Incendio Ciampino, Andreassi (IV): “Si attendano analisi più ampie di ARPA per fare reali valutazioni”

Pubblicato: Martedì, 01 Agosto 2023 - Redazione politica

CIAMPINO (politica) - Le parole del coordinatore provinciale di Italia Viva e vicesindaco di Albano Laziale

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“Chiunque di noi, leggendo le proprie analisi del sangue, trovasse un valore superiore 132 volte rispetto a quello di riferimento, concluderebbe che sta molto, ma molto male. Con questa logica, leggendo dalle analisi dell’ARPA che il livello di diossina è superiore di 132 volte a quello di riferimento la conclusione non può che essere di trovarsi nel bel mezzo di un disastro ambientale. Mi riferisco all’incendio del sito di stoccaggio di rifiuti a Ciampino ed all’unico dato fornito da ARPA.

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Un numero solo. In corrispondenza del rogo. Nessuna considerazione su evoluzione temporale del dato. Nessuna informazione dall’altra centralina posta in direzione Castelli Romani che consentirebbe di poter fare dei ragionamenti.  Un numero buttato lì. In pasto al legittimo disorientamento di chi legge e non ha gli strumenti per capire. Che non sa che, in corrispondenza dei roghi, sono concentrazioni che spesso si registrano. Che non sa che la diossina resta in aria prima di ricadere per giorni, per mesi. Talvolta anche di più. Che non sa che non ricade necessariamente nei pressi dell’incendio ma, trasportata dai venti può ricadere anche a centinaia di metri di distanza. A chilometri di distanza.  Mi ha fatto venire in mente uno studio che qualche volta racconto ai miei studenti.  La Food Standards Agency, qualche anno fa, mostrò che due ore di barbecue - il tempo di cottura di 4 bistecche, 4 petti di tacchino e 8 salsicce – rilasciano nell'aria una quantità di diossina pari a 220mila sigarette, un livello di sette volte superiore a quello ammesso per gli inceneritori. In questi casi mi viene da dire che una sana comunicazione sia importante quasi quanto il tempestivo intervento sul posto di Arpa , Asl, Magistratura e di tutti i soggetti aventi titolo. Aspettiamo di avere un quadro di analisi più ampio per fare una reale valutazione sulla qualità dell’aria” commenta il professor Luca Andreassi, coordinatore provinciale di Italia Viva e vicesindaco di Albano Laziale.

“Preoccupandoci, nel frattempo, di una cosa a mio avviso più grave e che si tende a dimenticare o sottovalutare. Il fatto, cioè, che uno dei pericoli ambientali più grandi in questi casi è legato al “lavaggio” del materiale combusto, alla penetrazione nel terreno ed all’inquinamento della falda acquifera. Quindi, sbrighiamoci a rimuovere quella roba dal piazzale. Per evitare una seconda Eco X di Pomezia. In cui chi governava era tanto bravo a fare terrorismo sui social quanto incapace di risolvere i veri problemi. Tanto che, dopo sei anni, 8000 tonnellate di rifiuti combusti stanno ancora lì. Dove bruciarono il 5 maggio del 2017” conclude Luca Andreassi.

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