Monte Porzio Catone | Un lettore del mamilio.it ricorda due carabinieri uccisi durante gli anni del terrorismo

Pubblicato: Mercoledì, 06 Dicembre 2023 - redazione attualità
MONTE PORZIO (attualità) -  riceviamo e pubblichiamo da un lettore del mamilio.it, il racconto di due storie di personaggi che hanno in qualche modo fatto la storia della nostra nazione e sono stati vittime degli anni tragici del terrorismo: Romano e Mariano
 
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Appuntato dei Carabinieri ROMANO RADICI- deceduto - 6 dicembre 1981 .
 
In una sonnolenta e fredda mattinata domenicale, il 6 dicembre 1981, hai smarrito la tua vita e quella dei tuoi cari. La cosa più difficile da accettare è l’assurda motivazione alla base del tuo omicidio, che a distanza di anni continua ad essere incomprensibile. Non che morire in servizio per salvare una persona possa in qualche modo giustificare il dolore dilaniante che provano i parenti, ma un briciolo di giustificazione logica a cui appigliarsi può essere utile per comprendere almeno in piccola parte tanta tragedia. Eppure qui non esiste nulla, un nulla totale e pesante come il piombo. Non c’era un attentato in corso, una calamità naturale, un qualsiasi evento che potesse giustificare – in una minima parte – tanto dolore. Hai voluto procedere ad un controllo di quei due loschi figuri che sedevano su di una panchina in via Marmorata.
 
 

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E’ bastato che l’alfetta di servizio si fermasse a pochi metri per scatenare la reazione incontrollata di chi ha scelto la via del terrore: la violenza in quanto tale, significato e giustificazione di qualche sconclusionato sogno “rivoluzionario”, appartenente più ad un manuale di psichiatria che al mondo degli ideali giovanili e “politici”. E così sei andato via, in silenzio, così come hai vissuto, nutrito a pane e senso del dovere. Anche in questa ingiustificata morte non hai perso la tua dignità, così come l’hanno saputa trasmettere nel corso degli anni, i tuoi famigliari: tua moglie Anna Maria e i tuoi figli, Laura e Paolo. La sezione A.N.C. di Monte Porzio Catone intitolata all’Appuntato CC Ippolito Cortellessa (altra vittima del dovere) su iniziativa del Presidente M.llo Ca. Zucca Edoardo, ti ha intitolato la sua “Organizzazione di Volontariato”. I tuoi valori vengono trasfusi quotidianamente nelle molteplici attività sociali che l’O.d.V. mette in campo. Domani, dopo 42 anni presso il Comando Torrino Nord, sede del N.O.R.M. di cui eri orgogliosamente parte attiva, si svolgerà una commemorazione davanti alla stele che ti ricorda. Una cerimonia che neanche il passare degli anni ha potuto rendere meno viva e sentita. Ci saranno tutti i tuoi compagni di servizio per mantenere forte e chiaro il tuo messaggio: nulla è più onorevole che dare il proprio contributo al bene della società. Grazie per ciò che hai fatto e per l’esempio che sei.
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Maresciallo MARIANO ROMITI – deceduto il 7 dicembre 1979 -
 
Quando ti ricordo, e capita molto spesso, mi piace raccontare un piccolo aneddoto che ci riguarda. Ero a cena a casa tua la sera del 6 dicembre 1979, accolto dalla tua allegra famiglia. Quando, finita la cena, hai iniziato a lavare i piatti e mi hai dato una delle grandi lezioni di vita che porto ancora con me come un prezioso tesoro. Mi spiegasti che lavare i piatti era un tuo preciso dovere , considerato che ti eri sposato per amore di Anna e non per avere una colf a tutto servizio e gratis. Lo hai raccontato ridendo, tra continue interruzioni dei tuoi figli che ti coprivano di domande ed a cui tu rispondevi senza perderne una soltanto. Ecco, se la tua vita ed il tuo sacrificio, fosse solo servito a darmi questo insegnamento, basterebbe. Ma non è così. Mi ricordo le tue lunghe ed esaustive spiegazioni sul fenomeno terrorismo (sei stato tu ha suggerirmi lo spunto iniziale sulla teoria che alla base di tante scelte “rivoluzionarie” ci fosse in buona parte un conflitto genitori/figli, considerato anche che almeno cinque brigatisti erano figli di appartenenti alle FF.OO.). E poi la lunga gita ad Assisi, con il racconto della tua fede religiosa vissuta non come un sogno idealizzato, ma come vita pratica e quotidiana. E poi i racconti sul bambino scomparso, Marco Dominici e le notti insonni ad aiutare, anche fuori dal servizio, tutte le situazioni di disagio che incontravi nel tuo lavoro. Anche nella costituzione del primo sindacato di polizia hai voluto mettere il tuo talento, che come vedi, ha dato molti frutti. La mattina del 7 dicembre c’era una nebbia inusuale e fitta a Torre Spaccata, territorio di una delle più efferate colonne brigatiste. Qualcuno mi citofonò poco prima delle 8,00 e nel racconto confuso che mi fu fatto, capii che era successo qualcosa di molto grave. Arrivai sul posto che ti stavano portando via su di una alfa romeo giulia di servizio. Non ti ho più visto se non negli occhi di tua moglie e dei tuoi figli. Grazie anche a te per questa grande eredità. Cercheremo di esserne degni.

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