Fenomeno del "Copia e Incolla" e furto di foto frutto del lavoro altrui sul web. Da ora in poi sanzioni più veloci e severe

Pubblicato: Mercoledì, 16 Agosto 2023 - redazione attualità
 
  • CASTELLI ROMANI (cronaca) - Il parere dell'Avvocato Anna Scifoni
     
    ilmamilio.it
     
    Più volte sulla nostra testata abbiamo parlato del fenomeno dei furti di testi e foto in ambito lavorativo giornalistico, una sorta di virus inarrestabile di "copia e incolla" selvaggio e ruberie di foto di cronaca e attualità operati frequentemente da alcuni siti ai danni di altri organi di informazione o professionisti dell'informazione che si recano sul posto tra mille difficoltà per realizzare i servizi giornalistici.

    Di recente anche nella zona dei Castelli Romani si sono verificati episodi del genere. Abbiamo chiesto all'avvocato Anna Scifoni, esperta professionista di vicende giudiziarie e legali, del Foro di Velletri, come comportarsi in questi casi, una volta ravvisato e appurato il furto di testi (molto frequente) o di foto altrui (meno frequente, in quanto più facilmente dimostrabile ma che accade comunque regolarmente). 

    Anche il fotoreporter giornalista Luciano Sciurba, che lavora da circa 25 anni sul territorio dei Castelli Romani, ha più volte segnalato all'ordine dei giornalisti e ad alcune testate locali, regionali e nazionali, la problematica del furto delle sue foto e di molti testi giornalistici di cronaca, realizzati con i suoi colleghi.

    "Sono stati molti i casi dove ho ravvisato il furto di foto e soprattutto di testi, su alcuni siti che pubblicano notizie sul territorio locale ma anche nazionale - ha dichiarato il cronista interpellato dal mamilio.it - Alla mia richiesta di spiegazioni, rimozione, dopo aver accertato il palese furto, alcuni hanno reagito positivamente, chiedendo scusa, ammettendo il fatto, rimuovendo il materiale o chiedendo in che modo potessero rimediare. Altri invece hanno reagito molto male, in maniera aggressiva, come se tutto fosse lecito, con scuse delle più disparate e grottesche. Tipo : Passava da quelle parti mia madre, mia sorella, mio marito, mio fratello, un mio amico, ha scattato le foto e me le ha inviate. Oppure altre scusa inverosimili, che fanno solo sorridere e rimanere senza parole. Durante la pandemia di Covid 19 ho dato un nome ironico ma che fa capire il punto a questo fenomeno, "il Copid 19 ". 

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    In quanto riflettendo sul fenomeno, ho capito che il copiare e incollare il frutto del lavoro e dell'ingegno altrui, per molti , è come un virus di cui sono affetti e difficile da fermare . Difatti continua imperterrito la sua corsa e anche di recente ho dovuto scrivere e segnalare all'ordine dei giornalisti diversi casi in tal senso, quindi il "Copid" è stato sempre attivo anche negli anni successivi e tuttora purtroppo, non si è fermato al 2019 . Ora spero con le nuove procedure che prevedono sanzioni pesanti elargite in poco tempo e anche condanne penali, possa il fenomeno attenuarsi e fermarsi. Credo che il rispetto dell'impegno, dell'ingegno e del lavoro altrui, sia fondamentale in tutti i lavori, in particolare in quello del mondo dell'informazione - continua Sciurba - visto anche le enormi difficoltà che si trovano nel trattare i fatti di cronaca, venirli a sapere, raggiungere i posti, per cercare di fare sempre una corretta, rispettosa e puntuale informazione. Così come è molto scorretto in alcuni eventi o fatti di cronaca, copiare e scattare le stesse foto che si è organizzato, frutto del proprio ingegno, un fotoreporter professionista. Credo fermamente, che il rispetto e la buona educazione, richieda che ognuno dovrebbe avere il suo stile, il suo modo di lavorare, senza dover in modo prepotente e aggressivo per forza copiare il lavoro altrui, fenomeno anche questo che accade spesso   ", conclude il reporter dei Castelli Romani. 

    L'avvocato Anna Scifoni, ci illustra e invita a consultare le informazioni riprese dal sito www.laleggepertutti.it, dove viene spiegato : " Sanzioni immediate e veloci per chi copia e incolla o condivide testi, video o immagini prelevate da internet senza il consenso dell'autore. Non c’è più bisogno di fare una causa; la nuova procedura davanti all’Agcom diventa un vero e proprio processo accelerato”. Via breve, quindi da qualche tempo a questa parte per punire i “copioni” del web. Quanti operano condivisioni indiscriminate, con o senza la consapevolezza del carattere illecito di ciò, è bene che sapere che, ora punire questi soggetti, diventerà molto più facile e immediato: sarà infatti sufficiente una segnalazione in via amministrativa, senza più bisogno della magistratura ". 

