Grottaferrata: pianificazione urbanistica, la svolta sembra lontana. Rischio di altri 150mila metri cubi sulle periferie

Pubblicato: Venerdì, 29 Marzo 2019 - Fabrizio Giusti

GROTTAFERRATA (attualità) - Maggioranza temporeggia e parla di ulteriori studi da fare. Ma intanto si costruisce

ilmamilio.it

L’ultimo consiglio comunale non ha diradato i dubbi. La pianificazione urbanistica di Grottaferrata rimane un rebus. A fare da apripista all’ennesima discussione politica sul tema una mozione di ‘Città al Governo’ per l’attuazione della Delibera di avvio di un iter per una nuova e definitiva visione della città. Detto, fatto. Anzi, fatto a metà. Perchè la mozione è stata sì approvata dopo un emendamento correttivo per andare incontro all’unanimità, ma la discussione si è subito rilevata la solita corsa agli ostacoli con una maggioranza in fin dei conti poco loquace.

Il documento di LCG partiva da una premessa che è doveroso ricordare perché è la fotografia della Grottaferrata che vivono i cittadini tutti i giorni nell’anno 2019. La città ha un Piano regolatore che ha più di 50 anni, ormai obsoleto e superato dai nuovi strumenti di programmazione territoriale che sono maturati negli anni, compreso il Ptpr regionale che avrà attuazione, dopo il rinvio di un mese fa, nel 2020. Il cambiamento degli stili di vita, rende ormai necessaria una revisione dell’idea di comunità. Il vecchio Prg era pensato per ben 35mila abitanti, l’80% delle cubature è stato realizzato. Tuttavia la popolazione è rimasta poco al di sopra delle ventimila unità, ma con problemi di traffico visibili ogni giorno e decremento delle risorse idriche. L’edilizia abusiva, che non rientra nella cubatura del piano, è una realtà. Ci sono, infine, oltre 150mla metri cubi potenziali che possono essere ancora costruiti, sopratutto nelle periferie come quelle di Pratone, senza infrastrutture e servizi. A questo si deve aggiungere il problema, come accennato poco sopra, degli acquedotti fatiscenti, delle condotte fognarie insufficienti se non completamente assenti, una viabilità sempre più complessa, numerose nuove costruzioni non utilizzate per residenze o per lavoro. Negli ultimi tre decenni in particolar modo la politica ha assecondato la spinta edificatoria, compromesso il paesaggio e la sicurezza idrogeologica.

consorzio ro.ma

Città al Governo ha chiesto sostanzialmente un cambio di passo almeno nella volontà politica, espansione zero, margini urbani, recupero dell’esistente, edilizia sociale, rigenerazione urbana., un nuovo processo di pianificazione, ricognizione degli elaborati tecnici, pianificazione analisi dei servizi e delle infrastrutture, il recepimento dei principi sovracomunali e uno schema complessivo, l’attualizzazione degli schemi esigenziali come elemento di base, la riduzione del consumo, prevedere un piano del verde urbano, del traffico, dellla manutenzione e chiarire l’individuazione e le risorse per pianificazione.

Un aspetto non secondario: nel corso della discussione in consiglio si è scoperto che l’iter delle perimetrazioni avrebbe avuto conclusione. Si attendono quindi comunicazioni in merito a breve.

Tuttavia va rimarcato che dopo la conclusione della lettura della mozione di Lcg e l’apertura del dibattito nella maggioranza è sceso un sostanziale silenzio. Rita Consoli è tornata dunque a chiedere comunque chiarimenti, nonché di ricordare ai colleghi un impegno che era stato preso dall’attuale maggioranza in campagna elettorale con varie dichiarazioni e linee programmatiche.

petra fiera 2019

Il consigliere di maggioranza Alessandro Cocco ha a quel punto rivendicato il lavoro svolto fino ad oggi: “Sembra che la maggioranza fino ad non abbia lavorato – ha detto – abbiamo semplicemente una visione diversa su come approcciarci al nuovo Prg. Vogliamo fare studi approfonditi su rigenerazioni, perimetrazioni, pianificazione urbanistica. La volontà della maggioranza è la stessa vostra. Noi abbiamo metodologia differente, ma con lo stesso intento. Ci rendiamo conto che alcune zone non possono recepire nuove costruzioni, ma gli studi su ogni comparto sono tasselli importanti”. Il consigliere del PD, Fabrizio Mari, ha ricordato alla maggioranza che se è vero che gli uffici stanno avviando gli studi è altrettanto importante la percezione di ciò che già accade e che continua ad accadere. “Avviare queste procedure è un bene – ha affermato - ma temporeggiare peggiora una situazione che è sotto gli occhi di tutti. Qui l’interesse generale è la qualità della vita. C’è un residuo di cubatura di 150mila da realizzare in zone con problematiche già enormi. L’indicazione politica è: trovare soluzioni tempestivamente”. Il sindaco Andreotti a tal proposito ha ribadito che esiste un problema di risorse in tal senso, ma che comunque qualora ci fossero sarebbero utilizzate per andare nella direzione auspicata da tutti.

Alla fine si è cercata una sintesi sul testo che però, rispetto alla premessa iniziale, è sembrato un compromesso al ribasso per fare sintesi nella fiducia e nel rispetto delle volontà comuni. Dalla discussione, ancora una volta, nonostante il voto unanime, si è compreso per l’ennesima volta che si prenderà ulteriore tempo perché non solo non esiste la forza economica per affrontare il tema con decisione, ma non esiste neanche una visione sul futuro della città come da tempo si intuisce.

Con il passare del tempo, dunque, potrebbero essere recepite tutte le buone pratiche per un paese finalmente affrancato dalle pratiche edilizie che fino ad oggi lo hanno divorato senza equilibri. Il dibattito in aula è scivolato via però nel solito imbuto in cui si è compreso che Grottaferrata è appesa alla indecifrabilità delle intenzioni, agli strumenti sovracomunali comunque presenti e di cui tener conto, alla netta difficoltà di definire una parola chiara e netta, almeno nelle intenzioni politiche, sul consumo di suolo.

La comunità è oggi prigioniera di una frase: “Compatibilmente alle risorse di bilancio”. Il voto dell’ultimo consiglio, se nulla accadrà di concreto, rischia di somigliare a quello di un anno e mezzo fa quando si discusse di una revisione complessiva del territorio per superare e annullare gli effetti della Delibera 41. Peccato poi sia arrivata la D43 sul permesso di costruire convenzionato (che i suoi effetti già li sta produicendo). Da allora in poi poco si è concretizzato nei fatti, tanto è  vero (altrimenti non ce ne sarebbe stato modo) che la questione è tornata in assise per una nuova discussione alla ricerca di una alternativa di svolta.

La montagna, per l’ennesima volta, ha partorito un topolino? Speriamo di no, sopratutto per i cittadini che ogni giorno sono alla prese con una qualità della vita che si è ridimensionata con il passare degli anni e che rischia di diventare peggiore.

scuolePie locandina 190314 ilmamiliomercatino grottaferrata ilmamilio