Gioco fisico ancora in lockdown, il campanello d’allarme dell’AD di Snaitech

Pubblicato: Mercoledì, 10 Giugno 2020 - redazione attualità

giocoROMA (attualità) - La coda lunga dell'emergenza pandemia

ilmamilio.it

Fabio Schiavoli, Amministratore Delegato di Snaitech, ha lanciato un campanello d’allarme più che forte. Parole dure, durissime le sue, che fanno rumore proprio perché provenienti da un esponente di spicco di SNAI, leader del gioco italiano. La sua azienda, proprietaria tra l’altro della Snai La Maura a Milano, dell’ippodromo di San Siro, è rimasta chiusa a partire dall’8 marzo, alla pari dell’intera filiera del gioco d’azzardo. Il dramma sta nella perdita, superiore all’85%. Per Schiavolin non si è trattato di dimenticanza ma di voluta penalizzazione: le uniche entrate, anche per Snai, si sono avute dal gioco d’azzardo online, che ha consentito di ridurre le perdite e mantenere il bilancio in pari.

La situazione dell’online è chiarissima: seppur non si siano verificati significativi aumenti di fatturato, come sottolineato dalle varie associazioni di settore, l’aumento di popolarità del gioco online è stato considerevole. Alcuni settori, in particolare quello dei casinò online italiani, sono stati il vero traino del settore. Si pensi al fatto che i principali operatori di casinò games, durante il periodo di lockdown, hanno visto aumentare le loro percentuali di accesso del 20-30%. Numeri altissimi eppure bassi, se rapportati al poker che, in tutte le sue varianti, ha visto un’impennata di accessi e spese pari al 123%. E ancora: dinanzi alla pochezza dei palinsesti e alla crisi epocale del settore scommesse, sono emersi gli eSports, la cui popolarità è cresciuta del 61%.

Migrazione temporanea o definitiva? Difficile a dirsi, nel mentre i bilanci e i danni potenziali non fanno che aumentare. Il dramma è economico, ma anche occupazionale: rischiano circa 80.000 lavoratori del settore del gioco legale. Nello specifico i numeri di Snaitech sono altri: 920 dipendenti, 14mila addetti alla rete, 10 miliardi di fatturato di cui 1,1 versati all’Erario nel 2019. Parte di una storia che comprende altri 150,000 addetti e 110 miliardi di fatturato. Una crisi di proporzione biblica potrebbe presto provocare il collasso di queste cifre.

Schiavolin si è detto pronto a ripartire in sicurezza, forte anche dei protocolli condivisi dai sindacati, contenenti tutte le misure per la prevenzione del contagio. Tra queste si ricordino gli ingressi regolati, la misurazione della temperatura via termoscanner, sanificazioni continue, distanziamento fisico, barriere protettive ed uso obbligatorio di dispositivi di protezione per operatori e clienti. Tutte misure queste che, paradossalmente, non hanno toccato il gioco online che, per l’appunto, ha sfruttato la totale focalizzazione del mezzo web per aumentare i propri bacini di utenza, promuovendo sì il gioco responsabile ma creandosi ugualmente l’immagine di luogo di gioco sicuro poiché virtuale e quindi sfruttabile esattamente come altre tendenze in crescita, come l’e-commerce.

Tutto pronto intanto, ma forse no. Addirittura ripartirà il calcio, tra una settimana, ma per il gioco fisico di via libera nemmeno l’ombra. I rischi sono tanti: perdita di introiti, perdita di posti di lavoro, e lo specchio dell’illegale pronto a tappare i buchi lasciati dalle piattaforme illegali. Uno scenario nemmeno troppo inverosimile, come sottolineato dal Capo della Polizia di Stato, Franco Gabrieli, che ha sottolineato come il lockdown persistente sul gioco fisico avrebbe potuto aumentare il ricorso al settore illegale