A Frascati un polo scientifico-tecnologico tra i più avanzati al mondo grazie alla fusione nucleare. Enea: “Primato dell’Italia nel settore”

Pubblicato: Lunedì, 12 Aprile 2021 - Federico Smacchi

FRASCATI (attualità) - Continua la costruzione del DTT nel centro di ricerche frascatano con 7 nuovi partner tutti italiani. Entrano in corsa anche INFN e Università di Tor Vergata

ilmamilio.it - contenuto esclusivo 

Procede a ritmi serrati la costruzione del Divertor Tokamak Test nei laboratori dell’Enea di Frascati, città per la quale potrebbe passare una rivoluzione energetica di portata mondiale. L’obiettivo? La fusione nucleare controllata. Lo stesso processo fisico che alimenta le stelle potrebbe fornire al genere umano una fonte di energia praticamente inesauribile ma soprattutto pulita, cancellando virtualmente dalla scena energetica i combustibili fossili.

LEGGI ANCHE - "Frascati | L’Enea parte con la costruzione del DTT: per la fusione nucleare si inizia a fare sul serio"

Un reattore sperimentale in Europa esiste già, a Cadarache, nel sud della Francia. Si tratta del progetto ITER, che oltre all’Unione Europea coinvolge superpotenze come Russia, Cina e Stati Uniti. Il suo scopo è quello di dimostrare la possibilità di ottenere un plasma (un gas ionizzato) in grado di sopportare il processo di fusione per un tempo abbastanza lungo, che in termini scientifici equivale ad appena mille secondi. Siamo pertanto lontani da quell’energia inesauribile che potrebbe fornirci la fusione nucleare controllata. Per quella servirà un enorme passo in avanti, ma ecco che entra in gioco il DTT di Frascati.

parcoUlivi pubb3 ilmamilio

Il “divertore” in costruzione nei laboratori dell’Enea rappresenta lo stadio embrionale del più moderno e innovativo reattore DEMO, che secondo le previsioni degli scienziati consentirà di ricavare energia elettrica dalla fusione nucleare per un tempo indeterminato, idealmente per sempre. Il DTT pertanto non è un reattore, ne è però il componente fondamentale, tanto importante da richiedere un progetto a sé, con finanziamenti che superano il mezzo miliardo di euro.

Ma in cosa consisterà esattamente questo DTT? La risposta arriva dallo stesso centro di ricerche frascatano: “una struttura alta 10 metri con un raggio di 5, all’interno della quale saranno confinati 33 metri cubi di plasma alla temperatura di 100 milioni di gradi con un’intensità di corrente di 6 milioni di Ampere (pari alla corrente di sei milioni di lampade) e un carico termico sui materiali fino a 20 milioni di watt per metro quadrato (oltre due volte la potenza di un razzo al decollo). Gli oltre 40 km di cavi superconduttori di niobio, stagno, titanio - distanti solo poche decine di centimetri - saranno invece a 269 °C sotto zero”.

sportage pronta consegna mamilio aprile

E a che punto è invece la costruzione? Per ora, fa sapere il presidente Federico Testa, Enea ha già assegnato 85 milioni di euro in contratti per la fornitura di materiali hi-tech superconduttivi e con i prossimi bandi internazionali, previsti per quest’anno, Frascati diverrà ufficialmente un polo scientifico-tecnologico tra i più avanzati al mondo, con ricadute occupazionali ed economiche davvero notevoli: si stimano almeno 1500 nuovi posti di lavoro e 2 miliardi di euro in più nel sistema grazie ai numerosi attori coinvolti.

Attori che recentemente hanno visto delle new entry illustri, tutte italiane. L’INFN di Frascati, il CNR e l’Università di Roma Tor Vergata, per rimanere sul territorio, ma anche il Politecnico di Torino, la Bicocca di Milano e l’Università della Tuscia a Viterbo. In ultimo, e forse il più importante, l’entrata nel progetto del Consorzio RFX con sede a Padova, che rappresenta l’Italia nella realizzazione del già citato reattore ITER. L’ingresso di nuovi soci, come sottolineato dallo stesso Testa, porterà un grande valore aggiunto nella corsa alla fusione, che dovrebbe arrestarsi nel 2050, anno previsto per l’entrata in funzione del reattore DEMO.

viscusi

Rivoluzione energetica sì, ma anche una corsa contro il tempo. Sono diversi gli studi che vedono il 2050 come l’inizio della fine, il collasso del sistema pianeta a causa del cambiamento climatico. Una ricerca di due anni fa presentata da alcuni ricercatori del National Center for Climate Restoration, in Australia, prevede scenari agghiaccianti (ma tutt’altro che freddi): ondate di calore periodiche, inaridimento, migrazioni climatiche, la zona del Mediterraneo che diventa invivibile insieme a quel 35% della superficie terrestre dove vive più della metà della popolazione mondiale.

Insomma, se da una parte è innegabile affermare che le scoperte scientifiche ci stanno portando verso un mondo nuovo, è altrettanto concreto il rischio di non avere più alcun mondo in cui applicarle. In parole povere, se non cambia l’atteggiamento delle multinazionali e dei policy makers (i politici e i burocrati), neanche la fusione nucleare controllata potrà salvarci da una crisi climatica annunciata.

Foto tratta dal canale Youtube di Enea.

padel69 freeTime ilmamilio

tennis colline ilmamilio