Per un reddito di base universale: lettera aperta della lista L'Altra Albano al Parlamento e al Governo

Pubblicato: Giovedì, 26 Marzo 2020 - Redazione politica

ALBANO (politica) - Documento scritto dal gruppo consiliare di Albano Laziale de "L'Altra Albano", rappresentato dal consigliere Tedone e dall'assessore Zeppieri

ilmamilio.it - nota stampa

Riceviamo il documento de "L'Altra Albano".

"Egregi,

l’incertezza in cui siamo precipitati in questi giorni di emergenza sanitaria a seguito della pandemia dell’ormai noto Coronavirus rischia di avere ricadute gravissime su tutto il territorio nazionale. Gli impatti attesi saranno amplissimi ed oltre agli aspetti epidemiologici, sanitari e di difesa della salute di ciascun cittadino, altrettanto amare saranno le future conseguenze economiche, lavorative e sociali che si andranno a configurare e che, in realtà, si stanno già concretizzando.

Consapevoli della natura inedita di tale situazione e certi che il Governo stia introducendo tutte le forze necessarie per fronteggiarla, vorremmo porre alla vostra attenzione come gli attuali decreti di sostegno economico emanati non tengano in considerazione delle molteplici fasce di lavoratori e lavoratrici atipici, purtroppo, già di per sé fortemente vulnerabili e che si ritrovano, oggi, completamente piegati dall’emergenza. Tale mancanza rischia di intensificare le disuguaglianze sociali ed economiche ed inasprire le tensioni e le frustrazioni sociali già in atto da tempo. Mentre da un lato lo Stato mette in atto misure di restrizione sempre più totalizzanti e che opprimono le libertà individuali al fine di proteggere la nostra salute, dall’altro esso rischia di sottrarsi dal tutelare le fasce più sensibili e vulnerabili, maggiormente colpite dal lockdown.

Tale emergenza non ha fatto altro che evidenziare un tessuto sociale ed economico, sempre più fragile ed eterogeneo, figlio di un susseguirsi frenetico di riforme volte allo smantellamento dello stato sociale ed economico, in cui i tagli delle infrastrutture statali, dalla riduzione di ogni assistenza e all’eliminazione di plurime “garanzie sociali”, hanno reso il benessere sociale la vittima indiscussa del sogno capitalista e di una globalizzazione, ridotta alla sola liberalizzazione delle merci, di cui oggi si rilevano gli effetti nefasti come dimostrato dalla scarsa reperibilità di mascherine dovuta, in primis, al fenomeno della delocalizzazione industriale. Per tali ragioni riteniamo che il decreto Cura Italia purtroppo non riesca ad assicurare un’entrata economica minima a tutti e che anzi ad essere tutelati siano perlopiù i lavoratori e le lavoratrici che già godono di misure di prevenzione sociale. Numerose sono le categorie sociali ed economiche che rischiano di essere escluse da queste misure economiche: lavoratori saltuari e irregolari, lavoratori dipendenti o autonomi di piccole, medie imprese non resilienti, lavoratori precari, colf, badanti, rider.

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La richiesta, dunque, è un’estensione universale dei provvedimenti di welfare a partire dall’allargamento della platea di misure già esistenti, avvalendosi delle loro infrastrutture in modo da impedire un probabile collasso futuro e, allo stesso tempo, ottenere degli effetti più immediati e robusti. L’inserimento di una misura di Universal Basic Income (reddito di base universale), della quale riteniamo che anche l’Unione europea debba farsi carico, è l’unico modo di garantire la tutela di tutti i cittadini senza incorrere nel rischio di esclusione. Le esperienze internazionali sia odierne che in precedenti crisi di simile natura e le metodologie internazionali intraprese (l’espansione orizzontale utilizzata dalla Cina, l’espansione verticale alla base di molteplici programmi assistenziali australiani fino all’espansione delle tipologie di servizio/assistenza come nel caso britannico) offrono spunti utili nella realizzazione di una protezione per tutti e a misura di tutti. 

La crisi che ci apprestiamo ad affrontare ha messo in evidenza, agli occhi di una platea più ampia, i tanti nervi scoperti del “welfare state all’italiana” e ci impone una revisione totale delle politiche del lavoro e delle politiche sociali attuali, con particolare attenzione al potenziamento della sanità pubblica, la quale, come abbiamo visto, deve essere difesa, ampliata e garantita sempre. Le condizioni esacerbate dalla diffusione del coronavirus ci obbligano, quindi, a superare le tante inerzie istituzionali e le resistenze al cambiamento, e ad affrontare tale crisi come un’opportunità, seppure drammatica, volta ad un auspicabile cambiamento di policy. Imperativa è, quindi, una visione d’insieme di breve e lungo termine, che parta dalla tutela di tutti, nessuno escluso, fino al concepimento, in un paese con un’ampia quota di sommerso come il nostro, di una nuova riforma del lavoro, seria e lungimirante, che offra a tutti l’opportunità di un lavoro regolare, in cui almeno i diritti di base, e che colga, con criterio e responsabilità, le opportunità d’innovazione sperimentate durante questa emergenza, tra cui lo smart working, tenendo sempre presente, al fine di tutelare i lavoratori, del divario digitale e del radicale cambio culturale che ne consegue.

In ultimo, ci teniamo a ricordare come non vi possa essere giustizia sociale senza anche una giustizia ambientale. L’’avvento dell’emergenza sanitaria non ci deve far dimenticare le emergenze di cui eravamo già protagonisti, come per esempio l’emergenza climatica. La pandemia, di certo, ha portato con sé l’effetto collaterale della riduzione delle emissioni che però risulta essere un fenomeno solo apparentemente positivo. Il rischio, come espresso da significativi studi scientifici e già verificato nelle precedenti crisi, è che una volta fuori dalla crisi le economie nazionali accelerino le attività produttive per compensare le perdite del periodo di inattività. Per tali motivi risulta più che mai necessario che le misure di stimolo approfittino di tale momento per favorire l’economica verde e la transizione energetica in linea con l’impianto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU.

Con ossequio,

Consigliere comunale Salvatore Tedone

Assessore comunale Alessandra Zeppieri

Gruppo consiliare L’Altra Albano"