E' morto Vincenzo D'Amico: genio e sregolatezza da Lazio. Fu campione d'Italia

Pubblicato: Sabato, 01 Luglio 2023 - redazione attualità

damico vincenzo ilmamilioROMA (attualità) - Era malato da tempo. E' stato il simbolo di una intera generazione biancoceleste

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Quando il rigore di Giorgio Chinaglia quel 12 maggio 1974 consegnò nelle mani della Lazio della banda Maestrelli il primo scudetto della sua storia, Vincenzo D'Amico doveva compiere ancora 20 anni.

Vincenzo è morto oggi, 1 luglio 2023, al termine della malattia che lo aveva colpito nei mesi scorsi e che lui stesso aveva reso pubblica.

Aveva 69 anni ed ha rappresentato una generazione di laziali.

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Della squadra di Maestrelli D'Amico ha rappresentato la ventata di giovinezza: quel colpo di genio, spesso incontrollato ed a volte inespresso ed ingestibile, che ha fatto di Vincenzino uno dei fantastisti più amati in maglia biancoceleste.

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D'Amico ha indossato l'aquila sul petto a più riprese, cavalcando la seconda metà degli anni '70 e la prima degli anni '80, arrivando sino a quell'esperienza in serie A con Chinaglia presidente che ha rappresentato una delle pagine più controverse dell'intera storia biancoceleste.

Con la Lazio D'Amico ha giocato (tolta la breve parentesi al Torino) 276 partite tra serie A e serie B mettendo a segno 40 gol. Ma più dei gol, di D'Amico restano le intuizioni, le giocate, i filtranti e quella sensazione che la palla tra i suoi piedi fosse sempre ben riposta.

D'Amico fu parte di quella squadra, fortissima per la serie B, che nel 1982-83 riconquistò la serie A indossando per la prima voglia la mitica maglia bandiera. Negli anni successivi di quel gruppo fu anche capitano.

 

Tra i commentatori più apprezzati, D'Amico non ha mai rinnegato quello spirito ribelle, sbarazzino, strafottente e genuino tipico di una romanità nel suo caso acquisita (era originario di Latina) ma che gli si è cucita addosso come una canottiera sulla quale ha poi vestito la maglia della Lazio.

Con lui se ne va un altro importante pezzo di quella Lazio, la squadra di un primo scudetto che si allontana sempre più nel tempo e che con D'Amico perde un'altra preziosa tessa del suo irripetibile puzzle.

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