Cacciatore (EV): “Mi ricandido in Regione. Marino? Non sarò io il federatore del campo largo a sinstra”

Pubblicato: Sabato, 02 Luglio 2022 - Redazione politica

MARINO (politica) - Marco Cacciatore fa il punto su quanto fatto in questi quattro anni alla Pisana e chiarisce i suo progetti futuri 

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In vista delle elezioni regionali, previste per il prossimo anno, ilmamilio.it ha intervistato l’onorevole Marco Cacciatore. Il brillante ex consigliere comunale marinese, nonché portavoce dell’ex sindaco Carlo Colizza, è stato eletto nel 2018 alla Pisana in sella al Movimento 5 Stelle. 

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Nel corso dell’esperienza consiliare, ha maturato la coraggiosa decisione politica di abbandonare il partito di Beppe Grillo passando al partito ambientalista di sinistra “Europa Verde”.

Archiviate le elezioni comunali. C'è da pensare ai prossimi appuntamenti. Si ricandida in Regione?

“Nel corso di questa Legislatura abbiamo portato a termine una serie di provvedimenti importanti per la nostra Regione, sempre tenendo a mente l’interesse delle comunità e con lo sguardo rivolto all’obiettivo della difesa dell'ecosistema. Oltre alla sostenibilità ambientale si è cercato di promuovere un equilibrio tra redistribuzione delle ricchezze – a partire da quelle naturali – fino a un esercizio dei diritti diffuso che molto spesso significa contrasto alla concentrazione di profitto in mano a pochi e a danno di tutto, tutte e tutti.

Sul versante legislativo, abbiamo iniziato con l’ampliamento dei confini del Parco Appia Antica, più tardi completato dall’unione col Parco dei Castelli romani, dando così corpo al sogno del grande Antonio Cederna di un corridoio verde che legasse il centro della Capitale ai Colli Albani senza soluzione di continuità. Abbiamo inoltre messo ordine nel caos normativo che durava da troppo tempo e che troppo spesso aveva aperto la strada ad abusi e insediamenti insostenibili – e che io chiamo speculazioni perché non servono assolutamente ai bisogni delle comunità - soprattutto in edilizia. Insediamenti che hanno deturpato preziose ricchezze naturali facendo la fortuna dei soliti pochi notissimi soggetti economici – come quella del Divino Amore, che siamo riusciti a scongiurare. Con il Piano Territoriale Paesistico Regionale (Ptpr), abbiamo dato certezza ai vincoli e dimostrato che, se oggi non si può più costruire ma i vincoli sono gli stessi dal 2007, evidentemente si è costruito troppo dove si poteva, troppo spesso prescindendo dalle esigenze sociali e della vita associata.

Per quanto riguarda il tema rifiuti, è stato messo a segno un Piano regionale che, pur non essendo perfetto, fornisce dopo anni di vuoto una cornice normativa per chiudere il ciclo dei rifiuti, adeguandosi alle norme nazionali ed europee e in modo rispettoso dei principi di sostenibilità, secondo una gerarchia di trattamenti che relega le forme più impattanti e insostenibili quale ultima opzione. In questa direzione va la legge a mia prima firma, approvata nel 2019, per favorire e incrementare una pratica come quella del compostaggio aerobico. A questo elenco, certamente non esaustivo, va aggiunta anche la Legge sulle Aree ad elevato rischio ambientale: LR 13/2019. Un provvedimento la cui applicazione permette di salvaguardare moltissimi territori sofferenti, in cui l’alterazione delle matrici ambientali può provocare disastri per la salute dei cittadini e per l’ecosistema: una legge che però, per quanto votata e accompagnata da atti di indirizzo e richiesta a gran voce dai territori, non è mai stata applicata.

I risultati mi soddisfano ma, come sempre quando ci si occupa di interesse pubblico, le battaglie non finiscono mai. Per dare continuità e far atterrare nel quotidiano vivere gli importanti risultati ottenuti in Aula, rispondo che sì, mi ricandido con tutte le forze.

Otto mesi fa a Marino è tornato un governo di centrodestra. Come vedi la Tua città?

Purtroppo, nel giro di pochi mesi, Marino ha già fatto parecchi passi indietro. Intanto, dal punto di vista della gestione politica, notiamo una scarsa capacità di amalgamare gli intenti e gli scopi fra le diverse componenti dell'attuale maggioranza. E poi, nello specifico, vediamo la raccolta porta a porta dei rifiuti farsi più problematica, progetti di impiantistica completamente arenati (a partire dal nuovo eco-centro). L'annoso problema del liceo artistico Mercuri, per il quale la precedente amministrazione aveva predisposto l'intervento di Città metropolitana - praticamente già pronto per la messa in opera - per la temporanea delocalizzazione della didattica. Dobbiamo invece attendere ancora l'inizio di quei lavori, perché per puri motivi di immagine si è mandato tutto a monte. Un centro anziani che - così come vuole la Legge - è stato assegnato ad una Associazione di promozione sociale e che per motivi non chiari vede l'assegnazione sospesa senza che vi sia né una formale revoca né una definizione col risultato di creare una situazione di incertezza permanente per i gestori e gli utenti. Questi sono solo i primi esempi, dopo un periodo di governo relativamente breve da parte della destra, che stanno già dando un primo assaggio della "Sindrome di Stoccolma" cui Marino ha deciso di assoggettarsi di nuovo.vivace3 banner ilmamilio

Si sente di nuovo parlare di "campo largo" alternativo alle destre anche a Marino, forse in maniera un po' tardiva. Più di qualcuno ti vedrebbe nel ruolo di federatore fra le varie anime di questo ipotetico campo largo. Rientra nei Tuoi piani?

Onestamente, no. Nel senso: non penso di essere la persona più adatta a svolgere questo tipo di lavoro. Soprattutto se il campo largo punta ad estendere il perimetro a destra. Detto questo, è evidente che le varie forze politiche di opposizione a Marino dovranno trovare un'intesa, anche per svolgere in modo più efficace il ruolo di opposizione in consiglio comunale.

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Non è facile perché le differenze ci sono e bisogna pure tener presente che alle elezioni marinesi queste forze si sono presentate in alternativa tra loro. Tuttavia penso che un confronto e uno sviluppo in senso unitario siano possibili. Se a livello nazionale sono piuttosto oggettive le difficoltà nella costruzione del cosiddetto “campo largo”, debbo invece dire che in Regione Lazio questo tipo di coalizione non solo "tiene" ma sta - come ho detto poc’anzi - ottenendo risultati importanti. Certo, un campo che si allarga a destra mi rappresenta poco, ma EV resta una forza politica con la sua identità, che a schiena dritta non rinuncia a dialogare nell'interesse della cittadinanza, ma parimenti sa dire di no quando viene messa in discussione la sua stessa natura politica e il senso che esprimiamo alla rappresentanza, da originari portatori delle esigenze ecologiste: oggi non più solo utili e sostenibili ma, in mezzo a tante emergenze che altro non sono che la naturale conseguenza dell'insostenibilità, sempre più urgenti, emergenti e necessarie.

 

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