Coronavirus Fase 2, ai Castelli sarà difficile. Zoccolotti: “Riapertura sì ma con cautela. Servono misure e strumenti per le imprese”

Pubblicato: Martedì, 21 Aprile 2020 - Redazione attualità

CASTELLI ROMANI (attualità) - Carlo Zoccolotti oltre ad essere candidato sindaco, vive in prima persona la situazione di disagio essendo titolare di diverse imprese 

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Si avvicina a grandi falcate la data di lunedì 4 maggio, etichettata dalla maggior parte come l’inizio della Fase 2. Non sarà facile, visto il blocco totale dell’economica. I Castelli Romani non fanno eccezione. Ha detto la sua l’imprenditore e candidato sindaco di Genzano di Roma, Carlo Zoccolotti.

“Credo sia importantissimo nelle prossime settimane valutare i risultati delle ricerche scientifiche correnti circa le effettive modalità di trasmissione che hanno reso questo virus così contagioso rispetto alla SARS. Questo perché la nostra abilità di tornare ad una condizione di normalità passa inevitabilmente per la percezione e la effettiva sicurezza di consumatori e lavoratori, specie nella filiera così essenziale per i Castelli Romani costituita da commercio, enogastronomia e turismo che vive della condivisione di spazi pubblici – commenta Carlo Zoccolotti - Dopo 2 mesi di “lockdown” la chiave psicologica oltre a quella sanitaria non può essere trascurata, specie per come influenzerà i nostri comportamenti futuri. Penso ad incentivi (nazionali) e prassi condivise a livello locale per le aziende ad adottare procedure e strumenti di monitoraggio che tutelino chi vive servizi aperti al pubblico, sulla scorta di quanto già fatto nelle ultime settimane per esempio con i crediti di imposta per le sanificazioni. Questo perché dobbiamo scongiurare che l’attuale fermo, che alla ripartenza causerà in primis una forte carenza di liquidità, si tramuti anche in una crisi reale oltre che di breve anche di lungo periodo con una domanda interna che, anche se sofferente in questi primi mesi post crisi, non decolli mai. La nostra priorità deve essere in tempi brevissimi rinsaldare la “fiducia” del consumatore per tutelare domanda interna locale ed esterna, senza le quali molte delle nostre attività non avranno i volumi necessari per risollevarsi. Anche se è impossibile oggi fare previsioni sui tempi, implementare un chiaro sistema di tutela della salute negli esercizi ci può consentire di tornare competitivi anche dal punto di vista del turismo nazionale prima e poi di quello internazionale.

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L’esperienza di paesi come Cina, Hong Kong e Sud Corea, dove si è già approcciata la riapertura, ci dice che ciò non può non avvenire senza forti cautele. Quindi è importante ragionare da subito su come dotare la nostra rete commerciale dei giusti accorgimenti. Penso ad esempio per gli esercizi pubblici, tra gli altri:

- a divisori trasparenti (es. plexiglas) per separazione di spazi e mantenimento delle distanze di sicurezza (lo abbiamo già visto realizzato da esercizi bancari e dalla grande distribuzione);

- Macchine per la sanificazione degli ambienti per attività con afflussi rilevanti;

- A meccanismi di valutazione trasparenti, volontari, già sperimentati all’estero per la valutazione dello stato di igiene di servizi pubblici.

- Dotazione di DPI appropriati per il personale più esposto,

Più specificamente per la ristorazione e l’accoglienza:

- Integrazione delle attuali procedure HACCP con fasi specifiche per il contenimento del virus.

- utilizzo del suolo pubblico a costo zero, con distanza sociale più sicura possibile, con l'intento di dare oltre ad un supporto economico alle attività, un reale supporto psicologico alla comunità (senso di normalità e serenità nel vivere gli spazi esterni)

- Incentivi all’utilizzo di funghi da riscaldamento e simili per prolungare la stagione anche in autunno;

Strumenti che non devono danneggiare la normale operatività ma semmai valorizzare ulteriormente i processi qualitativi dei pubblici esercizi e stimolare dei cambiamenti aziendali che sappiano intercettare le mutate esigenze della clientela.

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Questa crisi è già costata e costerà tantissimo alle imprese in termini economici e sociali, Fondamentale dunque che queste ed altre misure facciano parte di un progetto “incentivante” e sovvenzionato e non solo sanzionatorio. Dobbiamo saper supportare il tessuto commerciale per guardare alla nuova realtà e rilanciare il territorio che uscirà come il nostro modo di fare azienda ridisegnato da questa emergenza. L’approccio sinergico che la comunità ha manifestato in questi mesi, anche nel rapporto pubblico-privato, non deve essere abbandonato ma alimentato ulteriormente in uno spirito di partenariato. Credo che a questo riguardo debbano essere sviluppate anche iniziative congiunte tra le amministrazioni dei Castelli Romani con l’istituzione di una cabina di regia. Una sinergia fattiva su un ampio spettro di strumenti, da attuare su un territorio con una chiara connotazione geografica, può essere utilizzata come una forte leva di marketing territoriale essenziale per far ripartire tutto il comparto. Ad Albano Laziale è stato già proposto di creare una Task Force locale, credo possa essere interessante ragionare di estendere questo concetto per abbracciare un territorio più ampio”.