DISTINTI NORD-OVEST - Il sacrosanto diritto di fischiare una Lazio senz'anima e senza più idee
Pubblicato: Lunedì, 04 Dicembre 2023 - redazione sportivaROMA (calcio) - Al termine della inguardabile gara contro il Cagliari i tifosi nonostante il successo hanno contestato la squadra. In conferenza stampa l'allenatore in secondo Martusciello ha criticato l'atteggiamento dei sostenitori paganti. Qualcosa, caro mister, gliela diciamo noi
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Giovanni Martusciello, allenatore in seconda della Lazio, è stato - a quanto pare - tra i circa 40mila presenti sabato pomeriggio allo Stadio Olimpico l'unico a non accorgersi della bordata di fischi arrivati sulla squadra alla fine della partita. Una cosa piuttosto rara, lo ammettiamo: quale tifoseria fischia la propria squadra al termine di una gara vinta?
Lo stitico e pure sofferto 1-0 sul Cagliari, per Martusciello è ciò che conta ai fini delle dinamiche superiori. "Si ricorderà la vittoria, non come è arrivata", ha detto in conferenza stampa col piglio di quello che la sa lunga. E quando qualcuno tra i giornalisti gli ha fatto notare i fischi e la terribile prestazione della squadra, Martusciello si è anche stizzito accusando di non essere laziale chi critica, giornalisti compresi.
Ebbene, Martusciello: ora una cosa gliela dico io. Tra quelli che sabato sera erano allo stadio, nell'1% di non laziali presenti, per costituzione e storia probabilmente c'è proprio lei. Che si è giustamente definito un professionista, ma che ha dimenticato di ricordare che il suo emolumento arriva, per dritto o per storto, da chi il circo del calcio in un modo o nell'altro lo fa girare. Ovvero i tifosi.
Quindi, se uno stadio intero (non ci sono state curve o tribune, solo un sonoro unico ululato di fischi) ha contestato una squadra senza anima, senza grinta e soprattutto e più preoccupante senza più idee, una ragione deve cercarla nel lavoro settimanale che la squadra agli ordini dello staff tecnico svolge. E non nell'umore, univoco e manco a farlo apposta condiviso da tutti i presenti, dei tifosi.
La Lazio vista contro il Cagliari è la stessa identica di quelle viste a Lecce, col Genoa, a Rotterdam, nel secondo tempo di Bologna, di Torino, nella spenta prestazione contro il Monza, nella oscena trasferta di Salerno. Ebbene, Martusciello: se come dice lei, in un ottica di dinamiche superiori, se a restare sono i risultati, è chiaro che rimarrà l'1-0 rifilato ad un Cagliari men che modesto ed in 10, ma rimarranno anche tutte le batoste rimediate fin qui quest'anno dalla Lazio. Quelle no?
E sia ben chiaro che pochi giorni prima, contro il Celtic non è che i biancocelesti avessero offerto chissà quale prestazione, quale prova di carattere. Diciamolo pure francamente: a fronte della allucinante sterilità offensiva di una squadra che secondo Sarri avrebbe dovuto divertire e divertirsi (non si vede traccia di nessuna delle due), i 3 gol arrivati nelle due vittorie della passata settimana sono stati propiziati da un rimpallo (1-0 col Celtic), dalla genialità di un singolo (2-0 col Celtic) e da un clamoroso errore del difensore del Cagliari. E aggiungiamo: vivaddio.
Dunque, invece di criticare chi fischia e che paga il biglietto, paga l'abbonamento da casa, paga sciarpe e gadget, fa sacrifici per cercare di esserci sempre amando un simbolo, una storia, una bandiera, la Lazio dovrebbe vestire i panni di una spinta severa umiltà per cercare di capire perché ormai non segna più. Perché in campo continuino a presentarsi almeno due ormai ex giocatori; perché i dei nuovi acquisti un paio non sanno ancora dove si trovino; perché il gioco è di una noia e di una sterilità mortali; perché ormai tutti hanno capito che la Lazio "gioca" in questo modo; perché la parola grinta non alberghi in almeno la metà dei protagonisti in campo; perché la classifica è oggi una classifica da incubo; perché sabato mezza squadra era impegnata a pasturare in mezzo al campo invece di segnare ancora ad un Cagliari modesto ed alle corde. Che alla fine solo per un miracolo non ha pareggiato.
Ecco, caro mister in seconda. A questo bisognerebbe pensare, non ai tifosi che con sacrosanto diritto fischiano alla fine di una partita semplicemente inguardabile. L'ennesima.
Dimenticavo, mister: forza Lazio, sempre e da sempre.