STORIE - Sant'Oreste e i popoli che camminavano sui carboni ardenti

Pubblicato: Sabato, 10 Ottobre 2020 - Giulia Bertotto

SANT'ORESTE (attualità) - I suoi abitanti, i santorestesi sono oggi 3649. Prima che l'antico paese, abitato fin dal neolitico, venisse sottomesso dai romani, era incluso nel territorio dei capenati

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Il borgo di Sant'Oreste sorge su una collina ai piedi del Monte Soratte, tra pianure coltivate a uliveti e rilassanti distese verdeggianti. I suoi abitanti, i santorestesi sono oggi 3649.

Prima che l'antico paese, abitato fin dal neolitico, venisse sottomesso dai romani, era incluso nel territorio dei capenati. Che fu abitato fin da epoche lontanissime lo testimonia lo straordinario ritrovamento di un vaso che serviva a raccogliere la preziosa acqua che gocciava da una stalattite.

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I capenati erano un antico popolo della Valle del Tevere. La loro lingua aveva influenze latine e contaminazioni etrusche. Adoravano il dio Soranus, che divenne poi Apollo, invocandolo proprio sulla vetta del Monte Soratte. Lo scrittore e governatore Plinio riferisce che in sacrificio per questo dio si usava camminare sui carboni ardenti, rituale di superamento dei propri limiti fisici e delle paure psichiche, ma anche di ringraziamento alla divinità, che ha origini geografiche lontane e remote nel tempo. La pirobazia trova infatti le sue radici religiose e folkloristiche in paesi come l'India e le Mauritius, ma anche Giappone e Bulgaria. L'antropologo inglese James Frazer studiò molto il fenomeno e gli dedicò diverse pagine. Secondo lui il calore del fuoco serviva ad invocare il sole della stagione estiva, fondamentale per i raccolti e l'abbondanza di cibo. Tuttavia le ragioni che spingono a questo tipo di pratica cerimoniale sono diverse nel mondo.

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Ma torniamo ai capenati. Quando questo popolo venne piegato e sconfitto dai romani, i loro possedimenti tra cui sant'Oreste, furono ceduti alla tribù Stellatina, una delle suddivisioni romane rurali. Sul territorio vennero costruite diverse prestigiose ville dotate di pareti affrescate, mosaici, impianti termali.

Nel Medioevo Papa Silvestro I si sarebbe rifugiato sul Monte Soratte per sfuggire alle persecuzioni di Costantino I. Così nel VI secolo vene costruito un monastero per onorare la trascorsa presenza del pontefice. Nella prima metà dello stesso secolo vi sarebbe passato San Nonnoso, celebre per i suoi tre miracoli. Nel Cinquecento Sant'Oreste vide un rilevante arricchimento architettonico.

Il maestro di palazzo Carlomanno entrò in possesso del monastero di San Silvestro, e tra i possedimenti menzionati in un'opera (il Chronicon di Beneetto di Sant'Andrea), vi era il nome Sant'Edisto martire che nel tempo divenne San'Oreste, nome del paese.

Oggi, a soli 45 km da Roma, le attrazioni da non perdere sono il Monte Soratte e la riserva naturale, il bunker del Monte Soratte, con le sue gallerie del 1937, costruite per volere di Benito Mussolini, all’interno della montagna, le quali erano progettate come rifugio antiaereo per le alte cariche dell’Esercito Italiano, pur sotto la funzione ufficiale di fabbrica di armi, e naturalmente il centro storico del comune di Sant'Oreste.banner Mamilio 2

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