"Quando toccano una toccano tutte noi". I Castelli Romani ci sono: protesta contro la chiusura di 'Lucha y Siesta'
Pubblicato: Giovedì, 12 Ottobre 2023 - redazione attualitàCASTELLI ROMANI (attualità) -I Castelli Romani ci sono. Protesta contro la chiusura del Centro Antiviolenza Lucha y Siesta.
ilmamilio.it
Riceviamo e pubblichiamo dall' Associazione "Ponte Donna":
"Sarebbe arrivato meglio un grazie da parte della Regione guidata da Francesco Rocca per l’immenso lavoro di protezione rivolto alle donne e bambine/i che subiscono violenza, ospitate nella casa delle donne Lucha y Siesta. Un riconoscimento per le migliaia di donne ospitate, spesso in emergenza e messe in protezione nello stabile abbandonato.
Un tempo si chiamava S.T.E.F.E.R. era l’azienda di trasporti che collegava Roma ai Castelli romani, l’edificio era stato prima trasformato in ufficio e negli anni novanta abbandonato a se stesso. Scordato, trascurato, bistrattato dalle Istituzioni, gli unici padroni i rovi che si erano impossessati delle stanze. Poi un giorno l’8 marzo del 2008 un gruppo di donne entra e se lo prende. Un atto simbolico inizialmente che voleva significare la difficoltà dell’abitare a Roma, rimarcare la mancanza di alloggi. La casa riprese a fiorire le donne attiviste misero in moto le loro energie, le loro idee, il loro ragionare collettivo e circolare con il quartiere dove lo stabile di via Lucio Sestio si erge. Dalle idee e dal ragionare nasce Lucha y Siesta, ‘lotta e riposa’.
L’idea è un tempo sospeso dove confrontarsi sui bisogni reali delle donne, nasce così una biblioteca aperta al quartiere, una stanza in cui si tengono corsi di yoga e ginnastica a cui possono partecipare tutti, una sala giochi per bambine/i autogestita dalle famiglie del tuscolano, una sartoria, un centro per consulenza psicologica e la più grande casa rifugio per donne e figli/e di Roma. Un luogo che sempre più si struttura, le operatrici si formano per dare il meglio alle donne e non improvvisarsi, dare risposte concrete. Si collegano con l’università, con tutti i municipi di Roma dove le stesse assistenti sociali dei municipi (quindi istituzioni) si rivolgono a loro, perché il governo della città non dà risposte adeguate. Centinaia e centinaia di donne vengono accolte e ospitate, la casa pian piano con le sottoscrizioni e feste partecipate si fa bella, parte del tetto viene ristrutturato, spesso è la gente del quartiere che si fa volontaria per sistemare il giardino, la parte elettrica ecc. Le domeniche dedicate ai bambini sono un fiorire di gioia, festa e colori. Noi dei Castelli non potevamo perderci un luogo di libertà come questo, Ponte Donna se ne innamora e si fa parte attiva si unisce alle attiviste mette a disposizione saperi e competenze, ne ricava ragionamenti collettivi e metodologie da sperimentare nei centri antiviolenza che gestisce. Noi la chiamiamo sorellanza, quella cosa che quando toccano una, toccano tutte. Per tanto Lucha siamo tutte come Lucha è stata per noi che ha accolto in emergenza le donne dei Castelli romani, quando da Velletri è partita una emergenza quando da Genzano, da Palestrina siamo state chiamate per donne che non avevano dove rifugiarsi. Lucha y Siesta ha aperto le porte ai Castelli Romani e noi oggi siamo con loro.
Che sia fuoco che sia tempesta noi correremo a dar manforte alle nostre sorelle, caro Rocca nel mese di novembre celebriamo la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, questa è la tua risposta, noi non volevamo confliggere. Lucha y Siesta non si tocca. Nota stampa da parte dell' Associazione "Ponte Donna" che opera ai Castelli Romani, sul Litorale romano e in molti altri comuni tra Roma e provincia.
A firma della presidente Carla Centioni"
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