C'è dissesto e dissesto, c'è Comune e Comune: i casi di Frascati e Monte Porzio Catone

Pubblicato: Lunedì, 24 Aprile 2023 - redazione politica

comuni monteporzio frascati ilmamilioFRASCATI (politica) - Nel 2018 era toccato alla città delle orchidee, dal 2021 alla città del vino

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Nell'autunno del 2018, dopo aver dichiarato dissesto finanziario ad inizio aprile, l'Amministrazione di Emanuele Pucci cadeva anzitempo aprendo le porte all'arrivo di un commissario prefettizio e ad anni amministrativamente complicati.

Nella primavera successiva, Monte Porzio Catone si affidava a Massimo Pulcini ed alla sua proposta di Governo cittadino improntata ad una gestione non facile delle finanze disastrate ma anche a puntellare i segnali di una ripresa e di un cambio di rotta che erano apparsi evidenti sin dai primi mesi.settimane sportive colline

Nel febbraio 2022 Frascati, poco più di un anno fa, dichiarava il suo ufficialmente dissesto che era apparso ormai inevitabile sin dall'estate 2021 quando, dopo la caduta di febbraio dell'Amministrazione Mastrosanti, era evidente che i tempi di azzerare i conti del Comune tuscolano erano ormai più che maturi.

A caricarsi sulle spalle il peso della gestione in dissesto del Comune di Frascati era stata poi, dal settembre 2021, l'Amministrazione della sindaca Francesca Sbardella.

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Due casi apparentemente simili ma che nascondono un approccio politico ed amministrativo profondamente differente. Al netto di una situazione di partenza che, per definizione stessa di dissesto, deve necessariamente essere considerata praticamente identica.

Pur balzata alla guida di Monte Porzio Catone in piena crisi economico-finanziaria e, nel giro di pochi mesi, alla prese con l'emergenza pandemica, l'Amministrazione Pulcini ha imparato sin da subito a fare quadrato. Praticamente sparite le opposizioni (ma il PD si era già liquefatto con la caduta di Pucci), il sindaco e la sua squadra (assessori Francesca Valdambrini, Stefano Speziale, Caterina Morani e Roberto Primavera) hanno dato l'impressione di voler fare di necessità virtù. E puntellando, come detto, i pochi punti fermi attorno ai quali ricostruire la fiducia di una città oggettivamente in difficoltà. 

Poche chiacchiere e fatti concreti, nonostante le grandi difficoltà, con una capacità di interazione con le istituzioni sovracomunali (nonostante un civismo spostato chiaramente a destra) e l'impegno a muovere poche pedine per volta. Coinvolgendo consiglieri ed assessori che, anche per la conformazione stessa della maggioranza di governo, da subito hanno sposato questa linea amministrativa.Idee e proposte, roba non da tutti.

Comunicazione esterna, inevitabilmente, ridotta all'osso ma un'apertura al confronto sempre evidente. L'Amministrazione Pulcini, che nella primavera 2024 chiederà ai cittadini la possibilità di governare altri 5 anni, ha insomma gettato le fondamenta per una città che, nonostante le difficoltà anche strutturali (quelle del commercio, ad esempio), guarda avanti.

Da Frascati, invece, che pure rappresenta una realtà differente, i segnali continuano ad essere impercettibili e non percepiti.

Dei 5 assessori tuscolani (Franco D'Uffizi, Claudio Cerroni, Matteo Filipponi, Arianna Mercuri e Dario De Santis), praticamente non c'è traccia da tempo: quale sia la strada che l'Amministrazione frascatana abbia intrapreso, non è dato sostanzialmente a sapersi. Al netto di un Consiglio comunale che appare al momento sufficientemente stabile, dei componenti della Giunta si stenta anche a ricordare i nomi.

Per quanto di dissesto si continuerà a parlare anche per i prossimi 3 anni e mezzo, a mancare è non solo la presenza in città degli amministratori ma anche e soprattutto la visione della Frascati di domani. Eppure in agenda ci sono scadenze importanti, non ultima quella della gestione dei fondi del PNRR (il caso via Ferri è purtroppo emblematico) ma anche e verrebbe da dire soprattutto il Giubileo del 2025. Cosa sta facendo Frascati - primo dei Castelli romani per vicinanza con Roma - per prepararsi ad un evento che porterà a Roma e dunque nella immediata provincia milioni di pellegrini e di turisti? Come si sta Frascati interfacciando con la Capitale, attraverso quale esponente o assessore? E ancora: nel 2000 il Giubileo del cambio di millennio portò la stazione di Tor Vergata (davvero non poco), cosa Frascati attenderà questa volta?

Per finire: c'è il "rischio" che Roma ottenga l'organizzazione dell'Expò 2030 che vedrebbe l'area di Tor Vergata come protagonista con un feroce impatto sulla vivibilità anche del nostro territorio. Frascati è pronta per capire cosa potrebbe accadere e per cogliere eventuali possibilità di sviluppo?

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