    Ecco altre informazioni utili per fermare questo fenomeno molto sviluppato. Dal sito www.laleggeugualepertutti.it 

    Come detto, non c’è più bisogno di un processo, né di una denuncia alle autorità. Il tutto, oggi, passa per la nuova procedura “accelerata”, introdotta con il recente regolamento Agcom.
    Una procedura, il cui utilizzo indiscriminato non dovrà certamente incidere sulla libertà di espressione e informazione su siti e pagine internet.
    Ma vediamo meglio di cosa si tratta e cosa è cambiato, per chi ha un sito, un blog o anche un profilo Facebook o svolge il lavoro di fotoreporter, cronista, giornalista in varie settori .
    Innanzitutto non si deve pensare alla pirateria informatica come a un fenomeno legato solo alla musica, ai film o ai videogiochi. La “pirateria” – almeno nel significato che l’Agcom le vorrebbe attribuire – è qualsiasi forma di “copia incolla”, qualsiasi tipo di “prelievo non autorizzato” di contenuti digitali: siano essi testi, fotografie, clip video, poesie, vignette satiriche, news, recensioni cinematografiche, immagini divertenti, e altro materiale. 
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    Per esempio, è violazione del copyright condividere uno spezzone di una trasmissione tv sul proprio sito, profilo Facebook o sul proprio blog; lo è anche il tweet con il link all’intervista di un politico trasmessa dal telegiornale. È lesione del diritto d’autore condividere l’immagine realizzata da un fotografo senza pagarne i relativi diritti. E, infine, è violazione del copyright anche ciò che molti siti fanno: aggregare le notizie estrapolate “qua e là” sulla rete, seppure indicando la fonte (almeno in assenza di autorizzazione da parte del titolare del diritto e spesso nemmeno questo viene fatto furbescamente da alcuni soggetti ).
    Insomma, qualsiasi materiale si trovi in rete, e sia caratterizzato da quella minima originalità (non sarebbe tale, per esempio, il testo di una legge, ma sicuramente lo sarebbe il testo di un articolo tratto da un quotidiano) è automaticamente protetto da copyright (o meglio, “diritto d’autore”). A tal fine non c’è bisogno (contrariamente ai luoghi comuni) che vengano riportati avvisi come la dicitura “© Riproduzione riservata” o sia avvenuta qualsivoglia registrazione (vedi alla SIAE). Al contrario, il diritto d’autore nasce già con la creazione dell’opera, come l’ombra nasce con un corpo. È una tutela automatica, prevista dalla legge per qualsiasi creazione dell’ingegno.
    Questo vuol dire che l’autore del contenuto potrà pretendere dall’usurpatore, in qualsiasi momento, la rimozione della copia non autorizzata ed, eventualmente, il risarcimento del danno.
    Sino ad oggi, però, il web è stato un terreno di facile razzia, specie per testi e immagini. Complice la comune consapevolezza dei costi e dei tempi di un’azione legale, nessuno si è mai dato pena, più di tanto, di scoraggiare le pratiche del “copia e incolla”, le condivisioni di immagini o di video. La magistratura, insomma, con le sue inefficiente e interminabili attese, è stata, anziché un disincentivo all’illecito, il vero e proprio volano.
    Magari è anche vero che la presenza del tasto “condividi” ha creato confusione sull’esatto significato e portata della “condivisione” sul web. Ma, di fatto, pubblicare un contenuto in internet ha significato, sino ad oggi, almeno per l’opinione comune, “libero dominio”. Cosa tutt’altro che vera.
    Ebbene, da oggi l’autore del contenuto potrà accedere a una via veloce e gratuita per colpire gli usurpatori. Infatti, basterà che questi segnali la violazione all’Agcom affinché quest’ultima – previa verifica dell’ammissibilità della richiesta – avvii un’istruttoria e proceda, all’esito, con la  punizione del colpevole. Addirittura, nei casi di infrazioni più gravi ed evidenti, dell’istruttoria si potrà anche fare a meno. In ogni caso, l’Agcom darà da 12 a 35 giorni di tempo (a seconda della gravità) per rimuovere volontariamente l’opera contestata.
    Il tutto, quindi, passerà per una semplice procedura amministrativa, avviabile da casa, con un computer connesso alla rete. Insomma, non ci sarà bisogno di iniziare una causa, di anticipare costi, di attendere l’esito della sentenza, di chiedere l’intervento di un avvocato, di pagare i relativi onorari. Sarà sufficiente una semplice segnalazione all’autorità amministrativa la quale, poi, farà tutto da sé, senza bisogno di altro da parte del titolare del diritto leso. Il che, ovviamente, rende tutto molto più facile e immediato.
    Per maggior informazioni su come denunciare una violazione leggi la guida: “Come denunciare all’Acgom un sito per violazione del diritto d’autore”. 

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