ALBANO LAZIALE (eventi) - Anfiteatro romano il 4 agosto alle ore 21.00 con un esempio di sinergia musicale tra la tradizione andalusa e il folclore mediorientale.

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Algeciras porta in scena un esempio di sinergia musicale tra la tradizione andalusa ed il folclore mediorientale e magrebino, un viaggio musicale nella parte più occidentale del Mediterraneo. Il Mediterraneo che separa ed allo stesso tempo unisce la regione spagnola dell’Andalusia al Marocco, due territori e due culture che nella storia si sono incontrate influenzandosi a vicenda. In Andalusia nel 711, con l'occupazione araba della Spagna meridionale: ebbe inizio una “nuova era” che riguardava tutti i campi della scienza, della cultura, dell’arte e dela musica.

In “Algeciras” si ripercorrono quelle vie, rivivendo i momenti in cui, anche grazie alla musica e la danza, il sud della Spagna, al-Ándalus, divenne esempio unico di tolleranza, scambio e convivenza tra musulmani, ebrei, cristiani e gitani, nella coesistenza di culture, religioni e lingue.

Il progetto Algeciras prende spunto ed energia dalla fusione di elementi comuni del flamenco, della musica araba mediorientale, magrebina e sefardita attraverso la ricerca e la riqualificazione del patrimonio musicale del periodo di al-Ándalus, proponendo una rilettura in chiave contemporanea.

Suoni, musiche e danze uniti nella rappresentazione dell’incontro di identità e tradizioni differenti , nel tentativo di manifestare la possibile coesistenza di due linguaggi d’arte; ma anche, e soprattutto, la possibile ed in taluni casi necessaria convivenza e dialogo tra le culture diverse. Quindi, una performance di musica, danza e di affermazione di un bisogno di tolleranza e libertà, intesa nella sua più larga accezione.

Una piece di sei musicisti e dieci danzatrici per rappresentare, Il fascino della molteplicità culturale depositata nel bacino del Mediterraneo.

con
Ana Rita Rosarillo e Perla Elias Nemer – canto
Sergio Varcasia e Riccardo Garcia Rubi – chitarra
Claudio Merico – violino,oud
Simone Pulvano – percussioni, darbuka, req, daff
Paolo Monaldi – percussioni, cajon, djembe, utar
Francisca Berton - bailaora solista e coreografa di flamenco
Perla Elias Nemer - ballerina solista e coreografa di danza mediorientale
Danzatrici: Francisca Berton, Cristina Del Vecchio, Antonella Di Biase, Perla Elías Nemer, Martinica Ferrara,Vania Granata, Flavia Luchenti, Sarah Mahliqa, Giulia Pettinari, Gabriella Piscitelli.

VELLETRI (nuoto sincronizzato) – La veliterna campionessa del mondo: “Sono stati tre anni duri e molto intensi.”

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A distanza di qualche giorno dall’aver conquistato il gradino più alto del podio ai Mondiali di Nuoto sincronizzato a Budapest, grazie alla straordinaria performance con Giorgio Minisini, Manila Flamini di Velletri si volta indietro e ricostruisce attimo dopo attimo il lavoro svolto in questi anni: la fatica, l’impegno e la voglia di vincere.

“Da quando è nata questa nuova disciplina del doppio misto – dichiara la Flamini - abbiamo sempre lavorato per arrivare a questo risultato. Sono stati 3 anni duri e molto intensi.” Un sacrificio costante che ha portato i due campioni a superare la Russia con l’immensa esecuzione di “A scream from Lampedusa” una coreografia di Anastasija Ermakov che fotografa il dramma, la speranza e l’amore dei migranti che scappano dalle loro terre. “Dopo il bronzo ai mondiali di Kazan – prosegue la Flamini - abbiamo avuto la conferma che non dovevamo arrenderci perché avevamo tutte le carte in regola per battere una potenza mondiale come la Russia. Durante gli allenamenti di 9 ore al giorno quello che ci spingeva a superare la fatica era senz'altro raggiungere il nostro sogno, diventare campioni del mondo”. Un sogno che è diventato realtà. Un oro storico per l’Italia che rende orgogliosi soprattutto i Castelli romani.

