Frascati | Riprendere il cammino. In margine ad un'assemblea diocesana
Pubblicato: Mercoledì, 24 Aprile 2024 - redazione attualitàFRASCATI (attualità) - Una riflessione sul momento diocesano
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di Valentino Marcon
Trovarsi insieme con duecento persone, delegate dalle proprie comunità ecclesiali, parrocchiali ed associative, in un primo ‘vero’ incontro sinodale nella sede di Villa Campitelli, potrebbe destare meraviglia in chi non conosce la storia di questa diocesi.
Invece non è altro che il risultato – anche se non proprio scontato – di una liberazione dai lacciuoli in cui per quindici anni la diocesi era stata relegata con decisioni verticistiche e senza chiari obiettivi, con un metodo del ‘divide et impera’ in cui nessun gruppo o categoria o associazione è mai riuscita ad incontrarsi anche col clero (quello rimasto dopo gli… ‘allontanamenti’!), e religiose/i.
Il vertice curiale e non solo quello, appariva (e appare?) ‘supportato’ certamente da persone disponibili ma pure da qualche personaggio talvolta incompetente ma obbediente acriticamente ed esecutivo e addirittura da qualcuno completamente sconosciuto ai più, dentro una pletora di ‘uffici’ (talvolta solo sulla carta). E’ inutile ora affermare che il malessere era diffuso, perché ci si può anche chiedere quanti in questi anni sono usciti allo scoperto, pagando anche di persona, per aver osato proporre alternative o esprimere critiche costruttive. Rileggendo alcuni articoli del recente passato su questo stesso giornale, ci si accorgerà di quanto affermato sopra. E quanto il popolo di Dio in questi anni è cresciuto? Laicato, ordini religiosi, preti (di quelli che non sono stati allontanati con i più banali pretesti), oggi devono riprendere il cammino tracciato dalle indicazioni conciliari e da Paolo VI e, in questi anni ‘recuperate’ decisamente da papa Francesco con la sua catechesi e l’invito per una ‘chiesa in uscita’.
In qualche articolo precedente avevamo messo in risalto come la stessa celebrazione comunitaria per eccellenza - la Messa o Celebrazione eucaristica – quale fonte e culmine della liturgia del popolo, fosse in molti casi, caratterizzata da una sorta di burocraticismo liturgico con gestualità ben poco o nulla partecipate. Recentemente su questo aspetto, molto comune in Italia, è stato pubblicato un libretto del sociologo Diotallevi, ‘La messa ‘sbiadita’.
E’ un quadro obiettivo di riti cui noi assistiamo ‘normalmente’. Tornando all’Assemblea sinodale (che si ripeterà a breve a Velletri), occorre che i risultati - su cui occorre fare un obiettivo resoconto - non vengano legati ad un trionfalismo di maniera (per intenderci, ‘oh, come siamo stati bene’!) e nemmeno alla autoreferenzialità del ‘guardarci dentro l’orticello’, ma, partendo da una doverosa formazione ecclesiale-teologica, vanno inquadrati sulla strada delimitata da alcune precise sponde: 1) la conoscenza della storia e della realtà diocesana, 2) l’attenzione alla società e alla cultura odierna, soprattutto giovanile (ma senza il solito lamentoso refrain che ‘i giovani non ci sono’ o, ‘non vengono a Messa’!), 3) la comunità cristiana da risintonizzarsi con la società, il mondo del lavoro e dell’emarginazione e la stessa politica alla luce della dottrina sociale della Chiesa (senza integralismi o bigotterie).
Occorre quindi riprendere un cammino. Durante l’ormai dimenticato(?) episcopato di mons. Luigi Liverzani, i periodici incontri comunitari e dialogici fecero crescere una chiesa vivace e ‘conciliare’, ma, addirittura anche durante il non sempre lineare episcopato di mons. Matarrese, ci furono momenti ‘assembleari’ di non poco conto, quali l’incontro del 1991 per il Centenario della Rerum Novarum o i quattro incontri in cattedrale per il 40° del Concilio, con teologi, esperti e testimoni (da p. Sorge al card. Silvestrini, ecc., comprese teologhe donne). La media di partecipazione fu sempre sulle 150 persone. Ora, dopo l’incontro del 19 aprile, occorre portare avanti questo cammino con decisione, costanza e reciproco ascolto, ma anche far sì che si mettano al più presto in atto cambiamenti chiari ed efficaci, a partire pure dagli organismi diocesani e di curia, mediante competenze e disponibilità di servizio, a cominciare da una vera, obbiettiva e costante comunicazione ed informazione (è sotto gli occhi di tutti , ad esempio, come il sito ufficiale della diocesi di Frascati sia bloccato da almeno 7 mesi)!
Le premesse per un cambiamento ci sono. E’ necessario adesso che il cammino avviato non sia fermato o rallentato per cause banali o per… nostalgie ‘catechetiche’ sedentarie.