Inceneritore: da Albano Laziale la richiesta alla Regione di “area a rischio ambientale”

Pubblicato: Mercoledì, 21 Febbraio 2024 - Redazione politica

ALBANO LAZIALE (politica) - Cacciatore e Tedone: “La legge regionale è uno strumento utile ma serve che intervenga la politica”

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Pochi giorni fa si è tenuta un’iniziativa del gruppo L’Altra Albano per poter condividere con la cittadinanza un Ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale e che potrebbe dare qualche appiglio legislativo contro la costruzione dell’inceneritore. All'appuntamento a Cecchina era presente anche il sindaco di Albano, Massimiliano Borelli, che ha ribadito la propria contrarietà alla costruzione dell'inceneritore, sottolineando come il Comune ha già pagato un prezzo dal punto di vista ambientale per la discarica e si è già contrapposto con tutte le proprie forze alla costruzione dell'inceneritore che si sarebbe voluto costruire a Roncigliano. Ferma resta quindi la decisione di opporre ogni decisione affinché questo impianto non venga costruito.

ilmamilio.it ne ha parlato con Marco Cacciatore, che fu il primo firmatario della legge regionale a cui l’Ordine del giorno richiama, e con Salvatore Tedone, consigliere comunale di Albano che ha presentato l’Odg insieme al collega Marco Alteri.

Cacciatore, ci può spiegare in maniera semplice cosa dice la legge regionale 13/2019 che disciplina, appunto, le aree ad elevato rischio di crisi ambientale?

“La legge prevede in sostanza che in caso di gravi alterazioni dei valori ambientali un Comune, una Provincia o Città Metropolitana chiedano alla Regione di istituire un'area in qualche modo da “proteggere” e questo senza per forza dover dimostrare il danno ambientale. In realtà la Regione può istituita anche da sé: in passato però i molti atti presentati in tal senso non sono mai andati a compimento. L'area a rischio viene individuata e perimetrata sulla base dei rilievi Arpa che attestano il rischio e a quel punto viene adottato un Piano di Risanamento, affiancato da studi epidemiologici e monitoraggi. Per tutta la durata di questo processo vengono fermati nuovi insediamenti o ampliamenti di impianto. Le spese del piano vengono sostenute però non solo dagli enti, ma anche da quei privati e imprese accertati responsabili del rischio: una cosa assai rara in un mondo in cui di solito sono sempre le casse pubbliche a pagare per gli errori dei privati. Non è una legge però contro l'impresa perché i soggetti sani che esercitano nel rispetto della sostenibilità si vedono risanare il territorio, mentre chi rischia di inquinare, prima che si arrivi al danno che limiterebbe per sempre anche le attività economiche che insistono su un territorio, viene bloccato. E poi, ultimato il Risanamento, la Pianificazione riprende da dove si era lasciato. Questa legge è uno strumento di tutela preventivo, che può aiutare le comunità a stabilire un rapporto sano con le imprese, tramite l'azione amministrativa ispirata all'eco-sostenibilità, senza limitare alcun investimento, anzi rendendo ogni esercizio economico parte di un territorio”.

Quali sono i margini di intervento grazie a questa legge?

“Ogni volta che si registrano importanti superamenti dei valori di legge sugli inquinanti, per incidenti e per la normale attività, e laddove insistono concentrazioni di impianti a elevato rischio, le istituzioni hanno l'opportunità di prevenire effetti peggiori e risanare al contempo l’area. Di recente è stato pubblicato l'aggiornamento dello studio Eras, che combina risultati ambientali e sanitari intorno agli impianti di rifiuti, e ne emerge con chiarezza quanto intorno all'impiantistica dei rifiuti nel Lazio sussistano diversi rischi di crisi ambientale. Chi fino a oggi ha tenuto chiusa nel cassetto questa legge, avrà da oggi una motivazione in meno perché con lo studio Eras è scritto nero su bianco cosa potrebbe accadere. Chi invece come Alessandra Zeppieri in consiglio regionale si fa interprete e promotore di questo, presentando atti per stimolare l'applicazione di questa legge, si può dire davvero rappresenti gli interessi di tutti”.

Tedone, perché è importante che il Consiglio comunale di Albano abbia votato questo ordine del giorno?

“Veniamo dalla battaglia della discarica di Roncigliano, durata decenni, e ora ci ritroviamo in casa anche un inceneritore che, anche se costruito sull'ultimo lembo di Roma, possiamo chiamare senza timore di smentita "dei Castelli Romani". Nei decenni troppe volte abbiamo visto il nostro territorio, di estremo pregio, cambiare destinazione e volto, compromettendo per sempre ricchezze naturali che un tempo erano alla base della vita associata ai Caselli Romani. Questa legge è uno strumento che consente al Comune di Albano di mettere in campo azioni amministrative di reale tutela e verifica, facendo incontrare i diversi interessi in campo ma riconoscendo la dovuta priorità agli interessi pubblici, che oggi, innanzitutto ad Albano, non possono non partire dalla salvaguardia ambientale e dai temi della sostenibilità. Per questo sono felice che tutto il consiglio comunale abbia capito lo spirito della proposta e mi rende orgoglioso sapere che sia proprio il mio Comune ad aver aperto questa strada anche per le altre amministrazioni”.

Perché lei ritiene sia importante lo votino anche gli altri comuni limitrofi?

“I Castelli Romani si possono considerare un territorio unico. In Regione sono ben rappresentati da Alessandra Zeppieri ma è necessario che la voce sia sempre unitaria e compatta quando si tratta di lotte a salvaguardia del territorio. Per questo, credo sia fondamentale che gli altri comuni seguano il nostro esempio portando l’Ordine del giorno nei propri Consigli e facendolo votare: ogni Comune, qui, confina direttamente con l’altro e quindi in questo modo si andrebbe a rafforzare la richiesta di tutela di un’area a rischio che è quella su cui dovrebbe insistere l’inceneritore di Gualtieri.

Quella dell’inceneritore è una storia che è iniziata con la politica e che ora la politica deve risolvere. Gualtieri, pur essendo il sindaco della Città Metropolitana, non dà ascolto ai territori che dovrebbe in qualche modo amministrare. Allo stesso modo, il Vicesindaco della Città Metropolitana Pierluigi Sanna non ci dà udienza, nonostante lui stesso venga da battaglie in difesa dei territori da insediamenti insostenibili. Questa doppia morale deve finire: o tutti i territori hanno pari dignità o si dica chiaramente che si è deciso di scaricare i problemi di Roma su alcuni di essi.

A questo punto credo che la revoca dei poteri commissariali a Gualtieri sia non solo l’unica strada da percorrere ma quella più corretta da un punto di vista formale: l’inceneritore non sarà mai pronto per il Giubileo, e quindi non si capisce perché debba rientrare tra i suoi poteri straordinari; la sua costruzione va contro il Piano Regionale dei Rifiuti, che prevede invece una progressiva riduzione dell’incenerimento; non rispetta in alcun modo le direttive dell’Unione europea che invece guardano al recupero di materia e a una reale economia circolare.

La politica, nazionale, regionale e locale, deve intervenire con la richiesta di revoca dei poteri commissariali a Gualtieri in tema rifiuti, farlo velocemente e con atti concreti: continuare a manifestare la propria contrarietà all’inceneritore solo a parole non porterà da nessuna parte”. 

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