 

foto tratta da facebook

ACCADDE OGGI – Il 20 Luglio 1937 muore l’inventore della nuova comunicazione. In un mondo di cavi, ideò il ‘wireless’. Il ruolo logistico dei Castelli Romani

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Il 20 Luglio 1937, a causa di un malore improvviso, si concluse la vicenda umana e straordinariamente creativa di un genio vissuto a cavallo tra due secoli, l'Italia, la Gran Bretagna, la Belle Epoque, una guerra mondiale, dentro cambiamenti epocali e dittature.

Smartphone, tablet, navigatori satellitari, ovvero gli strumenti oggi di uso comune, sono tutti figli e nipoti della rivoluzione tecnologica di Guglielmo Marconi, classe 1874. Una rivoluzione iniziata dalla soffitta della sua casa di campagna, messa in opera come una moderna 'start up' e resa popolare grazie ad una impronta comunicativa agile e avanti nei tempi.

Nato a Bologna, già all'età di vent'anni cominciò i primi esperimenti lavorando come autodidatta. L’8 dicembre 1895, dopo vari tentativi, riuscì a far funzionare un apparecchio che poteva comunicare e ricevere segnali a distanza con l’alfabeto Morse, superando anche l’ostacolo naturale di una collina, detta 'Dei Celestini': il colpo di fucile che il maggiordomo sparò in aria per confermare la riuscita dell'esperimento venne considerato giustamente l'atto di battesimo della radio.

Marconi aveva comunque la certezza di superare anche l'immensità dell'Atlantico. Convinto che le onde potessero varcare l'oceano seguendo la curvatura della Terra, nel novembre 1901 a Poldhu, in Cornovaglia, installò un grande trasmettitore la cui antenna di 130 metri, costituita da 60 fili tesi a ventaglio tra due piloni alti 49 metri. Poi s'imbarcò per St. John's di Terranova con i suoi assistenti. I due luoghi, separati dall'oceano, distavano fra di loro oltre tremila chilometri. Il 12 dicembre 1901 fu il giorno decisivo: una comunicazione costituì il primo segnale radio transoceanico. Il messaggio ricevuto era composto da tre punti: la lettera S del codice Morse. 

L'utilità dell’invenzione fu fondamentale già il 23 gennaio del 1909, con il primo soccorso navale: il salvataggio degli oltre 1700 passeggeri del transatlantico Usa "Republic". E' l'anno del grande riconoscimento: il premio Nobel per la fisica. Nel 1912 il Titanic affondò dopo aver lanciato il segnale SOS via radio. Marconi, al momento della tragedia, si trovava negli Stati Uniti. Si recò al porto di New York per ricevere i 705 superstiti. Intervistato dalla stampa, dichiarò: “Vale la pena di aver vissuto per aver dato a questa gente la possibilità di essere salvata”. Non rimasero, questi, casi isolati di provvidenziale supporto della tecnologia per una questione di emergenza.

Nel maggio del 1928, ad esempio, il dirigibile 'Italia' si schiantò sulla banchisa. Il marconista Biagi, improvvisando un'antenna, riuscì a far funzionare un trasmettitore inviando un segnale di Sos che venne raccolto da un collega russo. Fu così possibile inviare un aereo di soccorso sulla 'Tenda rossa', dove erano raccolti i superstiti del disastro.  

La straordinaria avventura della radio moderna, invece, fu così descritta: “Sono lieto di comunicare che ieri, per mezzo di apparecchi a onde ultracorte di piccola potenza, utilizzanti onde di cinquantasette centimetri e forniti di riflettori portatili, abbiamo potuto comunicare chiaramente tanto radiotelegraficamente quanto radiotelefonicamente da Rocca di Papa a Capo Figari, in Sardegna, attraverso una distanza di duecentosettanta chilometri, presenti i rappresentanti del Ministro delle Comunicazioni. Il risultato è assai importante per la scoperta fatta della possibilità di comunicare mediante le onde ultracorte, anche a distanze maggiori di quelle che risulterebbero teoricamente possibili a causa della curvatura terrestre”“Sento di poter dire - aggiunse in seguito  - che con queste esperienze sono state investigate per la prima volta alcune delle pratiche possibilità di una gamma di onde elettriche finora inesplorata, ed una nuova tecnica, destinata ad estendere considerevolmente il già vasto campo delle applicazioni delle onde elettriche alle radio-comunicazioni, è stata creata”. Era l’11 agosto del 1932. Anche i Castelli Romani entrarono così di diritto, almeno logisticamente, nella storia del percorso di vita di questo straordinario italiano che ebbe la forza di cambiare definitivamente l’esistenza quotidiana dell’umanità aprendo le porte ad un progresso prima inimmaginabile.

