Save the Children: "In Italia 'smottamento demografico': bambini in calo e crescita povertà educativa"
Pubblicato: Martedì, 17 Novembre 2020 - redazione attualitàROMA (attualità) - Quasi uno studente al 2 anno delle superiori su 4 (24%) già prima del Covid non raggiungeva le competenze minime in matematica e in italiano
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Uno scenario preoccupante. In Italia cala il numero dei bambini e cresce la povertà educativa, come conseguenza della crisi legata al Covid. E' quanto emerge dal nuovo Atlante dell'infanzia a rischio "Con gli occhi delle bambine" diffuso a pochi giorni dalla Giornata mondiale dell'Infanzia e dell'Adolescenza da Save the Children.
I dati mostrano un calo dei nuovi nati, confermando un continuo smottamento demografico: negli ultimi dieci anni abbiamo perso oltre 385 mila minori, che oggi rappresentano il 16% del totale della popolazione mentre l'incidenza degli 0-14enni è la più bassa tra i Paesi dell'Ue (13,2% contro il 20,5% della capofila Irlanda).
L'aumento della poverta' educativa come conseguenza della crisi legata al Covid-19 - denuncia Save the Children - rischia concretamente di tradursi nella perdita di apprendimenti e competenze educative, nell'incremento della dispersione scolastica così come del numero di giovani tagliati fuori da percorsi di studio, di formazione o lavorativi, tutti fenomeni già ben presenti prima dell'arrivo del virus. Basti pensare alla possibilità di frequentare un asilo nido o un servizio per la prima infanzia, che in Italia resta un privilegio per pochi: nell'anno scolastico 2018/2019 solo il 13,2% dei bambini ha accesso a servizi pubblici offerti dai Comuni con divari territoriali enormi.
Ma anche nel percorso di crescita, gli indicatori di povertà educativa confermano una situazione grave già prima dell'emergenza: nel nostro Paese quasi uno studente al 2 anno delle superiori su 4 (24%) non raggiungeva le competenze minime in matematica e in italiano, il 13,5% abbandonava la scuola prima del tempo e più di 1 su 5 (22,2%) andava ad incrementare l'esercito dei NEET, cioè di coloro che non studiano, non lavorano e non investono nella formazione professionale.
Anche al di fuori della scuola, le opportunità di crescita culturale, emozionale, creativa, di svago e di movimento che possono permettere ai bambini e agli adolescenti di sviluppare pienamente la propria personalità sembravano essere molto basse: nel 2018-2019, il 48% dei minori tra i 6 e i 17 anni non leggeva neanche un libro extrascolastico all'anno, circa 2 su 3 non andavano mai a teatro o a visitare un monumento, neanche quando le restrizioni anti-Covid non erano ancora realtà; e piu' di 1 bambino o adolescente su 5 (22,4%) tra i 3 e i 17 anni non praticava alcuna attivita' sportiva prima dell'arrivo del Coronavirus.
Già prima della pandemia, nel nostro Paese, 1 milione 137 mila minori (l'11,4% del totale) si trovavano in condizioni di povertà assoluta, senza avere cioè lo stretto necessario per condurre una vita dignitosa. Un dato in calo rispetto al 12,6% del 2018, ma che tuttavia rischia di subire una nuova impennata proprio per gli effetti del Covid-19, se non saranno messi subito in campo interventi organici per prevenire una crescita esponenziale come quella avvenuta a seguito della crisi economica del 2008, quando la percentuale di povertà assoluta minorile e' quadruplicata in un decennio (era il 3,1% nel 2007).
Gli effetti della pandemia sul futuro dei minori in Italia rischiano di essere ancor più pesanti sulle bambine e sulle ragazze, che già scontano in prima persona un gap con i coetanei maschi che affonda le proprie radici proprio nell'infanzia. Un divario di genere, alimentato da diseguaglianze sistematiche e ampiamente diffuse nel nostro Paese, che non accenna a ridursi, nonostante bambine e ragazze siano piu' brave dei loro coetanei a scuola, abbiano meno bocciature e abbandoni scolastici, si mostrino piu' resilienti e cooperative, abbiano competenze maggiori in lettura e in italiano e arrivino a laurearsi molto piu' dei ragazzi.