STORIE & METALLO - Il restauro di Porta Pia: terribile presagio della fine del Papa Re

Pubblicato: Lunedì, 31 Ottobre 2022 - redazione attualità

medaglia porta Pia 1 ilmamilioROMA (storie & metallo) - Nel 1864 Pio IX completa la prima fase dei lavori di rifacimento dell'accesso in Città da via Nomentana. Una medaglia (con una curiosa stranezza) ne ricorda l'intervento

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E' una storia un po' buffa ed un po' macabra, di quelle storie che assomigliano ad un condannato all'impiccaggione che si costruisce la forca da sé o ad un torturato che si prepara e mette a punto la macchina per le sue stesse torture. Così è per Pio IX.

Il 1864 è un anno che vede l'Italia ormai quasi completata, il Regno ha eletto in Vittorio Emanuele II il proprio primo re: la Capitale è ancora a Torino e tra un anno scende a Firenze. Ci arriveremo.

 

 La questione romana è viva: al Regno d'Italia, però, mancano non solo la Capitale della cristianità ma anche il Veneto, che arriva solo due anni dopo, e ovviamente mancano Trento e Trieste per i quali bisogna attendere la fine della Prima guerra mondiale.

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A livello internazionale, il 1864 è uno di quelli che si fa ricordare: in Colorado (America del nord), le truppe della locale milizia trucidano (è il 29 novembre) più di 150 nativi in quello che passa alla storia come il massacro di Sand Creek: nel 1981 Fabrizio De Andrè vi compone una famosa canzone.

Ma non solo: Abramo Lincoln (rieletto per il secondo mandato poco dopo) apre all'uso pubblico lo Yosemite park e Jules Verne pubblica "Viaggio al centro della Terra". L'Italia in quel 1864 firma la Convenzione di settembre con la Francia che, di fatto, getta le basi per quello che poi avverrà nel 1870 anche se proprio il trasferimento della Capitale del Regno da Torino a Firenze nel 1865 serve a garanzia della rinuncia italiana di invadere lo Stato Pontificio.

La storia, proprio quella che stiamo raccontando, ci ha poi detto che le cose andarono ben diversamente.

PORTA PIA - In quel 1864 si completa la prima fase di restauro voluta da Pio IX (Giuseppe Maria Mastai Ferretti) di una delle porte delle antiche della città. Lungo le mura Aureliana, c'è quella Porta Pia che il suo precedessore Pio IV (il milanese Giovanni Angelo Medici passato alla storia per aver concluso il Concilio di Trento) aveva costruito su disegno di un ormai ultraottuagenario Michelangelo al posto della vetusta Porta Nomentana (murata) nel 1565.freeTime1 ilmamilio

La porta, ancora fattivamente operativa all'epoca, fino al 1853 è però il rudere di quella del XVI secolo: a metterci mano, su incarico di Pio IX è l'architetto Virginio Vespignani che, in stile neoclassico, in qualche modo recupera anche l'orinario bozzetto michelangiolesco del quale però non restano che poche tracce ed una antica medaglia datata 1561.

Nelle nicchie al fianco del portale esterno vengono collocate due statue di Sant'Alessandro e Sant'Agnese: due santi non a caso. Il 12 aprile 1855 era infatti accaduto che Papa Pio IX con uno stuolo di cardinali al seguito avesse prima fatto visita alle catacombe di Sant'Alessandro, al VII miglio della via Nomentana e quindi fosse andato presso Sant'Agnese fuori le mura (sempre sulla Nomentana, a circa 3 chilometri fuori Porta Pia, all'epoca zona scarsamente abitata ed oggi invece servita anche dalla metropolitana, linea B1).

Lì il Papa si era intrattenuto a benedire i circa 100 allievi seminaristi del Collegio di Propaganda: mentre li stava ricevendo uno ad uno, il crollo di una trave aveva fatto sprofondare il pavimento lasciando però, nonostante un volo di oltre 5 metri verso il basso insieme alla sua sedia, Papa Pio IX praticamente incolume. E con lui tutti gli altri.

 

Memore di quello scampato pericolo, Pio IX nel 1864 fa piazzare le statue dei due santi di quel 12 aprile ai lati della porta e sulla stessa una lunga enorme iscrizione che così recita:

HIEROMARTYRIBVS MAGNIS ALEXANDRO PONT MAX AGNETI VIRG

QVORVM TROPAEIS VIA NOMENTANA NOBILITATVR

PIVS IX PONTIFEX MAXIMVS ANNO SACRI PRINC XIX

PORTAM PIAM NOVIS OPERIBVS COMMVNITAM EXORNATAM DEDICAVIT

DECESSORI INVICTO SOSPITATRICI SVAE

IOSEPHO FERRARIO ANTISTITE VRBANO PRAEFECTO AERARI

colline nuoto6 ilmamilio

Porta Pia nel 1864 si apre sulle Mura Aureliane tra l'antica via dell'Alta Semita e, verso l'esterno, la via Nomentana. E' una delle entrate alla Città sul lato nord-ovest più importanti di Roma.

Pio IX chiaramente non può saperlo, ma proprio da quella porta - o nelle immediate vicinanze - il 20 settembre 1870 le truppe italiane avrebbero fatto ingresso nella Roma papalina sancendo di fatto la fine dello Stato Pontificio e portando quasi istantaneamente la Capitale del Regno nella città dei papi.

Un po', si diceva, come se un condannato all'impiccaggione si fosse costruito da sé la forca e l'avesse anche abbellita, magari dedicando anche la macchina realizzata alla Beata Vergine.

 

LA MEDAGLIA - La medaglia qui riprodotta è stata emessa, come medaglia annuale, nel 1864 che è l'anno XIX del pontificato di Pio XI. Il conio ha un diametro tipico di questi anni (e di quelli a seguire), pari a quasi 44 millimetri: prodotta in oro, bronzo ed argento, ha in quest'ultima versione un peso di circa 34 grammi.

Al dritto figura il busto del Papa, con berretto, mozzetta e stola, rivolto a sinistra. Al rovescio compare il bel prospetto di Porta Pia per come è stata restaurata negli anni precedenti. Pio IX nel 1864 ha già 72 anni.

medaglia porta pia 2 ilmamilio

LA CURIOSITA' - Nella medaglia c'è qualcosa che... non torna. Nella lunga iscrizione che campeggia sulla porta, perfettamente leggibile con una lente d'ingrandimento, compare l'anno XIX che poi è quello dell'emissione della medaglia stessa e quello in cui il Papa intende celebrare il recupero dell'antica porta.

In realtà, sin dalle foto d'epoca del 1870 - quelle che immortalano le truppe italiane varcare l'ingresso a Roma da Porta Pia - che ai nostri giorni, l'anno di pontificato indicato è il XXIII, corrispondente a quel 1869 nel quale si ritengono (a pochi mesi dalla fine dello Stato pontificio) conclusi i lunghi lavori del restauro.

Tutto lascia intendere che, dunque, l'epigrafe sia stata modificata negli anni successivi al conio della medaglia.

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