24 Luglio, il Santo del Giorno: Santa Cristina di Bolsena

Pubblicato: Lunedì, 24 Luglio 2023 - redazione attualità

La rubrica dei Santi celebrati dalla Chiesa

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Santa Cristina di Bolsena o Cristina da Tiro, per la Chiesa Ortodossa Cristina la Grande Martire, (III secolo – IV secolo) secondo la tradizione agiografica cristiana antica, fu una giovane fanciulla, martirizzata durante la persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano, agli inizi del IV secolo. È venerata come santa dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e dalla Chiesa anglicana.

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La Passione di Santa Cristina è pervenuta in moltissime redazioni di epoche diverse, le quali discordano sulle origini della santa: le fonti orientali intendono Tiro in Fenicia, quelle latine intendono Tiro come il territorio laziale che si affaccia sul Mar Tirreno.

Il testo più antico ad oggi conosciuto, risale alla prima metà del V secolo ed è contenuto in un papiro proveniente da Ossirinco, in Egitto, e pubblicato solo nel 1911. Seppur mutilo, un frammento di esso è stato perfettamente tradotto e ricostruito nel codice Farfense 29, risalente al IX secolo. Anche i maggiori agiografi medievali scrissero di Cristina: la più nota, la Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, narra di una fanciulla di nome Cristina, figlia di Urbanus, comandante delle milizie bolsenesi dell'imperatore, destinata dai genitori ad una vita da sacerdotessa degli dei. All'età di undici anni, fu rinchiusa dal padre in una torre insieme a dodici ancelle pagane, affinché la convincessero ad adorare delle statue di idoli romani d'oro e argento; ma la giovane, istruita da un angelo e proclamatasi cristiana, non solo non sacrificò agli dei, ma spezzò le statue e donò l'oro e l'argento in elemosina ai poveri.

Supplicata inutilmente di tornare ai culti romani, fu allora fatta arrestare dal padre, il quale la fece condannare ad una flagellazione ed al supplizio su una ruota ardente che, divampando, uccise millecinquecento pagani. In cella, Cristina venne miracolosamente sanata da degli angeli. Il padre, deciso ormai ad eliminare la figlia, fece legare una macina al suo collo per farla annegare nelle acque del lago di Bolsena, ma Cristina venne fatta galleggiare e ricondotta a riva da degli angeli inviati da Cristo, che la battezzò.

Udito ciò, il padre fu colto da malore per la forte collera e venne ritrovato morto dai suoi servi. Il successore Aidone, ancor più accanito, fece immergere Cristina in un calderone di olio bollente ma la giovane rimase illesa. Fece dunque radere il capo della santa e ordinò che fosse condotta nuda fino al tempio di Apollo. Non appena vi fu arrivata, l’idolo cadde a pezzi, provocando al giudice un malore mortale. Il successore Giustiniano ordinò di gettare la giovane cristiana in una fornace, ma ella vi rimase illesa per cinque giorni, allietata da degli angeli. Fu dunque sottoposta ad altre torture come la molestia di serpenti velenosi, che vennero da lei ammansiti, l'amputazione dei seni da cui sgorgò latte e della lingua che Cristina gettò al carnefice, rendendolo cieco. Infine fu trafitta dai colpi di due frecce a causa delle quali morì.

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