11 maggio 1981: muore Bob Marley. La sua musica per l'amore, i diritti, l'uguaglianza, la libertà

Pubblicato: Martedì, 11 Maggio 2021 - redazione attualità

Poi la scelta della musica, di trasformare le sue emozioni nelle note. 

Nel 1964 Bob Marley, Bunny Livingston, Peter Tosh, Junior Braithwaite, Beverley Kelso e Cherry Smith fondarono un gruppo ska e rocksteady chiamato "The Juveniles"; più tardi, il nome fu cambiato in "The Wailing Rudeboys", quindi in "The Wailing Wailers"; nel 1966 Braithwaite, Kelso e Smith lasciarono la band, che modificò il nome in quello di "The Wailers" (ossia I Piagnoni). Da lì in poi la graduale scalata.

I brani di Marley sono diventati col tempo un inno alla libertà, non soltanto fisica, come quella cantata in tanti suoi testi, ad esepio ‘Redemption song’, una delle migliori creazioni, scritta durante la sua malattia, mentre combatteva contro il cancro che l’11 maggio del 1981 lo avrebbe ucciso.

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Nel 1975 la fama mondiale di "No Woman, No Cry", dall'album Natty Dread. Questo fu seguito dal successo dell’anno dopo, 'Rastaman Vibration', che rimase per ben quattro settimane nella top 100 della Billboard Hot 100 negli Stati Uniti. Nel corso della sua carriera, il cantautore e chitarrista ha inciso 17 album, dentro ai quali. singoli che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia della musica a livello mondiale: I Shot the Sheriff, Is This Love, Natural Mystic, One Love, Exodus, Catch a Fire, Could You Be Loved, Get Up, Stand Up, Three Little Birds, Jammin’, No More Trouble, Waiting in Vain,  Stir It Up.

Nel Luglio del 1977 si procura una ferita all’alluce destro, l’artista si convince di averla riportata durante una partita di calcio. Finché in un’altra partita, l’unghia si stacca. La diagnosi, agghiacciante, non lascia scampo: melanoma maligno.

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Dopo circa un anno, deciso a non fermarsi nonostante i problemi di salute, organizzò l”One Love Peace Concert’, mentre nel 1980 pubblicò 'Uprising', disco a forti tratti religiosi. In tour in Europa, il 27 giugno 1980 canta davanti a 100mila persone a Milano. Il 23 settembre 1980 tiene il suo ultimo concerto, allo Stanley Theater a Pittsburgh. 

Vola quindi in Germania, per un consulto medico: il cancro non gli dà scampo. I dreadlock vengono tagliati. Una decisione molto sofferta: lo fa mentre legge la Bibbia. In volo verso casa, è costretto a fermarsi a Miami per un peggioramento della salute. Qui muore la mattina dell’11 maggio 1981. Riceve i funerali di stato in Giamaica.

Per dire quanta traccia di sè abbia lasciato, verrà celebrato nella prossima stagione 2021-2022 dalla squadra dell’Ajax, di cui una delle maglie ufficiali è dedicata al re del reggae con i suoi colori rosso, giallo e verde su sfondo nero. 

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