Ogni nato (o adottato) dovrebbe avere il "suo" albero. La mancata applicazione nei Castelli di una legge per l’ambiente

Pubblicato: Mercoledì, 02 Gennaio 2019 - Fabrizio Giusti

CASTELLI ROMANI (attualità) - Una legge poco applicata che potrebbe aiutare tutte le città sopra i 15mila abitanti

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Nei Castelli Romani è più o meno come parlare di un oggetto non identificato. Non si hanno infatti notizie dell’applicazione di una legge nata come supporto all’ambiente e che potrebbe aiutare, e non di poco, le aree verdi delle città sulle colline a sud di Roma ad incentivare una cultura senza la quale, nei prossimi anni, i nostri territori ormai fortemente antropizzati da una politica edilizia scellerata sono destinati a subire gravi problemi sulla qualità della vita.

Giustamente c’è chi si arrabbia, come negli ultimi eclatanti casi di Genzano o Grottaferrata, quando decine di alberi vengono sacrificati per la sicurezza pubblica. Le contestazioni avvengono sia quando il taglio è inevitabile perché la pianta è malata o con maggior ragione quando vi sono forti perplessità sulle decisioni assunte dalle singole amministrazioni su piante che così tanto irrecuperabili non sembrano. E’ sempre rimasta sottotraccia, invece, la mancata applicazione di una norma che supera questa tematica e viaggia autonomamente in termini di compensazione. Una legge che indica a tutti i Comuni al di sopra dei 15mila abitanti di piantare un albero per ogni bambino nato o adottato.

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Sul territorio dei Castelli Romani comunicazioni in merito non ce ne sono. Eppure non sembra proprio che la natalità si sia fermata. Non è più eccezionale come in altri periodi storici (in tutte le cittadine il saldo nati/morti è ormai in negativo), ma nelle colline romane ancora si nasce e vi sono delle adozioni. Di alberi nuovi, però, non ne arrivano.

La legge risale al lontano 1992 ed è stata modificata e completata nel 2013, con la legge 10 (Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani), che introduce anche il "bilancio arboreo". Il provvedimento introduce prescrizioni per la tutela degli alberi monumentali e ridefinisce la Giornata Nazionale dell'Albero, celebrata il 21 novembre, con lo scopo di valorizzare la tutela del patrimonio arboreo e boschivo italiano. Sono tutte iniziative che si inquadrano nella volontà di promuovere il patrimonio arboreo nazionale e lo sviluppo di verde urbano. In più, si può valutare di inserire questa azione dell'"albero per ogni nato" dentro un più ampio progetto in cui è possibile ricercare finanziamenti pubblici o privati al fine di realizzare e manutenere un bosco urbano a costo zero per il Comune.

Ogni sindaco deve far sapere, inoltre, quanti alberi ha trovato al suo insediamento e quanti ne ha lasciati al termine del mandato. Purtroppo la legge è sconosciuta, inapplicata, dimenticata ed è quindi altrettanto difficile che l'opinione pubblica possa costringere gli amministratori a rispettare un’opzione che renderebbe le città ricche di verde e meno inquinate. A Montebelluna, solo per fare un esempio, è di novembre 2018 la notizia che sono stati piantati circa 450 alberi tra quelli in aree private e pubbliche. Ogni essenza porterà una fascetta con indicato il nome del bambino e un numero identificativo della pianta. Ci sono anche i casi, scorrendo velocemente, di Ronciglione, Pisogne, Trezzano sul Naviglio, Torremaggiore, Camerano o di Siena. In sintesi: c’è chi attua il provvedimento.

magico natale2018

La legge stabilisce inoltre che l'ufficio anagrafico comunale debba fornire ai genitori di ogni neonato registrato informazioni dettagliate circa la tipologia dell'albero e il luogo in cui è stato piantato. Questo significa che a ogni bambino deve corrispondere un determinato albero e volendo, un domani, ha tutto il diritto di proteggerlo a suo modo. Nei portali istituzionali dovrebbe infine essere visibile la voce "Alberi - nuovi nati". Trasparenza, questa sconosciuta.

Molti amministratori, a tale proposta, vi risponderanno che non si possono applicare questi parametri. Non si possono applicare semplicemente perché non esiste la volontà politica. Gli alberi non votano e non portano voti. Ci sono alcuni cittadini che guardano alle essenze arboree come ad un impaccio, un impedimento, una perdita di tempo, l’elemento che toglie spazio alla facilità di parcheggio. Tuttavia ogni albero è ossigeno, mentre le auto no.

Ogni bambino ha diritto per legge al "suo" albero. Ogni sindaco sopra i 15mila abitanti, alla fine del mandato, è tenuto a dichiarare quanto ha fatto su questo tema. Fino ad oggi non ce ne ricordiamo. Di lottizzazioni, espansioni edilizie contro il territorio, palazzine piene di appartamenti invenduti, cementificazioni, colline sbancate, politiche insostenibili per le comunità e abusivismo, invece, ne è piena la cronaca politica. Peccato che ormai l’orientamento del pianeta abbia messo tutti di fronte ad una sfida urgente. Tutti sono pienamente consci sui rischi che stiamo correndo già in questi anni e non tra due secoli. Cambiare l’ordine delle cose è fondamentale. Anche perché tra pochi anni, continuando così, sarà l’emergenza stessa a determinare le nostre abitudini. Sforzarsi di applicare anche minimamente o in percentuali dignitose la legge n.10 del 14 gennaio 2013 (ad esempio un albero ogni 10 nati, alberi in sostituzione di quelli malati e abbattuti, o anche a completamento delle bonifiche sulle aree boschive che hanno subito incendi)  sarebbe un salto di maturità evidente.

Per il presente, ma sopratutto per il futuro delle generazioni che verranno quando tutti noi non ci saremo più.