STORIE - La leggenda delle navi di Caligola nel lago di Nemi: quando la realtà affiora dal mito

Pubblicato: Sabato, 11 Gennaio 2020 - Giulia Bertotto

naveRomana lagoNemi1 ilmamilioNEMI (strorie) - La storia delle storie: la scoperta, l'incredibile recupero, la distruzione

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La Roma dei grandi imperatori è ricca di leggende e storie favolose legate ad eventi storico-politici, miti di fondazione, nascite miracolose, morti eroiche. Il lago di Nemi fu teatro, in questo contesto dove realtà e fantasia si mescolavano prodigiosamente, di una storia riguardante due navi gigantesche, sepolte sul fondale del lago.

La narrazione circolò probabilmente dal I secolo a. C. e si diffuse anche durante il Medioevo. Ma dove la leggenda pare incredibile... la realtà la rende ancora più sorprendente! Infatti l'imperatore Caligola aveva davvero fatto costruire due maestose navi, lunghe 70 metri e larghe 25, in onore della dea locale Diana.

Una volta esclusa l'ipotesi di poter sollevare le due imponenti imbarcazioni si decise per l'abbassamento delle acque, per l'esattezza di ben ventidue metri.

Tra il 1928 e il 1932, un'impressionante operazione ingegneristica svuotò il lago lasciando emergere gli antichissimi colossi. In quel momento due vascelli dell'immaginazione entrarono nell'archeologia. L'intervento, realizzato grazie all'ingegnere Vittorio Malfatti riportò in superficie anche oggetti preziosi, monete, monili, mosaici, attrezzi, la maggior parte di questo materiale venne acquisito al Museo Nazionale Romano.

Geni dell'ingegneria, dell'archeologia e della meccanica vengono interpellati e convocati per la riuscita dell'operazione di salvataggio di questi due testimoni dell'antica ingegneria navale romana.

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I due relitti vengono recuperati e in seguito sistemati nel Museo delle Navi Romane.

Queste gigantesche costruzioni, ideate dall'uomo, prima conservate dall'acqua sacra della dea Diana, poi portate alla luce dell'uomo stesso, vennero infine da esso distrutte, in una paradossale parabola che le vide bruciare nel 1944 in un violento incendio che potrebbe essere stato appiccato dai tedeschi in esorabile ritirata.

Di questi testimoni della grande civiltà romana restano fotografie e gli oggetti in metallo in essi contenuti. L'ipotesi più attendibile oggi è quella che fossero navi cerimoniali utilizzate per onori agli dei e riti sacri.