STORIE - L'Abbazia di Grottaferrata: il monastero-fortezza roveriano sospeso tra potere temporale e spirituale
Pubblicato: Sabato, 07 Dicembre 2019 - Giulia BertottoGROTTAFERRATA (storie) - Un sito di interesse monumentale: la "Porta d'Oriente" racchiude in sé ancora tante storie e tanti segreti
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Il monastero di San Nilo a Grottaferrata è l'unico sito ancora esistente e in attività, traccia delle confessioni orientali di rito bizantino, ma questa non è la sua unica particolarità. Una "Porta d'Oriente" sempre rimasta aperta che ha, nello stretto perimetro delle sue mura, storie incredibili da raccontare.
Il rapporto tra potere temporale e spirituale è stato al centro della storia occidentale, di riflessioni filosofiche, letteratura e di norme istituzionali; ad esempio per Agostino D'Ippona chiesa e città non sono conciliabili, perché l'umiltà del fedele cristiano non è traducibile nell'esercizio del potere. Un esempio storico e architettonico di tale questione la troviamo nell'Abbazia di San Nilo, divenuta poi Castello Roveriano.
La storia di questo monumento vive infatti il passaggio da una dimensione di culto a una di definizione dei confini; prima abbazia greca di meditazione, poi fortezza respingente.
Secondo la tradizione la Madonna apparve a San Nilo e a San Bartolomeo chiedendo che venisse costruito un santuario. Così avvenne, utilizzando i materiali delle costruzioni romane precedenti. Venne consacrato nel 1024.
Giuliano della Rovere, noto come “Il Papa terribile”, o “Il Papa guerriero”, Papa Giulio II è stato uni dei più celebri pontefici del Rinascimento. La dinastia Della Rovere era nobile, e suoi genitori erano di origine greca. Giuliano venne educato dai francescani, divenne vescovo e venne eletto al soglio pontificio nel 1503.
Giuliano, già cardinale dal 1471 e cardinale commendatario dell'Abbazia di San Nilo, nel 1482 decise di munire il sito di un massiccio complesso di fortificazioni, con tanto di torre semicircolare e cinta muraria, trasformando di fatto l'edificio di preghiera in un castello. Il cristianesimo andava protetto con le armi e separato con un ponte levatoio. Nasceva così il Castello Roveriano, il quale si avviava a diventare luogo di potere terreno e fasto economico. Se ne occuparono gli architetti Antonio da Sangallo e Baccio Pontelli.
L'edificazione della rocca venne interrotta nel 1503 quando quando Giuliano della Rovere divenne Papa Giulio II. Resta sospeso, in questo splendido luogo di fede e di storia, il rapporto problematico e forse irrisolvibile tra la forza della terra e la gloria del cielo.