VOLTI - Don Angelo De Angelis, una figura in odor di santità ma dimenticata

Pubblicato: Sabato, 27 Gennaio 2024 - redazione attualità

donAngelo ilmamilioFRASCATI (attualità) - Nei cento anni dalla sua nascita

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di Valentino Marcon

   Il 15 maggio del 1979, a 55 anni moriva a Colonna don Angelo De Angelis, una figura oggi del tutto dimenticata.

Nato a Rocca di Papa il 3 marzo del 1924, ed entrato a 11 anni in seminario - seguendo le orme del fratello Luigi - verrà ordinato sacerdote il 31 marzo del 1944; due mesi dopo, il 25 maggio 1944 gli morirà il padre sotto un bombardamento, a 52 anni. Canonico penitenziere della Cattedrale nel 1952, fu vice parroco a S. Maria in Vivario dal gennaio 1958, confessore in alcuni Istituti di Religiose e insegnante di musica nel Seminario.

Dal 1952 nominato Assistente diocesano dell’Unione Donne di Azione Cattolica, fino alla fine del 1964, quando divenne parroco a Colonna. La sua spiritualità è testimoniata da tutta la sua vita, ma si evidenzia anche in alcuni dei suoi scritti. Il 25 dicembre del 1954, con una lettera al vescovo ausiliare, lo ringraziava per avergli consentito di partecipare alle Esercitazioni per un Mondo migliore, desiderando anche di confidargli un proposito particolare maturato nelle giornate di Mondragone, cioè quello di perfezionare mediante il voto l’impegno di obbedienza assunto già nella Promessa fatta il giorno della S. Ordinazione. Pregherà quindi il vescovo di presentare questa sua promessa al cardinale. colline fitness 5 ilmamilio

Nell’agosto del 1957, partecipando ad un incontro del Movimento dei Focolari, a Fiera di Primiero, scriverà ancora al vescovo Budelacci: “…Dopo quattro giorni in Mariapoli la vita in questa città ideale e reale insieme è una vera scoperta… I suoi ‘cittadini’ sono più di 800… La scoperta è nella carità vissuta momento per momento…c on la preoccupazione di realizzare sempre l’unità… ma tutto ciò suppone la morte dell’io e l’annientamento dell’amor proprio, cioè la vita di Maria in ciascuno di noi…Non so ancora quanto tempo potrò trattenermi qui, ma ogni giorno mi sembra immensamente fecondo…Qui ho ritrovato quel gruppo singolare di giovani che per qualche mese son venuti ogni giorno puntualmente in Cattedrale destando la nostra ammirazione…Ho incontrato don Leonardi dei Pallottini di Rocca Priora che da alcuni mesi è nel Movimento e che mi ha particolarmente aiutato in questo mio primo contatto diretto con i Focolarini”.

    Nel 1962 fece parte della delegazione che si recò a Cotignola in occasione della consacrazione a vescovo di mons. Luigi Liverzani. Nel 1972, dopo l’arrivo di don Vincenzo Palamara - incardinato in diocesi nel 1969 dopo che era uscito dall’Ordine dei Rogazionisti e quindi divenuto vice parroco a Colonna - la realtà pastorale locale divenne problematica per don Angelo, osteggiato specialmente per aver sostenuto il metodo montessoriano nella catechesi parrocchiale, un metodo che comunque lui diffonderà e sosterrà con successo quando andrà missionario in Brasile. Infatti il 24 marzo del 1973 in cattedrale gli verrà consegnato il crocifisso per partire verso la missione brasiliana a Candido Mendez in contatto col vescovo Guido Casullo e dove resterà per tutto il 1974 per essere poi trasferito a St. Louis (capitale del Maranhao).

Questa scelta missionaria fu per lui un impegno di tutto rilievo e sempre portato avanti con entusiasmo. In una sua lettera confidava: “mi sono trovato a contatto con il ‘mondo’ montessoriano di qui (soprattutto nelle puntate fatte a Rio de Janeiro e Sao Paulo” e sottolinea “l’interesse che ne avevano avuto per la sua esperienza del metodo”.

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Offrirà pertanto un assiduo servizio ai catechisti nella chiesa locale, tra l’altro, cercando anche di tradurre in portoghese, per adattarla all’ambiente locale, l’opera di Sofia Cavalletti (scomparsa nel 2011 a 94 anni), sulla educazione religiosa dei bambini. Nel 1978 tornava brevemente in Italia per un corso diocesano di catechisti, ripartendo per il Brasile il 18 novembre dello stesso anno ma, poco dopo, nel 1979, ammalatosi gravemente, dovrà tornare definitivamente in Italia, morendo nel maggio dello stesso anno. Un mese dopo la sua scomparsa, un sacerdote che lo aveva conosciuto, ne tesseva grandi elogi.

    Nel 1988, don Lodovico Rota - allora nell’Ufficio Vaticano della Congregazione per le cause dei santi, e già assistente diocesano della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, poi parroco dal 1971 al ‘72 a Rocca di papa - da Bellegra, dove si era recato per qualche giorno di esercizi spirituali, nel ricordare la “singolare santità sacerdotale del Rev.mo don Angelo de Angelis”, faceva istanza al vescovo Liverzani affinché si potesse avviare il processo per la canonizzazione del prete roccheggiano. Don Rota affermava di aver raccolto discrete testimonianze da cui ne scaturiva una sotterranea ma solida sanctitas, e suggeriva di iniziare la causa, (o da parte della diocesi, la parrocchia nativa, il paese di Colonna…) ed aggiungeva pure che il postulatore poteva essere il “p. Antonio Cairoli sfm, del Collegio Serafico di Terrasanta, che era già postulatore di papa Giovanni e con 40 cause da seguire”.

Don Rota infine, auspicando che il Vescovo desse mandato ad un sacerdote per iniziare tale lavoro, dava qualche indicazione sui nomi: “un salesiano di Villa Sora? Don Orlando Raggi? don Remo De Angelis? lo stesso vicario don Meconi?...” Non sembra però che la ‘causa’ sia stata mai iniziata, tanto più che Liverzani, già da un pezzo era dimissionario per raggiunti limiti di età, sostituito da Matarrese alla fine del 1989.  Vada avanti o meno la causa di canonizzazione, non c’è alcun dubbio che don Angelo avesse una profonda spiritualità come potrebbero attestare quanti forse ancora se lo ricordano.