Grottaferrata, “I colori della vergogna”: la memoria è la porta aperta per una società migliore

Pubblicato: Mercoledì, 06 Febbraio 2019 - Fabrizio Giusti

GROTTAFERRATA (attualità) – In occasione della ‘Giornata della Memoria’ la bella iniziativa dell’Associazione ‘Il cantiere delle idee”, frutto di un lavoro che dura da 11 edizioni

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L'Associazione culturale,"Il Cantiere delle idee", in collaborazione con il "Progetto Memoria" del CDEC e il patrocinio del Comune di Grottaferrata, in occasione del 27 Gennaio ha organizzato, come da molti anni a questa parte, un incontro in occasione della Giornata della Memoria della Shoah. La manifestazione, intitolata ‘I colori della vergogna’, è una pagina importante per la storia culturale di Grottaferrata con una lunga narrazione di testimonianze ed incontri. Undici anni di iniziative, come ha ricordato la professoressa Maria Teresa Rinaldi, nelle quali si è scandagliata la perversità del male raccontata oltre lo sterminio degli ebrei e finendo alla persecuzione di rom e sinti, dei disabili mentali, degli omosessuali, delle donne, dei bambini e dei prigionieri di guerra italiani dopo l’8 settembre 1943.

Quest’anno ‘I colori della vergogna’ si è occupata delle leggi razziali a 80 anni della loro promulgazione durante il regime fascista. Un lungo tragitto per parlare del passato e interrogarsi sul futuro. Presenti il Prof. Carlo Corsetti, storico dei diritti umani, la dottoressa Anna Segre e Fabiana di Segni che hanno condotto gli intervenuti nei meandri della psiche e delle conseguenze dei campi di sterminio attraverso una figura, quella di Fatina Sed (la figlia Enrica era presente all’incontro), e i Ragazzi del Coro della Polifonica diretti dal Maestro Laurelli. Un concentrato di letture, fonti, poesia e canto sempre ispirato ai diritti negati e alla Shoah.

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Dopo i saluti istituzionali del sindaco Andreotti e dell’Asessore alla Cultura Vergati, è stato il professor Corsetti, partendo dal discorso di Benito Mussolini a Trieste il 18 settembre 1938, a parlare dell’origine e della funzione delle leggi razziali. Una lezione di storia, di cultura europea, di tragitti nel razzismo, nell’antisemitismo, nell’antigiudaismo di stampo religioso molto apprezzata.

Centrale, all’interno del dibattito, l’analisi e il ricordo di Fatina Sed, arrestata nel 1944 a Roma e deportata ad Auschwitz a tredici anni. Lei e il fratello furono gli unici a sopravvivere della loro famiglia. Solo molti anni dopo riuscì a scrivere la sua storia su un quaderno, fortunosamente ritrovato dalla nipote Fabiana. Attraverso una lingua semplice, estremamente efficace, le sue memorie hanno riportato i fatti così come si erano svolti e come la sua mente ancora bambina li aveva cristallizzati nella memoria. Si è ricordato come le sue pagine, pubblicate poi sul libro ‘Fatina Sed, biografia di una vita in più’, siano preziose per la verità che sprigionano. Il lavoro fatto dalle due curatrici dell’opera, entrambe psicoterapeute, non si è limitato a prendere in esame la storia della donna, ma hanno spiegato le conseguenze che quell’esperienza terribile, familiare e personale, ha avuto sugli anni successivi e sulle generazioni successive.

Ancora una volta, tra musica, documentazione, partecipazione intergenerazionale, ‘I colori della vergogna’ ha segnato l’obiettivo di rimettere la memoria al centro non solo per ricordare semplicemente, ma per fare in modo che non si ripetano più le atrocità che hanno pervaso il Novecento diffondendo la parola e la testimonianza anche tra le nuove generazioni.

(Foto Mauro Capretti)