Allerta Chikungunya, gli esperti: "Rischio epidemia, ecco le precauzioni"

Pubblicato: Sabato, 16 Settembre 2017 - Fabrizio Giusti

REGIONE LAZIO – L’Oms si interessa del problema. Il Ministro Lorenzin spinge per le disinfestazioni. Negli ospedali del Lazio ancora non c’è emergenza sangue, anche grazie al contributo dell’Italia

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Si estende l'allerta per la Chikungunya, il virus trasmesso dalla zanzara tigre che si è radicato nel Lazio e che sta facendo registrare casi, per ora singolari, nel modenese, in Emilia Romagna, in Lombardia, nelle Marche. Nel Lazio si è passati dai 27 casi di due giorni fa a 47. Circa 40 sono stati individuati ad Anzio, ove è stato localizzato uno dei focolai.

"Bisogna disinfestare con forza – ha commentato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin – e con tempestività". Intanto si sono pronunciati gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: L’avviso è stato pubblicato nella sezione “Emergencies Response”. "C'è il rischio di una ulteriore trasmissione – scrivono gli esperti – perché la zanzara Aedes Albopictus (zanzara tigre) è ormai stanziale nel bacino del Mediterraneo. Il vettore ha dimostrato in passato la capacità di sostenere focolai di Chikungunya nel passato. L'area dove si sono verificati i casi è densamente popolata e molto turistica, soprattutto nei mesi estivi". "La malattia si verifica di solito in Africa, Asia e Americhe, oltre che nel subcontinente indiano – aggiunge l'Oms - nel 2007 la trasmissione è stata documentata per la prima volta in Europa, in Emilia Romagna, con 217 casi accertati.

Intanto il timore è quello di una 'maxiemergenza' di sangue, come accennato con preoccupazione dal Centro Nazionale Sangue. Ad aiutare il Lazio, le raccolte straordinarie di sangue avviate in tutte le regioni d'Italia.

Nei principali ospedali romani non si registrano particolari problemi, sopratutto per quel che concerne le operazioni, mentre il Bambino Gesù sta contattando persone che hanno donato il sangue nel periodo che corre  tra la fine di agosto e l'inizio settembre per accertamenti. Una raccolta straordinaria è stata avviata anche dalla stessa Regione Lazio in tutte le altre Asl non colpite dal provvedimento di sospensione delle donazioni.

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"Il fatto che il primo contagio potrebbe essere avvenuto a metà luglio, che i casi sono riportati in due aree separate e che diversi casi asintomatici sono sotto indagine suggerisce che la trasmissione locale è molto efficace – scrive il Centro Europeo di Controllo delle Malattie - di conseguenza ci si aspetta di identificare nuovi casi in futuro".

Il monitoraggio prosegue per scongiurare complicazioni sia nel Lazio che in tutta Italia. Poi le precauzioni: rendere meno esposta la cute (in questo senso il cale delle temperature aiuterà) , usare repellenti, svuotare ogni contenitore con acqua stagnante, mentre per la parte 'pubblica' è consigliata la prevenzione su scoli ai tombini. Ma questa è competenza dei Comuni.