E' morto Carlo Mazzone, monumento del calcio italiano. Romanista nell'anima, amato anche dai laziali

Pubblicato: Sabato, 19 Agosto 2023 - Marco Caroni

mazzone brescia ilmamilioROMA (calcio) - Aveva 86 anni: detiene il primato di panchine di serie A con 792 presenze. Lo piangono a Roma, Ascoli, Cagliari, Bologna, Perugia, Lecce, Firenze e Brescia. E' stato l'ultimo allenatore di Baggio

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

E' morto Carlo Mazzone. Carletto aveva 86 anni ed è stato uno dei personaggi più amati, rispettati, odiati ed apprezzati del calcio italiano.

Carlo Mazzone non ha mai vinto uno scudetto, mai una coppa Italia o tantomeno una coppa europea, fatta eccezione per la coppa di Lega italo-inglese alla guida della Fiorentina, nel 1975. Eppure è stato il simbolo di un calcio romantico che oggi, da anni, non esiste più. Romanista nel midollo, quella maglia l'ha allenata tra il 1993 ed il 1996, per tre anni viscerali.

mazzone roma ilmamilio

E' stato lui a lanciare Francesco Totti. E' stato lui a diventarne non solo il primo vero allenatore da professionista. Un vero padre. E di lui, nello scorso autunno, si sono accorti anche quelli di Amazon Prime Video che hanno pubblicato un docufilm di rara bellezza, intitolato proprio "Come un padre". Bellissimo e romantico.

E come tale, Mazzone, è stato anche l'ultimo allenatore di Roberto Baggio, al Brescia.

 mamilioSInasce

Ad Ascoli Piceno Carlo Mazzone è una istituzione. Arrivato quasi per caso per farsi le ossa, lui che aveva appena accarezzato un paio di presenze con la maglia della sua Roma, nelle Marche Mazzone si è fermato, affermato, ferito e riparito. Ad Ascoli Piceno si è interrotta la sua carriera da calciatore - un cristone di 190 centimetri, fermato solo da un grave infortunio - , ad Ascoli Piceno è partita la sua carriera da allenatore. Non per niente a lui hanno intitolato una tribuna dello stadio "Del Duca". La "tribuna Mazzone", oggi, è ancora più bella.

Una carriera infinita in panchina: Ascoli, Fiorentina, Catanzano, Bologna, Lecce, Pescara, Cagliari, Roma, Napoli, Bologna, Perugia, Brescia, Livorno. Alla fine sono state 792 le panchine in serie A, record assoluto (797 contando anche gli spareggi) e 1278 le panchine in assoluto.Judo Frascati 3 ilmamilio

Specializzato in salvezze e promozioni, un allenatore tutta grinta e cuore. Ma da padre, mai da padrone.

Infinite le immagini di Carletto Mazzone, romanista nell'anima ma amatissimo anche dai laziali. Non certo quando i giallorossi si imposero per 0-3 nel derby Lazio-Roma del 27 novembre 1994, ma per quel 14 maggio 2000 quando, da allenatore del Perugia, guidò il grifone a battere la Juventus 1-0 (Calori) sotto il diluvio del "Renato Curi" consegnando il secondo scudetto della sua storia alla Lazio. "Ce voleva un romanista pe' fa' vince lo scudetto alla Lazio", commentò tra il serio ed il faceto.

 La stima del calcio romano, di entrambe le sponde, per Mazzone va oltre i singoli episodi.

Carletto è stato interprete d'eccellenza di un calcio che da anni non c'è più - e quanto stanno perdendo le nuove generazioni di tifosi! - ma anche di una romanità viscerale, mai eccessiva, mai volgare ma sempre spiccata, accentuata, voluta e difesa.

Era romano e romanista Mazzone, non l'ha mai nascosto, l'ha sempre onorato anche quando (vedi Perugia) il tifo di bandiera magari gli avrebbe suggerito altro. Ma la sua etica e passione calcistica è sempre stata sopra di tutto.

Epica, oltre a tutto il resto (difficilissimo scegliere), resta la sua corsa folle, insensata, politicamente scorretta ma bellissima sotto la curva dei tifosi dell'Atalanta in un derby passato alla storia alla guida del suo Brescia: al gol del 3-3 ecco scattarlo dalla panchina e correre all'impazzata, impossibile trattenerlo. Era un Brescia da strapparsi i capelli nel quale giocavano con Baggio gente come Guardiola e Pirlo.

Era il 30 settembre 2001, la Roma giocava con lo scudetto sul petto e quella è probabilmente - per questo abbiamo voluto metterla in apertura - l'ultima immagine di un calcio più vero, più passionale, più vicino alla gente

Un calcio da gente come Carlo Mazzone. Solo che di lui, da una vita, hanno gettato il conio. Di gente come Carletto Mazzone, nel calcio viziato e senza cuore di oggi, non c'è più alcuna traccia. Beato chi, come noi, ha saputo viverlo, apprezzarlo, odiarlo da avversario, goderlo da amante del pallone.

Vai Carletto, e adesso chi ti ferma più.

colline fitness 5 ilmamilio