Tesori in pericolo: a Roma Santa Maria della Scala desta preoccupazioni

Pubblicato: Domenica, 02 Settembre 2018 - redazione attualità

ROMA (cronaca) - Dopo il crollo del tetto di San Giuseppe dei Falegnami nella Capitale partono le segnalazioni

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Da quando lo scorso 8 giugno un fulmine ha colpito in pieno la parte esterna della cupola, la chiesa della Santa Maria della Scala a Roma è parzialmente chiusa. L’altare e buona parte della navata centrale sono transennati, dalla cupola che li sovrasta cadono calcinacci. La struttura in pietra da peso di diverse tonnellate rimasta inclinata dopo il colpo, rischia di finire giù. “Continuano a cascare pezzi– ha spiega il reggente della Chiesa, padre Tauro, all’Agenzia Dire- e col vento raggiungono anche il cortile della scuola elementare adiacente”. Oggi, a tre mesi dalla caduta del fulmine, la messa si celebra su un altare improvvisato mentre  tutti i matrimoni sono stati cancellati fino a fine anno. I turisti continuano a entrare e uscire attratti dalle prestigiose opere conservate nella struttura.

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I Carmelitani Scalzi custodiscono questa chiesa nel cuore di Trastevere da quando fu costruita, alla fine del ‘500, ma la proprietà è del ministero degli Interni, che l’amministra tramite il Fondo edifici di culto (Fec). “Li ho avvertiti della massima gravità della situazione–  ha detto Padre Tauro - e li ho pregati di avviare il restauro il prima possibile” . Tre giorni dopo il ministero degli Interni ha inviato una lettera al reggente della chiesa, alla Soprintendenza speciale Belle Arti di Roma e alla Prefettura in cui si legge: “Si prega di esperire tempestivo sopralluogo e di adottare tutti i provvedimenti ritenuti necessari alla tutela della pubblica e privata incolumità”. Nella lettera c’è anche un’autorizzazione a intervenire “qualora l’organo tecnico ravvisi i requisiti presupposti dalla legge”, assicurando la copertura finanziaria.

“Ciò nonostante- continua padre Tauro- ancora non si è visto nessuno. Fino ad ora gli unici ad aver controllato la situazione sono i vigili del fuoco. Se ne sono andati raccomandandosi di isolare le zone pericolose. Serve subito la messa in sicurezza- conclude- e un parafulmine più alto per evitare che il problema si ripeta”.

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