24 gennaio 1979: il giorno in cui le BR uccisero l’operaio Guido Rossa

Pubblicato: Giovedì, 24 Gennaio 2019 - Fabrizio Giusti

ACCADDE OGGI – Il 24 gennaio 1979 un commando di tre persone uccide il sindacalista che aveva denunciato un fiancheggiatore della lotta armata

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Don Gallo, di lui, disse che era stato un ‘uomo inedito’.

Scalava le montagne, Guido Rossa, e aveva nel cuore la giustizia sociale. Un altruista che cercava qualcosa altrove, lì dove non c’era nessuno e la piazza era lontana. Quella piazza che comunque, in quegli anni, voleva dire condivisione, centro delle lotte ed esempio di riscatto, rivendicazioni. Anni difficili, specie per Genova, dove esisteva una crisi di sistema dell’economia e dove le Brigate Rosse, tra il 1974 e il 1978, misero a segno nove omicidi (Leggi: 8 Giugno 1976: l’omicidio di Francesco Coco, un Magistrato dalla parte della civiltà dello Stato) e una ventina di gambizzazioni. 

Guido Rossa, operaio e sindacalista della Fiom-Cgil, fu il primo in Italia a testimoniare contro un fiancheggiatore e sostenitore del brigatismo. Aveva scoperto che un operaio dell'Italsider di Genova, Francesco Berardi, stava diffondendo nello stabilimento volantini di propaganda della lotta armata. Rossa lo riferì al Consiglio di fabbrica, fu il solo a firmare la denuncia: la sua condanna a morte.

Il 24 gennaio 1979 tre killer lo aspettarono sotto casa: Riccardo Dura, Vincenzo Guagliardo e Lorenzo Carpi. Solo dopo la sua uccisione si aprì un forte dibattito sulla scelta di coerenza che aveva contraddistinto Rossa, le esitazioni che lo avevano lasciato solo, gli slogan equivoci di chi in quegli anni esitava a schierarsi contro il terrorismo e chiamava i brigatisti ‘compagni che sbagliano’, di chi, nascostamente, persino ammirava la violenza. Ma quell’omicidio fu un risveglio per tutti. Le BR percepirono nettamente che il clima politico e sociale era cambiato. La mattina piovosa dei funerali Genova si riempì di 250mila persone. Una folla enorme invase le strade e Piazza De Ferrari.

 Rossa fu assassinato a meno di un anno dal sequestro e dall'assassinio di Aldo Moro. A compiere il delitto, come detto, fu la colonna genovese delle BR. Secondo le testimonianze di alcuni brigatisti collaboratori di giustizia, il Comitato esecutivo e la direzione della colonna genovese volevano solo ‘gambizzare’ il sindacalista: Riccardo Dura, invece, agendo di suo impulso, lo finì con un colpo al cuore. Il terrorista  venne ucciso in via Fracchia il 28 marzo 1980, dove le BR avevano stabilito il loro 'covo', in un' irruzione notturna dei carabinieri. Nel violento conflitto a fuoco vennero uccisi quattro brigatisti, in circostanze che generarono anche forti polemiche.

Guido Rossa era un uomo coraggioso, aperto al dialogo e al confronto con un forte senso del dovere. Consapevole della minaccia, con un rigore morale assoluto fece la sua scelta. Con il suo omicidio fu colpito per la prima volta un rappresentante della classe operaia e un sindacalista. Ciò segnò inevitabilmente l’inizio della fine per le Brigate Rosse.

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