Un altro pezzo di una storia tragica e maledetta che se ne va. E' morto in queste ore Angelo Licheri, l'uomo che si calò nel pozzo di Vermicino per tentare di salvare Alfredino Rampi. Era l'inizio dell'estate del 1981: Licheri, 77 anni e malato da tempo, si trovava in una clinica di Nettuno, vicino al mare. Quel mare da dove, lui originario da Sassari, era arrivato a Roma.
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Nel 1981 Licheri era un volontario, scelse di rispondere agli appelli di aiuto una volta appresa della tragedia di via Sant'Ireneo.
Angelo, dal fisico minuto e dalla volontà d'acciaio, si fece calare a testa in giù nel pozzo di Vermicino la notte tra venerdì 12 e sabato 13 giugno 1981. Alfredino era caduto nelle viscere della terra più di due giorni prima. Angelo arrivò a pochi centimetri da Alfredo Rampi, parlò con lui e nel tentativo di afferrarlo gli fratturò un polso.
Negli strazianti ricordi di questi 40 anni di dolore, Licheri si è più volte prestato a partecipare alle varie trasmissioni televisive che lo hanno invitato (in alto un frame di una sua partecipazione a "La vita in diretta" due anni fa): ed ogni volta, scosso dalla commozione, Licheri ha voluto sottolineare la rabbia e l'impotenza di quel solo arrivare a sfiorare il bimbo.
Angelo Licheri, semplice e gentile, ha sempre rifiutato l'etichetta di eroe.
"Eppure - ha ricordato più volte -, a guardare indietro so che sarebbe bastato così poco per salvarlo".
Oggi Angelo può finalmente abbracciare Alfredino.
A ricordarlo è anche il Comune di Nettuno sulla sua pagina istituzionale:
"Si è spento nella notte, all'età di 77 anni, Angelo Licheri il volontario che nel 1981 si calò nel pozzo di Vermicino in cui cadde e perse la vita il piccolo Alfredino Rampi di soli sei anni. Licheri ha vissuto a Nettuno negli ultimi 20 anni ed era ospite della Fondazione San Giuseppe.