Venne quindi il tempo del primo collegamento radiotelefonico con microonde che il premio Nobel per la fisica realizzò tra la Città del Vaticano e Castel Gandolfo e, sempre nella piccola cittadina castellana, nel 1933, l’esposizione ad alcuni alti ufficiali dell'esercito di un apparato radio che permetteva di rilevare oggetti metallici nelle vicinanze (il passaggio di automobili): un primo  'radar', che lo stesso Marconi aveva già pensato nel 1922. Sono stagioni entusiasmanti, in cui tutto sembrava possibile. 

Il primo servizio di televisione al mondo fu inaugurato a Londra dalla BBC il 2 novembre 1936. Dopo una sperimentazione di due sistemi (quello a scansione meccanica dello scozzese John Logie Baird e quello elettronico della Marconi-EMI Television), l'emittente adottò definitivamente il sistema elettronico dell'italiano. 

Il talento di Marconi fu ampiamente riconosciuto. Gli furono conferite 16 lauree honoris causa, 25 onorificenze di alto rango, 13 cittadinanze onorarie.

A Roma, la mattina del 19 luglio 1937,  accompagnò alla stazione la moglie, diretta a Viareggio per festeggiare il compleanno della figlia Elettra. Facendo ritorno nella casa del suocero, in via Condotti, ebbe una crisi cardiaca. Morì alle 3.45 del mattino del 20 luglio. In segno di lutto, le stazioni radio del mondo interruppero contemporaneamente le trasmissioni per due minuti. Ai funerali di Stato partecipò una folla che secondo le cronache dell’epoca fu di 500mila persone.

La sua è la storia di un uomo moderno. Le sue intuizioni sono ancora tra noi, si sono evolute e si rinnoveranno ancora. Per chissà quanto tempo.  

CIAMPINO (attualità) - Tra i siti di interesse storico-artistico e architettonico abbandonati nel territorio castellano il portale della Marcandreola a Ciampino e il portale Barberini a Marino.

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Nel comprensorio dei Castelli Romani esistono pezzi di storia e prestigiosi simboli del passato, caduti nel dimenticatoio. Chi se la passa male è, senza dubbio, il portale della Marcandreola, nel Comune di Ciampino, seicentesco ingresso del Casale dei Francesi, incastonato lungo la Via dei Laghi. La storica struttura sotto la supervisione del Ministero dei Beni e delle Attività culturali avrebbe dovuto rivivere rinascita estetica e strutturale grazie a interventi di valorizzazione, a distanza di oltre 6 anni dal crollo, avvenuto nella notte tra il 27 e il 28 aprile 2011. Sarebbe dovuto passare, infatti, poco tempo per ammirare il portale restaurato, ma attualmente il secolare ingresso pare lasciato al suo destino, tra ponteggi e indifferenza. In più occasioni,  la comunità locale e l’amministrazione municipale di Ciampino hanno sollecitato la

Ciampino, degrado vicino al portale della Marcandreola
Ciampino, degrado vicino al portale della Marcandreola

Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, ma sinora quello che appare agli occhi dei ciampinesi  è piuttosto una area cantierizzata, abbandonata a sé stessa: all’interno del sito è presente una impalcatura che protegge quel poco che rimane del portale seicentesco; all’esterno, “in compenso”, sta nascendo una piccola discarica di rifiuti a cielo aperto. A quando il restauro del portale ciampinese? I lavori sarebbero dovuti terminare nel 2014… eppure ad oggi tutto pare in alto mare e poco si sa del destino del portale. Andando qualche chilometro più a sud, in via Spinabella nel territorio comunale di Marino, si erige orgoglioso il portale Barberini, struttura manierista in peperino, risalente presumibilmente all'inizio del Seicento, situata praticamente all'incrocio con la strada statale Appia Nuova. Da ormai diverso tempo il bellissimo ingresso è coperto da un telone scuro che nasconde la magnificenza del monumento. Che cosa ne sarà del portale di via Spinabella?

Portale Borghese, Marino
Portale Borghese, Marino

 

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