La Legge Merlin è ancora attuale? Il confronto tra l’Italia e i Paesi europei regolamentaristi

Pubblicato: Mercoledì, 19 Agosto 2020 - redazione attualità

love ilmamilioROMA (attualità) - Un dibattito mai sopito

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Prima dell’avvento dell’emergenza sanitaria, che ha modificato, giocoforza, le priorità del nostro paese (e non solo), uno dei temi caldi del dibattito pubblico, toccato da diversi esponenti di spicco del panorama politico nazionale, riguardava l’eventuale possibilità di riaprire le case di tolleranza, note anche col nome di “case chiuse”.

Un argomento, ad onor del vero, che anima il dibattito pubblico sociale sin dal 1958, data in cui, con l’entrata in vigore della Legge Merlin, furono definitivamente bandite dal suolo italiano, trovando l’approvazione quasi unanime dei maggiori partiti politici: la promotrice della legge, Lina Merlin, militava nelle fila del Partito Socialista e trovò la sponda non solo della Democrazia Cristiana, paladina dei cattolici, ma anche del Partito Comunista, che diede il proprio appoggio per “tutelare la dignità di ogni singola donna”.

La prostituzione in Italia: grazie ad Internet, meno guadagni per la criminalità organizzata

La prostituzione, di fatto, fu bandita. In termini concreti, però, non è mai sparita dal contesto sociale italiano. Eliminarla, d’altro canto, pare un’impresa impossibile, basti pensare che prostituirsi viene definito come il “mestiere più antico del mondo”. E in talune fasi storiche, come ad esempio quella attuale, la domanda supera anche l’offerta. Col passare del tempo, le leggi, giocoforza, si sono fatte via via meno restrittive.

Anche se permane, a ragion veduta, una lotta serrata alla prostituzione stradale, nella maggior parte dei casi nelle mani di organizzazioni criminali, che costringono donne provenienti da paesi stranieri, la maggior parte africani e dell’Est Europa, a lavorare sui marciapiedi italiani, spesso sotto minacce e ritorsioni di ogni genere e tipo. Un mercato che negli ultimi anni, però, ha visto abbassarsi notevolmente il giro d’affari, preservando migliaia di donne da situazioni di violenza quotidiana.

Il merito, in un certo qual senso, va ascritto in parte anche ad Internet, che ha fornito la possibilità, a migliaia di donne, di poter esercitare questa professione in maniera consapevole, senza finire nelle mani del racket della criminalità organizzata. La prostituzione, infatti, è illegale nel nostro territorio se viene esercitata in un luogo pubblico, ma non all’interno delle proprie case ed abitazioni.

E la grande rete telematica, grazie ad alcuni siti del settore, come ad esempio questo relativo alle escort Milano, consente di mettere in contatto, in modo celere e assolutamente consapevole, le professioniste del mondo dell’amore e i potenziali clienti, rispettando quanto previsto dalla normativa attualmente in vigore ed evitando che quest’ultimi si rivolgano alla prostituzione riconducibile alla criminalità organizzata.

Il modello regolamentarista: quali sono i benefici maggiormente tangibili?

In Europa, d’altro canto, non mancano gli esempi dove la prostituzione è stata doverosamente disciplinata, a salvaguardia, giustappunto, delle donne che rischiano, anche solo potenzialmente, di finire nelle mani di criminali senza scrupoli. Sono ben sette, infatti, i paesi che hanno scelto un modello regolamentarista della prostituzione: Germania, Olanda, Austria, Svizzera, Ungheria, Lettonia e Grecia.

Esso si pone come obiettivo di legalizzare e regolamentare la prostituzione, costruendo, ad esempio, dei luoghi appositamente destinati, come i quartieri a luci rosse di Amsterdam, piuttosto che la stabilizzazione dei bordelli, modello seguito dall’Ungheria. Questi paesi hanno potuto constatare alcuni benefici che ha portato con sé la legalizzazione.

In primis, l’aspetto fiscale: le professioniste del settore, infatti, pagano regolarmente le tasse, fino all’ultimo centesimo, contribuendo a migliorare le finanze pubbliche dei rispettivi paesi d’appartenenza. Inoltre, le escort vengono sottoposte a rigidi controlli sanitari, per tutelare sé stesse e i clienti che incontrano, non di rado padri di famiglia o con una relazione stabile in corso.

Alcune rivendicazioni, quest’ultime, che centinaia di escort italiane avanzano da svariato tempo, per poter vedere regolarizzata la propria posizione lavorativa e versare i contributi necessari alla futura erogazione di una prestazione pensionistica, nonché tutelare la propria salute e quella dei numerosi clienti che le frequentano.