Grottaferrata, Andreotti rifiuta la disfida con di Bernardo. E questo gli risponde per le rime

Pubblicato: Lunedì, 11 Novembre 2019 - redazione politica

GROTTAFERRATA (politica) - Botta e risposta tra sindaco ed ex assessore della sua Giunta

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Clima di scontro a distanza a Grottaferrata, dove il sindaco Andreotti, nella giornata di ieri, ha voluto rispondere, con toni molto critici, alla proposta dell'ex assessore Di Bernardo su un confronto pubblico per parlare dei temi della città. Nel giro di 24 ore è arrivata la controreplica dell'ex delegato al commercio. Altrettanto dura.

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"Leggo che c’è chi lancia sfide dal tono paradossale - aveva scritto Andreotti -  talora patetico e per lo più farsesco. Mi risulta, tuttavia, che per sfidare qualcuno ci debba essere una competizione. Ora mi sembra che le elezioni a Grottaferrata ci saranno fra tre anni. Si preparino bene, dunque, a sfidare tutti quelli che si presenteranno alle elezioni comunali. Qui ed ora ci sono una Amministrazione e un Sindaco al governo di questa Città che non ha necessità di confrontarsi con persone alle quali sono state date fiducia e grosse responsabilità, salvo poi manifestarsi per quello che sono: ambiziosi occupanti di poltrone in cerca di rendite politiche, animati solo da livori e rancori di tipo personale, tanto da costringerci a spendere tempo e energie per sopperire alla loro palese incapacità di operare. Noi, l’Amministrazione e la maggioranza dei grottaferratesi, vogliamo dare alla nostra città soluzioni non problemi, per promuovere una Grottaferrata “sostenibile” in mano ai suoi cittadini".

Questa la risposta di Di Bernardo: "Prendo atto dai social che Sindaco e Vice-Sindaco hanno escluso la possibilità di partecipare ad un confronto pubblico con il sottoscritto proposto recentemente al fine di chiarire definitivamente a tutti i cittadini non solo le cause dell'attuale crisi politica, ma anche le reali motivazioni che hanno indotto l'Amministrazione Vergati-Andreotti ad estromettere la mia persona dalla giunta di governo l'11 giugno scorso. Avrei preferito non tornare più sull'argomento essendo ormai impegnato in altre progettualità, ma dopo aver assistito, nell'ultimo consiglio comunale del 29 ottobre, ad accuse false in merito a mie presunte responsabilità nell'attuale crisi politica e a giudizi molto negativi riguardanti il mio operato amministrativo - ai limiti della diffamazione - rivoltimi dal Sindaco e da altri consiglieri, ho deciso di intervenire pubblicamente sulla nota vicenda, pretendendo chiarimenti immediati".

"Evidentemente Andreotti mi vuole talmente bene - prosegue  - e a circa 5 mesi dal mio allontanamento forse sente ancora la mia mancanza - da non poter fare a meno di citarmi costantemente e spesso a sproposito ogni qual volta abbia bisogno di un alibi per giustificare i suoi fallimenti. Le bugie però hanno le gambe corte e prima o poi arriva il momento di rendere conto della realtà... chissà perché, ad esempio, la storia della staffetta abbia iniziato a riguardarmi solo dopo che ho rifiutato l’invito fattomi pervenire tra febbraio e marzo 2019 di rinnegare o di dissociarmi dal Faro (la mia lista di appartenenza che ho contribuito a formare e che ringrazio per il sostegno e la fiducia mostratami in questi anni) per aderire alla lista del Sindaco.. ma per me l’amicizia, la lealtà e la coerenza valgono molto di più di una poltrona (con deleghe rimodulate)! Ad ogni modo, il confronto fa paura e in perfetta linea con questi due anni di mandato il “Pinocchio-Andreotti” preferisce scappare da ogni confronto democratico, proseguendo sulla via della diarchia assoluta. E' un vero peccato perché in questo "triello" avremmo potuto definire una volta per tutte chi tra noi è l’“ambizioso occupante di poltrone in cerca di rendite politiche”... e credetemi la soluzione è tutt'altro che scontata".

"Ritengo comunque di dover respingere ogni addebito o accusa mosse dal Sindaco - prosegue l'ex assessore - riguardo al mio operato, che non trovano fondamento nei due anni di esperienza assessorile e nella gestione realmente svolta, di cui vi è ampia testimonianza materiale, giornalistica e pubblica. Probabilmente il cumulo delle attività, che vedono anche l’esercizio di alcune funzioni assessorili (urbanistica e rifiuti), non hanno consentito al “distratto” conducente di poter assumere conoscenza del mio intero operato, di cui l'ho direttamente informato  nel corso del tempo e di cui mi accingo di seguito a rinnovare il ricordo (memoria corta o furbizia politica?...) allegando l'estratto di una relazione sulla attività svolta dal 2017 al 2019 in qualità di Assessore a servizio dell’amministrazione e della collettività e che Andreotti ben conosce - avendola consegnata sia a maggio (auspicando la famosa verifica mai effettuata) che in altre forme a giugno 2019 poco prima di essere defenestrato. Lascio così ai cittadini e all'opinione pubblica il giudizio sulla vicenda, facendo mie le parole - conclude - del giudice Rosario Livatino (ucciso il 21 settembre 1990): “Alla fine non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma se siamo stati credibili”.
 
Il botta e risposta è servito. Probabilmente non sarà l'unico da qui ai prossimi mesi.