STORIE - Le origini di Albano Laziale: città di fondazione... onirica

Pubblicato: Mercoledì, 02 Settembre 2020 - Giulia Bertotto

ALBANO LAZIALE (storie) - La leggenda ha a che fare con un'esperienza onirica che legherebbe Lavinio e Albalonga

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L'antica magnificenza che ha avvolto e suscitato la città di Albano è dimostrata ancora oggi dall'intreccio di storia e leggenda che la contraddistingue. Se la presenza umana è attestata già dal Neolitico, la fondazione della città è invece più tarda e complessa.

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Secondo la tradizione Albano Laziale sorgerebbe sulle ceneri di Albalonga, fondata da Ascanio, il figlio di Enea, semidio troiano dell'Eneide virgiliana, e risalirebbe alla metà del XII secolo a.C.

La leggenda ha a che fare con un'esperienza onirica che legherebbe Lavinio e Albalonga.

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Il stemma di Albalonga infatti, raffigura una scrofa bianca con alcuni candidi cuccioli di porcellino e la scritta Mater Urbis. Secondo il mito fu proprio una scrofa bianca ad indicare ad Ascanio, in sogno, dove dovesse sorgere la città di Lavinio (suo padre Enea aveva infatti sposato la principessa Lavinia). Questo accadeva trent'anni prima della fondazione di Albalonga, per questo sono raffigurati anche i suoi trenta piccoli, che predestinavano, anno per anno, la nascita di Albalonga.

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La potenza di Albalonga crebbe e la rivalità con Roma si fece inevitabile. Il conflitto non era più rimandabile, la guerra però, avrebbe inflitto enormi perdite da entrambe le parti. Così, secondo la leggenda, i rispettivi re decisero di farla combattere soltano ai tre più forti e valorosi eroi: erano i fratelli Orazi, per la città di Roma, e i fratelli Curiazi per Albalonga. I fratelli romani vinsero e Albalonga finì sotto il controllo di Roma.

A differenza della narrazione mitica che serviva a nobilitare il potere della città, gli storici non hanno bubbi circa l'esistenza di Albalonga, provata dalla vasta necropoli sul Monte Cucco e sul Monte Crescenzo. Non è invece chiaro dove precisamente fosse ubicata l'urbe, forse sul ciglio del cratere del lago Albano, forse nell'odierna castel Gandolfo.

Secondo Livio e Dionigi la distruzione di Albalonga avvenne sotto il regno del terzo re di Roma, Tullo Ostilio, cioè verso la prima metà del sec. VII a. C.

Nel 326 l'iperatore Costantino I, secondo una tradizione consolidata, ordinò la costruzione della cattedrale albanense dedicata a San Giovanni Battista. Tra gli eventi traumatici che la segnarono nel 1142 subì un terribile saccheggio dai Saraceni, antichi popoli arabi. Nel 1436 venne rasa al suolo.

La città di Albano Laziale, Sede suburbicaria fin dal V secolo, storico principato della famiglia Savelli e dal 1699 al 1798 possesso inalienabile della Santa Sede, è oggi uno dei comuni più animati e vitali, dal punto di vista commeciale e culturale, dei Castelli Romani. Il suo territorio è in parte incluso anche nel Parco Regionale dei Castelli Romani.

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