STORIE & METALLO - Paolo III il mecenate: dalla Torre sul Campidoglio allo "sfregio" del Vittoriano

Pubblicato: Sabato, 10 Febbraio 2024 - Marco Caroni

piazzaSanMarco roma old med ilmamilioROMA (storie & metallo) - La Roma di Papa Farnese e quella ridisegnata dagli sventramenti di fine '800 e dei primi decenni del '900

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Se è piuttosto nota la storia della cosidetta "spina di Borgo", a ridosso di piazza San Pietro, demolita tra il 1936 ed il 1950 per fare spazio a via della Conciliazione, meno nota ma forse più affascinante è la vicenda delle demolizioni che interessarono ad inizio '900 il Campidoglio e quella che da piazza San Marco (oggi spostata verso ovest di qualche metro) sarebbe poi diventata l'odierna piazza Venezia.

 Ma questa è una storia che vale la pena far partire diversi secoli prima, all'alba dell'era Moderna per come la conosciamo oggi.

Il 13 ottobre 1534 sale al soglio pontificio, al termine di un conclave sufficientemente breve, il maremmano di Canino Alessandro Farnese. Al momento dell'elezione, il cardinale Farnese ha già 66 anni: a farlo porporato, nel 1493 (un anno dopo la scoperta dell'America) all'età di appena 25 anni era stato papa Alessandro VI, Rodrigo Borgia.

La Roma è quella che pochi anni prima, nel 1527, ha subito il terribile sacco da parte dei lanzichenecchi al soldo di Carlo V Asburgo. Tra vittime dell'invasione, morti per la peste portata dai germanici e coloro che si sono dati alla fuga, la città viene praticamente svuotata dei suoi abitanti.

Il nome che il neo pontefice sceglie è Paolo III ed il suo sarà un pontificato destinato a restare ben impresso. Proveniente da una famiglia nobile (il padre era signore di Montalto), formatosi a Roma prima e quindi alla corte dei Medici a Firenze, il cardinal farnese è uomo di scienza, di arte e teologia. Che ha ben chiaro il concetto di potere. 

Paolo III, abituato ad avere a che fare con sovrani ed imperatori, con la nobiltà e con le più alte cariche degli Stati. Ha ben chiara in mente l'idea della Roma che desidera ed anche se è chiamato ad affrontare la sfida del protestantesimo esercitando un delicato equilibrio tra le posizioni imperiali e quelle francesi, non tralascia attenzione per la Capitale del cristianesimo.

Come simbolo del potere papale dispone la realizzazione di quella che passa alla storia come Torre Paolo III: una torre massiccia, in stile medievale, che si eleva sul Campidoglio a dominare la città. Il "Palazzo Aracoeli", come avrebbe probabilmente dovuto chiamarsi all'epoca, diventa residenza papale soprattutto in estate.

torre PaoloIII 1 ilmamilio

La Torre Paolo III come appariva poco prima di essere demolita

Nel corso del suo papato, Paolo III abbellisce Roma: realizza palazzi, fontane, strade. Collega la Torre col Palazzetto Venezia, attraverso un camminamento sopraelevato che attraversa il fitto reticolo di strade e case che si abbarbicano addosso al colle. Dispone il trasferimento della statua equestre del Marco Aurelio dal Laterano alla piazza del Campidoglio, che chiede a Michelangelo di ridisegnare. Sempre a Michelangelo, seppur ormai attempato, commissiona il celebre straordinario Giudizio Universale nella Cappella sistina e, ancora, gli affida le chiavi della fabbrica di San Pietro. Il Buonarroti ringrazia ed impone il suo progetto a pianta a croce.

Per il Papa l'arte diventa, come per altri pontefici prima e dopo di lui, strumento di magnificenza e soprattutto di propaganda anche politica.

Dopo aver dotato Roma di una nuova cinta muraria, Paolo III pensa anche al territorio circostante: si interessa alla diocesi suburbicaria di Frascati, abitato che fortifica che eleva al rango di città.

 In vista del Giubileo del 1550, attesissimo, Papa Farnese dà ulteriore slancio alla riqualificazione di Roma. La medaglia sopra pubblicata ne testimonia l'attenzione per le vestigia del passato e la cura nel riordino urbano. Ma non fa in tempo Papa Farnese ad aprire la porta Santa perché il suo mandato terreno termina il 10 novembre 1549, a poco più di un mese dall'inizio dell'Anno santo.

Il simbolo del suo potere, la Torre Paolo III, resiste per 3 secoli diventando residenza papale signorile, da destinare a qualche cardinale di spicco.

La Roma post unitaria, però, ha per l'area attorno al Campidoglio idee grandiose. Alla morte di Re Vittorio Emanuele II, il 9 gennaio 1878, Casa Savoia vuole celebrare degnamente il Padre della Patria e quello che bolle in pentola è la realizzazione di un enorme monumento.

