Grottaferrata e la ‘Variante di Bagnara’. Lengheru Neru lancia l’allarme: “Il rischio è distruggere definitivamente l’area del Vallone”

Pubblicato: Sabato, 28 Luglio 2018 - Fabrizio Giusti

GROTTAFERRATA (politica) – L’ampliamento del cimitero nasconderebbe un’insidia: ecco quale

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Un vecchio detto recita “Il diavolo si nasconde nei dettagli” e questa saggezza popolare si potrebbe applicare tranquillamente all’ampliamento del cimitero di Grottaferrata”. Così l’Associazione Il Lengheru Neru, che lancia un allarme sulle possibili ripercussioni di un progetto che potrebbe prendere corpo nei prossimi mesi e sarebbe strettamente correlato all’avanzamento del camposanto cittadino.

Da voci che iniziano a circolare – affermano dall’Associazione - sembrerebbe che l’amministrazione di Grottaferrata sta pensando all’ampliamento del cimitero di Grottaferrata, e sin qui nulla da dire, se è necessario si faccia, anche se aumentando l’edificazione di aree importanti di Grottaferrata, saremo costretti ad innumerevoli e successivi ampliamenti. Il dettaglio, dove si nasconde il diavolo, sembrerebbe quello di usare l’ampliamento del cimitero per rispolverare una vecchia variante di Piano Regolatore Generale di Grottaferrata, la cosiddetta variante Bagnara”.

L’area di Bagnara è l’area che partendo dall’Agricoltura Capodarco, dal convento delle suore Francescane, arriva a Borghetto e sopra la vallata di Valle Marciana, il cui equilibrio è già stato messo in discussione della realizzazione del nuovo depuratore. In poche parole – secondo Lengheru - si vorrebbe aprire una nuova strada, inutile e pericolosa sotto tutti i punti di vista, che partendo da via del grottino (sopra l’area a parcheggio di Viale S. Nilo e sopra il mercato settimanale), aggirerebbe Capodarco, il convento delle suore Francescane e giungerebbe sino a Borghetto (foto sopra).

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A noi de U lengheru Neru sfugge la necessità e la validità di una simile strada – ribadisce il movimento - che andrebbe a colpire, ancor più di quello che è già stato fatto nell’area del Vallone, e che non potrebbe portare che, a nuovi insediamenti in un’area paesisticamente rilevante e urbanisticamente poco edificata. Evidentemente, distruggere il Vallone di Grottaferrata, con inutili e pesanti sbancamenti, ad oggi fermi e negletti, per creare una condotta fognante per altri paesi, senza alcun vantaggio per il nostro comune e compromettere un’importante area di archeologia industriale utilizzata dal medioevo, sino ai primi del ‘900, aggiungendovi una disgraziata strada, forse prologo a nuove edificazioni lungo il suo percorso, è una nuova visione urbanistica di cui per nostra pochezza non ne comprendiamo il significato”. “Per la nostra pochezza, inoltre – proseguono dall’associazione - non comprendiamo come si possa svilire un patrimonio storico, ambientale e paesistico, come il Vallone e Valle Marciana, patrimonio degno di un rilancio turistico se solo si avesse l’idea di cosa è un piano turistico, ma di questo parleremo prossimamente”.

Da qui, l’appello: “Chiediamo che le forze politiche di opposizione, che pure hanno pubblicato manifesti per la difesa del nostro territorio, si facciano parte attiva nel chiarire ai cittadini la eventuale veridicità delle voci e operino, se necessario, per fermare questo ulteriore sfregio del territorio”.

Pericolo reale o paventato? Se confermato, quello su cui ha acceso i riflettori Lengheru Neru sarebbe un ulteriore rischio per il territorio criptense dopo quelli già palesati dalle recenti delibere che hanno sbloccato migliaia di metri cubi sulla città. Anche solo per una forma di prevenzione sugli eventi, chi sarà sensibile a tali preoccupazioni?

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