VICENDE - I briganti ai Castelli romani: i rifugi nei boschi tra le rocche e l'azzardo di Sisto V

Pubblicato: Sabato, 08 Aprile 2023 - redazione attualità

briganti vernet 3 ilmamilioROCCA DI PAPA (vicende) - Il fenomeno interessò anche i Castelli romani tra il XVI ed il XVII secolo

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I briganti sono considerati da sempre degli esseri leggendari, protagonisti di molte storie in varie regioni italiane, quasi quanto le streghe. Il loro nome è sempre legato alle efferatezze, nonché ai tesori nascosti.

Sebbene le principali bande provenissero dal basso Lazio, tra i Monti Lepini e i Monti Ausoni, anche i Castelli Romani furono coinvolti in numerosi episodi di taglieggiamento. Il territorio, infatti, coperto da folti castagneti e boschi che cingevano i vari borghi, fu ampiamente protagonista del fenomeno, soprattutto lungo la via della Fajola, l’odierna via dei Laghi.

Impervio e con folte selve oscure era in particolare il tratto ariccino dopo Albano Laziale e quello tra Genzano di Roma, Lanuvio e Velletri, ideale per imboscate e assalti alle diligenze.

Rocca di Papa e Rocca Priora, invece, essendo i borghi più alti della zona e dominanti l’intero territorio del Vulcano Laziale, rappresentavano spesso dei luoghi di rifugio e protezione delle bande.

A tal proposito, lo scrittore francese Stendhal descrive ampiamente il fenomeno del brigantaggio ai Castelli ne La Badessa di Castro, un drammatico romanzo, colmo di intrighi e tradimenti, di amore e morte, ambientato tra l’Albano Laziale del Cinquecento, la maestosa Macchia della Fajola, Roma e la cittadina di Castro, nel viterbese:

[...] I briganti venivano di certo odiati quando rubavano i cavalli, il grano, il poco denaro e in una parola, tutto ciò che era loro necessario per vivere, ma in fondo il cuore del popolo era tutto per loro. Ai giorni nostri tutti sicuramente temono un incontro coi briganti; ma, quando essi vengono imprigionati, molti poi ne hanno compassione. Il fatto è che questo popolo così arguto, così “ironico”, che si prende gioco di tutti i proclami pubblicati sotto la censura dei suoi despoti, fa della sua abituale lettura i piccoli poemi che narrano con calore la vita dei briganti più celebri”.


Il vero protagonista del fenomeno del brigantaggio ai Castelli fu Papa Sisto V (1585-1590), molto attivo nella lotta alle numerose bande di briganti che spadroneggiavano lungo le strade, rapinando e spesso uccidendo i viaggiatori, come riportato dalla scrittrice Maria Pia Santangeli, nel libro Streghe, spiriti e folletti. L’immaginario popolare nei Castelli Romani e non solo, Roma, ed. Edilazio, 2013.

È noto l’editto di Sisto V che stabiliva taglie di 300 e 500 scudi a chi avesse consegnato vivo o morto un brigante, tanto da essere ricordato come il papa che “tagliava la testa ai briganti”. Non a caso un “avviso di Roma” del mese di settembre 1585 riportava che “Quest’anno si sono viste più teste a Ponte Sant’Angelo che meloni sul mercato”.

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Tra i boschi di Rocca di Papa, Vivaro e Rocca Priora si nascondeva un brigante che taglieggiava tutti i viaggiatori, tutti i mercanti che passavano da quelle parti. Papa Sisto V aveva inviato più volte squadroni di soldati, ma senza alcun risultato: quel brigante che conosceva i boschi a menadito, era riuscito ogni volta a sfuggire alla cattura, beffandosi dei soldati. Papa Sisto V decise allora di cambiare strategia: ordinò di procurargli una botte di vino, ci fece sciogliere dell’oppio e infine si travestì da mercante. Con un carretto, la botte sopra, andò avanti da solo, con i soldati a distanza. Nel momento in cui arrivò nella zona tra Rocca Priora e Vivaro, il brigante gli si parò dinanzi.

Il Papa recitò bene la sua parte di uomo ingenuo e, con il carretto, seguì il brigante nel bosco: all’ombra degli alberi, tra una chiacchiera e l’altra, il falso mercante riuscì a far bere il vino oppiato al brigante, che poco dopo cadde addormentato. I soldati, che erano appostati nei paraggi, lo incatenarono e lo portarono a Castel Sant’Angelo.

A Rocca Priora si narra di un brigante tanto ardito e sfrontato da colpire il Papa con uno schiaffo, ma la storia finisce qui…

di Flavia Santangelicolline nuoto6 ilmamilio

Nota - Nella foto in alto il famoso quadro di Horace Vernet "Briganti italiani sorpresi dalle truppe Pontificie" del 1831 - Seppur non specificato, è possibile che la scena riprodotta, pur carica di riferimenti simbolici, sia stata ispirata dalla via dei Laghi, nel tratto in cui, terminata la lunga salita dal Sassone di Marino, scollina - al confine tra i territori di Rocca di Papa e Velletri - con amplissima visuale sulla pianura pontina, sino al Circeo ad alle isole ponziane.

Nel quadro, difatti, la strada si dipana tra due costoni di roccia e sullo sfondo, come nella realtà, appare il mare. Qui sotto uno scorcio tratto da google.

viadeiLaghi google ilmamilio


Commenti  

# Frank Antonucci 2023-04-08 17:22
Molto interessante la storiella del papa adescatore, scritta molto bene... Forse da qui l'antico priverbio riccheggiano che recitava PAPA SISTO NON JA PERDONÓ MANCU A CRISTO!
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# Chiara 2023-04-10 09:04
Ho scritto la mia tesi di laurea sull' opera di Stendhal 'La badessa di Castro'. Ho analizzato le figure dei personaggi principali Ele
na di Campireali e Giulio Branciforti, quel brigante che si nascondeva dei boschi della Faiola e che tanto aveva fatto innamorare la bella Elena. La descrizione non è limitata solamente ai protagonisti della vicenda, ma soprattutto ai paesaggi così ben descritta dall'autore francese. Una tesi che ha affascinato tutta la commissione...
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