Quali sono le direttive comunali in materia di abbattimento delle barriere architettoniche a Roma?

Pubblicato: Venerdì, 11 Settembre 2020 - redazione attualità

montascale ilmamilioROMA (attualità) - Una tematica che interessa centinaia di migliaia di cittadini

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L’impegno della città di Roma nel migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità è sempre costante e crescente, lo dimostra ad esempio il fatto che il comune, ai sensi della Legge n. 13/89, da tempo provvede all’erogazione di contributi a fondo perduto concessi dalla regione Lazio e da Roma Capitale allo scopo di contribuire all’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati.

Tali contributi possono essere richiesti per lavori di eliminazione e superamento di ostacoli e impedimenti che creano difficoltà di accesso o di fruibilità di un immobile. Un esempio di lavori volti a questo scopo, realizzabili grazie ai contributi, è l'installazione di montascale a Roma in edifici sia pubblici che privati.

La richiesta per poter usufruire di tali contributi può essere effettuata direttamente dal portatore di handicap o da chi ne esercita la potestà o tutela nonché, nel caso di edificio condominiale, dall’amministratore dell’immobile nel quale la persona con disabilità ha residenza o domicilio stabile ed abituale.

In generale poi, la Giunta Capitolina ha recentemente dato il via ad una serie di interventi mirati e innovativi con lo scopo di apportare cambiamenti realmente incisivi per rendere spazi ed edifici sia privati che pubblici accessibili e visitabili da persone con limitazioni o disabilità sia a livello motorio che sensoriale.

La Giunta ha difatti approvato una nuova metodologia operativa volta alla realizzazione dei Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (detti anche P.E.B.A.) grazie ai quali sarà possibile effettuare una mappatura degli interventi necessari nelle diverse zone della capitale, sia per quanto riguarda l’accessibilità e quindi la visitabilità degli spazi di interesse pubblico che gli edifici di proprietà di Roma, includendo anche nuove costruzioni.

La messa in atto di tale nuova metodologia è il risultato della collaborazione di un gruppo di lavoro interdipartimentale, di cui fanno parte, tra i tanti, la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, il Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica, Dipartimento Trasformazione Digitale, ecc.

A cominciare, con un progetto pilota, sarà il XII municipio, dove verranno presi in esame sia immobili pubblici che spazi urbani, poi via via si attiveranno allo stesso modo anche altri municipi che dovranno tutti mettere a punto un proprio P.E.B.A. che preveda una lista degli interventi prioritari che verranno attuati.

Per l’assegnazione dello status di intervento prioritario ai progetti volti a garantire l’eliminazione delle barriere architettoniche e la piena accessibilità ad edifici e attrezzature si fa riferimento al 21° comma dell’art. 3, legge 28 febbraio 1986, n°41. In base a ciò vengono considerati prioritari i progetti che:

  • Forniscono servizi di livello provinciale e comunale;
  • Forniscono più servizi, in maniera integrata;
  • Garantiscono servizi rivolti in particolare a disabili e anziani;
  • Prevedono la partecipazione attiva dei cittadini, specialmente disabili e anziani.

La priorità viene pertanto assegnata a interventi di adeguamento e fruizione che riguardano edifici scolastici, socio-sanitari e di formazione tecnica e professionale, seguiti da quelli destinati alla valorizzazione della cultura e della vita associativa.

L'impegno per l'abbattimento delle barriere architettoniche si declina in molti modi differenti; infatti, gli uffici municipali incaricati di organizzare e coordinare gli interventi saranno inoltre responsabili dei corsi di formazione rivolti a tecnici e delle convenzioni per la “progettazione inclusiva” insieme ai Dipartimenti di Ingegneria e di Architettura.

Verrà inoltre istituito un osservatorio permanente sui P.E.B.A. che si occuperà di incentivare, presentare e successivamente valutare i vari progetti che riguarderanno l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Quella che si sta mettendo in atto è una metodologia efficace e mirata che costituisce un contributo fondamentale nello sforzo per l’eliminazione delle barriere architettoniche, in quanto permette di intervenire su un’ampia varietà di edifici di uso pubblico, in primis uffici e scuole ma non solo, anche aree verdi, musei, mercati e così via.

Molto si sta facendo al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in piena autonomia e di partecipare attivamente a tutti gli aspetti della vita cittadina, ma molto ancora resta da fare in molti ambiti, come ad esempio quello dei trasporti e della viabilità. Sono ancora molte le lamentele, da parte delle persone disabili, riguardanti la difficoltà di spostarsi comodamente da un punto all’altro della città con i mezzi pubblici, spesso ancora inadeguati.

Occorre pensare ad interventi adeguati anche in questo settore, come la disposizione di marciapiedi e pedane nelle diverse stazioni e in tutte le fermate, ma soprattutto, gli interventi dovrebbero riguardare ostacoli spesso non tenuti abbastanza in considerazione, ovvero non tanto e non solo quelli fisici ma anche quelli percettivi. È infatti di assoluta importanza prevedere l'installazione di dispositivi come i semafori acustici e di mappe a rilievo e percorsi tattili, per i non udenti invece sono fondamentali comunicazioni scritte e segnaletica ben visibile.

Un’altra soluzione da mettere in atto potrebbe essere quella di istituire un tavolo di confronto permanente tra le aziende di trasporto, in primis Atac, e gli uffici che si occupano di trasporto pubblico insieme alla Consulta cittadina sulla disabilità e alle tante associazioni di cittadini, coì da poter pensare e rendere realtà soluzioni concrete ed efficaci.