Le spallate di Dessì a Rousseau e Casaleggio. "Ridare il potere agli iscritti. I 300 euro alla piattaforma non li do più"

Pubblicato: Mercoledì, 19 Agosto 2020 - redazione politica

FRASCATI (politica) - Il senatore frascatano del MoVimento 5 stelle da giorni all'attacco contro l'"associazione privata" del figlio di Gianroberto. "Casaleggio è un corpo estraneo che decide per il M5s", dice a "Il Tempo"

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Non si può certo dire che, si ami o si odi, Emanuele Dessì, senatore della Repubblica dalla tarda primavera 2018 dopo essere stato il portabandiera del MoVimento 5 stelle nel Consiglio comunale di Frascati, sia uno che passa inosservato. Abituato a battagliare e, come dice lui senza remore, a "rompere i coglioni", in questi due anni e mezzo (e sì, perché la sua avventura da senatore iniziò formalmente dal momento delle candidature, portando con sé un bel mucchietto di polemiche che portò Dessì agli onori delle cronache nazionali) si è fatto spesso notare. Raramente tornando sui propri passi.

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E Dessì in questi giorni è tornato prepotentemente alla ribalta delle cronache politiche nazionali per essere il capo-popolo di una rivolta che mette Davide Casaleggio e Rousseau al centro del mirino. Una rivolta che, finalmente, sembra destinata a cambiare le regole interne di un movimento che da anni cerca la strada del suo futuro e che, nel frattempo, a livello nazionale ha perso milioni di voti. Gran parte del gruzzolo raccolto con anni di faticoso attivismo.

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«Casaleggio è un corpo estraneo che decide per il M5s. La piattaforma Rousseau si sostituisce al Movimento in tutte le sue funzioni più importanti. Il controllo segreto degli iscritti, da parte di una sola persona che sta a Milano, non è più accettabile. La stragrande maggioranza degli eletti vuole cambiare», ha dichiarato oggi Dessì a "Il Tempo". E, come detto, di lui certo non si può dire che - nel bene e nel male - non ci metta la faccia.

«In pratica, un'associazione privata controlla il M5s mentre il M5s non controlla chi le dovrebbe solo fornire un servizio. Questo rapporto va ribaltato. Bisogna ripristinare i valori fondanti del Movimento: partecipazione, trasparenza e condivisione», dice ancora Dessì al quotidiano romano.

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Una battaglia, l'ennesima per rinnovare il MoVimento dopo i tentativi fatti - sempre mettendoci il muso, durissimo - nei mesi scorsi , che stavolta potrebbbe davvero scuotere le fondamenta del partito fondato da Beppe Grillo.

«Noi guadagniamo 3.200 euro netti di stipendio, più altri 2/3mila euro per spese di mandato. Tutto il resto lo restituiamo. Riguardo ai 300 euro, io non ho dato a Rousseau le ultime mensilità. Ho un arretrato di 1.200 euro. Non sono più disposto a fare questa donazione a Casaleggio. Farò un assegno al capo politico affinché li utilizzi davvero per il Movimento. E continuerò a versarli in futuro sempre in questa forma», attacca il senatore frascatano dalle colonne de "Il Tempo".

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Siamo però solo all'inizio. Ma Dessì non si scoraggia: proveniente da aree "fortemente progressiste" (lui la direbbe in un altro modo), con un passato di attivismo politico non certo morbido e che lui non ha mai rinnegato, il senatore è pronto ad andare avanti. Anche perché c'è quella "goccia che ha fatto traboccare il vaso" che lo chiama quasi direttamente in causa.

«La goccia è stata la votazione su Rousseau di qualche giorno fa con cui sono state stabilite due cose: il consigliere comunale non è un mandato politico come gli altri, e sono permesse alleanze con altri partiti a livello locale. Il risultato per me è soddisfacente. Ma non si possono più delegare temi così importanti a consultazioni online indette nel giro di 24 ore, senza alcuna informazione adeguata e, per giunta, sotto Ferragosto. Queste cose si decidono democraticamente ma con altre metologie ed altri tempi», conclude Dessì nell'intervista a "Il Tempo".

sportage agosto ilmamilioUna questione insomma di gestione della catena di comando: l'anima stessa di una piattaforma, Rousseau, sulla quale il MoVimento grillino fondò in partenza le proprie fortune e che Dessì - a pieno titolo - definisce come associazione privata. Le spallate del 56enne senatore frascatano sta dando, con vigore e grande esposizione mediatica, in questi giorni potrebbero essere destinate non solo a fare il rumore che già stanno facendo ma anche e soprattutto a cambiare le regole di un MoVimento da mesi avvitato su se stesso.

Un'intuizione, quella di un'esperienza politica che necessita di nuove e urgenti linee per una nuova spinta propulsiva, che Dessì ha da mesi e che dunque con questo attacco al cuore "amministrativo" del MoVimento intende portare a compimento. Riportando alla base il primo vero potere decisionale di un progetto politico che dalla base, con forza, era partito.