Parco di Veio: il paradiso terrestre alle porte di Roma

Pubblicato: Martedì, 11 Agosto 2020 - Giulia Bertotto

ROMA (attualità) - È stato istituito nel 1997 e vanta un patrimonio immenso dal punto di vista non solo geologico ed ecologico, ma anche storico e culturale

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Il parco di Veio è un affresco unico di storia e natura che comprende un territorio molto ampio: si estende per 15mila ettari e include diversi comuni tutti della provincia di Roma; è infatti il quarto parco del Lazio per grandezza. È stato istituito nel 1997 e vanta un patrimonio immenso dal punto di vista non solo geologico ed ecologico, ma anche storico e culturale.

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Iniziamo con una ricchezza geologica, quella del Vulcano Sabatino, che fu attivo per 150mila anni e che con le sue eruzioni rese il panorama così come lo vediamo oggi. Esso fu la scena senza la quale non potremmo raccontare la storia del parco.

Ma dal fuoco in natura si passa all'umido...troviamo così all'interno del parco, il Biotopo del Follettino; il biotopo è una piccola area paludosa con un proprio ecosistema, brulicante di creature di acqua, aria e sottosuolo. Particolari condizioni di luce e umidità costituiscono un ambiente in cui piante e animali si organizzano ad abitare.

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Tra le piante, innumerevoli, nominiamo la Sanguinella per la particolarità delle foglie rosse in autunno e l’anemone degli Appennini: con un nome da mollusco, ma botanico.

La fauna è variopinta e fantasiosa: il picchio verde, diverse specie di rane, la salamandrina dagli occhiali, che vive solo in Italia, e ancora il tasso, il riccio e l’istrice. Ma anche il cinghiale la cui esistenza con la popolazione locale non è sempre facile. Insomma una sinfonia di vita che trabocca.

Quest’area naturale protetta che sorge tra la via Cassia e Flaminia, conserva tracce di insediamenti umani preistorici, tombe etrusche di inestimabile valore archeologico, ma anche fortificazioni medievali come il Borgo di Isola Farnese, chiamato così perché sorgeva su una rocca di tufo circondata da un fosso, fino ai granai e costruzioni di epoca moderna. Un parco per gli occhi, e per la voglia di conoscere.



Camminando ancora ci imbattiamo nella Villa Romana di Campetti, che in realtà è un complesso più antico, di edifici con luoghi di culto e terme frequentati dal I secolo d.C. Infatti anticamente, la purificazione esteriore e quella interiore, venivano considerate connesse, e realizzate attraverso rituali battesimali e per mezzo di acqua.

E ancora la Tomba delle Anatre, un sepolcro risalente al secondo quarto del VII secolo a. C, sulle cui pareti sono ritratti gli uccelli a metà tra acqua e terra: per questo questi volatili erano venerati come simbolici traghettatori tra la vita e la morte. Nelle architetture da lavoro d'epoca menzioniamo la Mola di Isola Farnese, un mulino dei primi del Novecento.
E per chi ha anche gusti noir...la Cascata dell'Inferno: Questa cascata è formata da un piccolo fosso che fluisce nel fiume Crèmera, a valle delle sorgenti dello stesso. Un luogo molto simile al Fosso del Peccato di Calcata, entrambi siti difficili da raggiungere che necessitano di esperti in sentieri ardui. D'altronde per arrivare al paradiso occorre attraversare anche selve oscure e impietosi boschi.