Dalla Pop art al naso lungo: l'arte nei Pinocchi di Enry Carter. "Quel burattino sono io" - FOTO
Pubblicato: Sabato, 21 Ottobre 2017 - Marco Caroni
FRASCATI (eventi) - L'artista frascatano espone nell'Officina progetti & design mettendo in mostra le sue 43 tavole della fiaba senza tempo di Collodi
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Un mese e spicci per buttare giù 43 tavole d'autore: compensato ricoperto da carta paglia, colori acrilici. Enry Carter mette il naso lungo e torna sul luogo del delitto: lo stesso, l'Officina progetti & design da dove in sostanza era ripartita la sua seconda vita da artista figurativo, nel quale oggi espone i suoi Pinocchi. Uno dopo l'altro: alla rinfusa, disposti tra divani, librerie e cucine.
"Qui sono di casa - dice Enry, al secolo Fausto Baccelli, una prima vita da artista della Pop art, trenta anni di pennelli posati e poi, nel 2009, la nuova folgorazione artistica -. Conosco questo luogo da anni, qui ho già esposto un paio di anni fa". L'incontro tra Enry Carter e l'Officina di Giusy Leoni e Simona Donati è un lento corteggiamento, così come corteggiamento è la storia di Enry e la pittura. "Ma Pinocchio - e si tocca il cuore - ce l'ho sempre avuto qui dentro, e mi ci ritrovo. Quel burattino sono io".
Poi, per l'appunto, c'è la storia di un incontro che è una bugia. "Quando Enry è entrato le prime volte da noi - racconta Giusy Leoni -, ci raccontava che aveva un figlio che dipingeva e che gli sarebbe piaciuto fargli esporre le sue opere qui da noi. E' riuscito a nascodere la sua identità a lungo, poi insomma un giorno si è scoperto".
I Pinocchi di Enry Carter sono luminosi e cupi, tristi e riflessivi: gioiosi, didascalici e fantasiosi. "Quando ho ricominciato a dipingere - racconta - avevo pensato a due temi: quello del "Libro cuore" e quello di Pinocchio. In realtà ho avuto pochi dubbi: quella di Collodi è una fiaba senza tempo, tremendamente attuale. Leggere Pinocchio oggi significa ritrovarci dentro la nostra società".
Già: ma perché Enry Carter? "Non c'è un vero perché: mi piaceva, faceva americano e per più di due anni la sua identità, cioè la mia, è rimasta nascosta. E' stato bello così come oggi è bello dipingere ed essere identificati e riconosciuti".
Frascati, la Pop art ed appunto Pinocchio. "E' chiaro che dipingo per vendere, ma non dipingerei mai se non sentissi ciò che voglio riprodurre". E la carta paglia? "L'effetto cromatico è quello della pietra sperone, tipica del nostro territorio. Mi piace".
66 anni, a Frascati dal 1956. "Da quando mio padre si trasferì qui per fare il custode degli impianti sportivi comunali". Romano Baccelli, a Frascati, è un nome di quelli che suscitano ricordi profondi. E così si torna al Pinocchio.
Naso lungo e pennello. Così va per Fausto Baccelli, uno al quale la nobile arte del restauratore ad un certo punto è ricominciata a stare stretta. E così è nato Enry Carter, rinato all'arte.
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