Rocca di Papa, torna la polemica sul taglio dei boschi: “E’ un massacro”

Pubblicato: Sabato, 08 Aprile 2023 - redazione attualità

Potrebbe essere un'immagine raffigurante alberoROCCA DI PAPA (attualità) – In molti puntano il dito non solo sul taglio del bosco ceduo, ma anche di altre aree. L’ex assessore Fondi contro il candidato del centrosinistra De Santis, assessore con l’ultima Giunta

ilmamilio.it

“Rocca di Papa : itinerario devastazione”. Così l’ex assessore Piero Fondi ha intitolato un posto molto duro contro la programmazione dei tagli nei boschi di Rocca di Papa. “Programmato nel 2022 – scrive Fondi - è tutt’oggi in esecuzione, sulle cime delle Faete, “ L’itinerario devastazione” prevede la trasformazione irreversibile di un luogo unico e di notevole valore naturalistico e ambientale. colline nuoto6 ilmamilioL’ex assessore Francesco De Santis, che ha presentato, nel 2022, il piano dei tagli di fine turno in Consiglio Comunale, oggi si candida ad amministrare la città e il nostro patrimonio boschivo, trovando anche chi lo sostiene. Non possiamo restare indifferenti su quello che può essere considerato “un crimine contro l’ambiente”- IL 14 e 15 Maggio 2023 non possiamo votare chi, politicamente, è responsabile della devastazione”. Piero Fondi ha poi dedicato un pensiero a Luciano Ciavarella, a cui è stata dedicata una targa accanto alla quale era nata una quercetta, che non è stata risparmiata. “Ciao Luciano – scrive Piero Fondi - Ogni volta quassù il nostro pensiero vola a te e all’albero che non potrà più farti compagnia”.Judo Frascati 3 ilmamilio

Fondi, rispondendo ad alcuni commenti, ha poi affermato che chi conosce il luogo oggetto della denuncia, con tanto di foto, sa che non si tratta di bosco ceduo. “La" Pentimicchia" – prosegue - è una colata lavica sulla quale sono cresciute, con lentezza e difficoltà, prevalentemente essenze quercine e il castagno è una rarità. Le roverelle e le querce sono li da quanto ero ragazzo, nessuno dei nostri precedenti amministratori e concittadini ha mai pensato di procedere al taglio. Penso che la conformazione geologica, la scarsità del substrato vegetale, la carenza di precipitazioni e il cambiamento climatico saranno da ostacolo alla ricrescita delle piante. Sarò felice di essere smentito da esperti agronomi forestali dai quali ho tutto da imparare e chiedere scusa pe aver usato l'espressione" trasformazione irreversibile". Comunque lo stato dei luoghi e peggiore di quello che si vede in foto”.

A breve distanza, chiamato in causa, è arrivata la risposta di Francesco De Santis: “Le foto che pubblichi fanno male al cuore, è vero. Vedere degli alberi tagliati non è mai un bello spettacolo, il taglio mette fine a una forma di vita, preziosa, anche se vegetale.

Rocca di Papa ha un patrimonio boschivo la cui estensione ha pochi eguali nel Lazio centrale. Un bosco rappresentato soprattutto da castagni.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "Ciao Luciano Ogni volta quassù II nostro pensiero vola a te e all albero che non potrà più farti compagnia volta nensiero quassù Ogni nostro il vola te Luciano"

Intorno al 1600 il bosco misto originario venne progressivamente sostituito dal castagneto, per alimentare la fiorente industria vitivinicola locale e per la paleria usata nelle costruzioni. La coltura del castagno venne ulteriormente favorita dalle disposizioni delle “Constitutiones” emanate dai papi Sisto IV, Clemente VI e Clemente VII nel XVII secolo che liberavano tutti i proprietari di terreni con piante da frutto dai due pesanti usi civici di “pascolo” e “legnatico”. Poiché i castagni venivano considerati alberi da frutto, molti proprietari di boschi trovarono utile trasformare i loro querceti (soggetti a pascolo e legnatico) in castagneti, all’interno dei quali, in quanto frutteti, non poteva essere esercitato alcun uso civico.

Le secolari trasformazioni climatiche e antropiche che si sono susseguite ci hanno portato a un bosco sempre più connotato come un prevalente ceduo di castagni da legno. Ossia alberi che sono stati abbattuti per ricavarne biomassa. Una preziosa risorsa che per secoli è stata una delle principali fonti di ricchezza della nostra comunità.

Per arrivare ai giorni nostri, il piano dei tagli è stato adottato dal Comune con il piano di assestamento forestale nel 2015, e la Regione Lazio lo ha approvato nel 2019 (ben prima del mio ingresso nell’amministrazione comunale).

Recentemente siamo approdati alla certificazione dei boschi (e su questo ci ho lavorato personalmente), elemento che si basa su disciplinari più stringenti, selettivi e attenti rispetto alla gestione e all’acquisizione del legno.

Ma non basta, quello che pubblichi ferisce tutti e – se permetti – anche me.

Gli alberi certamente ricresceranno, e allora il danno non è “irreversibile”. Ma sono d’accordo con te che vanno poste maggiori attenzioni e vanno incrementati i controlli. Ponendo limitazioni a quello che si può fare e quello che non si può fare”.

De Santis ha poi illustrato le sue idee in merito al patrimonio boschivo nel caso dovesse essere eletto sindaco. “Per quanto attiene alle valutazioni più politiche – conclude - ognuno è libero di sostenere e votare chi vuole, ma usare il mio nome come capro espiatorio mi pare un po’ liquidatorio. Non è questa la sede per ricordare i contrasti che ho avuto dentro l’amministrazione circa i mancati controlli di polizia locale sul taglio bosco, la cui gestione è mancata di collegialità. Una delle precise ragioni per cui ho rassegnato le mie dimissioni”.

Il tema sarà sicuramente centrale nella prossima campagna elettorale.

(Foto pubblicate da Piero Fondi sul suo post Facebook)