“I giorni più lunghi del Secolo breve”, un libro originale sulla storia contemporanea

Pubblicato: Venerdì, 24 Aprile 2020 - Silvia Martone

libro Coccia Andrea ilmamilioCIAMPINO (cultura) - Andrea Coccia analizza gli eventi storici da un punto di vista differente, inserendo le vite di personaggi famosi del tempo

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“Il 24 aprile è un martedì. E mentre alle 11 e 50 del mattino Orwell è a Stoccarda e cammina nelle macerie, a Milano, nell’ufficio di Corrado Franzi, direttore della filiale milanese della Banca Commerciale, suona il telefono. Dall’altra parte dell’apparecchio c’è un suo collega di Genova e quel che ha da dirgli è una cosa molto importante: la città è insorta, dall’alba si sentono raffiche di armi leggere in città, ogni tanto si sente anche qualche colpo di mortaio”.

Questo è solo un breve estratto del libro “I giorni più lunghi del Secolo breve” di Andrea Coccia, Giornalista, che ha narrato alcuni degli eventi storici più importanti, affiancando la storia alle vite di scrittori, filosofi e artisti di quel periodo. Lo abbiamo intervistato in occasione del 25 aprile.

Di cosa tratta il libro e come nasce l'idea?

“I giorni più lunghi del Secolo breve” è una raccolta di 15 racconti che attraversano il cosiddetto Secolo breve, secondo la definizione di Hobsbawm, dal giorno dell'uccisione dell'arciduca Francesco Ferdinando, nel giugno del 1914, fino alla caduta dell'URSS, il 25 dicembre del 1991. Si tratta di racconti sincronici, ovvero che mettono in scena praticamente live, come una specie di film d'azione, sia gli eventi storici che hanno fatto di ognuno di quei giorni un "Giorno più lungo" (tra gli altri c'è il 25 aprile, l'assassinio di Kennedy, lo sbarco sulla luna, la catastrofe di Chernobyl etc), sia le storie collaterali di personaggi storici ma anche della cultura pop, che ritornano in più di un racconto. L'idea nacque nel novembre del 2013. Lavoravo alla pagina culturale de Linkiesta.it e il direttore dell'epoca mi chiese di preparare un articolo per il 50esimo anniversario della morte di Kennedy. Non volevo fare uno dei mille pezzi tutti uguali giusto per fare click e visto che sapevo che quello stesso giorno, nelle stesse ore, era morto anche Aldous Huxley (scrittore britannico ndr), decisi di provare a raccontare tutto mentre si svolgeva, con un montaggio parallelo di tutte le storie. Lavorandoci in quei giorni mi capitò di scoprire mille coincidenze bellissime e ci presi gusto. Negli anni successivi l'ho rifatto, sempre per Linkiesta, in altre occasioni, poi, nel 2016, alcuni amici mi chiesero di farne una raccolta (che divenne la prima edizione, di 12 racconti) e l'anno scorso un altro editore, Ledizioni, riprendendo il catalogo dei miei amici mi chiese di ristamparlo, e io ho aggiunto altri 3 capitoli e sono arrivato a 15.

Quali furono i "coprotagonisti" del 25 aprile 1945 di cui parli nella tua opera?

Nella prima metà del libro, i personaggi che ritornano spesso sono Orwell, Hemingway, Celine, Gandhi, oltre naturalmente a quelli storici. Ma in questo episodio specifico, in realtà, i personaggi "famosi" sono solo di contorno e i reali protagonisti sono donne e uomini comuni, operai, staffette, giornalisti, qualche dirigente politico. È stata una scelta che ho fatto apposta, perché volevo che il 25 aprile avesse come protagonista principale le persone comuni, quelle che ebbero il coraggio e la forza di sfidare per mesi un nemico che fino all'anno prima sembrava imbattibile, fatto di tedeschi certo, ma anche di altri italiani, e che in quelle ore, anticipando i piani dei politici e le strategie dei generali, si ripresero la libertà.

Qual è di questi il tuo preferito e perché?

Se dovessi scegliere tra questi, ne direi due: uno è Carmine Romanzi, che si fa chiamare professor Stefano, che è il ragazzo genovese che va dal generale tedesco che minaccia la città dalle colline e gli intima la resa senza condizioni da parte della città di Genova. Il secondo non è un personaggio singolo, ma uno collettivo: sono le migliaia di genovesi che, alla fine dell'episodio, si ritrovano in via XX settembre per assistere alla sfilata di 6mila soldati tedeschi che si ritirano dalla città disarmati e davanti a quelli che per mesi erano stati i loro nemici, si sentono per la prima volta liberi davvero e più che pensare a loro pensano che sta iniziando a far caldo, e che tra non molto potranno ricominciare ad andare al mare.

Leggi un estratto del libro: https://www.slow-news.com/24-e-25-aprile-1945/?fbclid=IwAR3Wn52700bUOsaHStZRIL-hI38cV9lGhX_tijT-Co72Pq5NU7x1d_PZ3JE