una splendida sfera celeste adornata di segni zodiacaliche la circondano come una cinta di stelle. Notiamo che Giove ha i genitali coperti, Nettuno solo in parte e Plutone ha invece il fallo in vista, forse a impersonare il seme maschile che feconda la pienezza dell'universo.

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I tre dei sono autoritratti di Caravaggio che utilizzò un grande specchio posato sul pavimento per autodipingersi. Il tre, cifra della trinità spirituale torna in diversi soggetti, sono tre gli animali per le tre divinità: l'aquila, il cavallo marino e Cerbero, cane mastino a tre teste, animalificazioni dei loro tre poteri.

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La filosofia che si cela nel dipinto è quella del passaggio da nigredo, “Opera al nero” all'albedo, “Opera al bianco”: all'“Opera al giallo” fino alla rubedo, “Opera al rosso”. Si tratta di fasi di purificazione dell'anima e del corpo dell'individuo.

Il globo luminoso al centro simboleggia proprio l'unione tra sole e luna, maschile e femminile, la congiunzione degli opposti nella totalità cosmica del cerchio. Una curiosità: Caravaggio, era solito portare sempre il suo cane con se. Sappiamo che il  cane di Caravaggio era nero, il fedele Cornacchia.

Foto dal sito www.arteindisparte.it

 

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