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Sulla sinistra palazzo Venezia con la sua torre e piazza San Marco. Sul lato opposto palazzo Bolognetti Torlonia, demolito per realizzare piazza Venezia

L'area individuata per sviluppare il progetto dell'architetto Giuseppe Sacconi viene identificata proprio in quella a ridosso del Campidoglio. E per rendere sontuoso quanto si deve il monumento, bisogna non solo fargli spazio ma anche dargli una adeguata visione prospettiva. Questo significa che tra il 1895 ed il 1935 l'intera area, comprese le attuali via dei Fori Imperiali e via del Teatro Marcello ma anche piazza Venezia, subisce una potente trasformazione.

A cadere sotto i colpi di piccone sono case e vicoli, clivi e botteghe, chiese, cappelle, antiche tombe, roccia e tanta storia. Tra i primi edifici ad essere demoliti, già nel 1896, c'è proprio la Torre Paolo III. D'altra parte che piacere può aver portato alla Roma monarchica il poter buttare giù uno dei simboli più tangibili e massicci del potere papale?

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Il rione a confronto: nel 1870 ed oggi. Immagine tratta da www.trastevereapp.com

Piazza San Marco, sui cui lati lunghi affacciano palazzo Venezia e palazzetto Venezia da una parte e palazzo Bolognetti Torlonia. La piazza si amplia, il palazzetto Venezia viene smontato e rimonatato (!) più ad ovest, dove tuttora si trova dall'altra parte della Basilica di San Marco, ai piedi dell'Ara Coeli. Il complesso di fronte a palazzo Venezia viene sventrato e viene realizzato un edificio gemello che ospita le Assicurazioni generali. Tutti gli edifici sul lato corto opposto a via del Corso vengono demoliti: lì trova spazio il Vittoriano, inaugurato solennemente il 4 giugno 1911. Sulla sommità non sono ancora state posizionate le quadrighe, ma il monumento equestre di Vittorio Emanuele II c'è.

Le quadrighe che ornano le due estremità del monumento verranno realizzate diversi anni dopo: dal 1921 il Vittoriano ospita anche le spoglie del milite ignoto.

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 Il vittoriano in costruzione: sulla destra le attività di "smontaggio" di palazzetto Venezia

 La Roma Capitale d'Italia, sventrata in alcuni dei suoi luoghi simbolo tra la fine dell'800 e i primi decenni del '900 è una città molto diversa - chiaramente anche per popolazione - a quella di Paolo III. Nel XVI secolo la città aveva meno di 60mila abitanti, ad inizio XX secolo ne ha oltre 400mila.

Dopo gli sventramenti per il Vittoriano, si prosegue con quelli per via dell'Impero (poi via dei Fori Imperiali) e quelli per via del Teatro Marcello: scompaiono palazzi, case, isolati, piazze e strade. Dalla parte dell'Ara Coeli si realizza l'inizio della via del Mare.

La bellissima immagine pubblicata in alto, rimanda alla Roma di Paolo III o poco dopo. Sulla destra palazzo Venezia, col celebre balcone e la sua torre, oltre ancora palazzetto Venezia, che chiude praticamente il lago corto di piazza San Marco. Sul lato opposto palazzo Bolognetti-Torlonia, del quale oggi è rimasto solo il portale. Sullo sfondo, sul Campidoglio, a dominare la città c'è la Torre di Paolo III. Non è però visibile il passetto di collegamento col palazzetto Venezia.

Del complesso immortalato nell'immagine, ripreso praticamente dall'inizio di via del Corso, oggi resiste solo - nella sua posizione originaria - palazzo Venezia.

Nella foto qui sotto, piazza Venezia come appare oggi, ripresa dalla terrazza sul Vittoriano. Un punto di vista che probabilmente è simile a quello che si avrebbe avuto dalla sommità della Torre Paolo III. Evidente la simmetria scenica di palazzo Venezia e del palazzo delle assicurazioni generali.

Al centro della piazza il cantiere per la stazione "piazza Venezia" della metro C.

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LA MEDAGLIA - La medaglia sopra presentata è una copia fusa di quella emessa nel 1549 per celebrare gli abbellimenti realizzati a Roma in vista del Giubileo del 1550 per volere di Papa Paolo III.

Nella visuale a volo d'uccello, si riconoscono alcuni dei monumenti dei luoghi di Roma: il Colosseo, il Tevere, le mura, l'arco di Costantino.

Nel rovescio Papa Paolo terzo, con testa scoperta, rivolto a sinistra.

La medaglia, di piccole dimensioni come da norma per l'epoca, ha un diametro di 39 millimetri ed un peso di circa 24 grammi. Considerata rara anche nelle copie fuse, è in uno stato BB (appiccagnolo rimosso). Opus Alessandro Cesali, il Grechetto.

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