STORIE & METALLO - Il Canale di Suez ieri ed oggi: storia di un'opera faraonica con firma italiana

Pubblicato: Domenica, 28 Marzo 2021 - Marco Caroni

suez1 ilmamilioROMA (storie & metallo) - Il lungo percorso marittimo artificiale inaugurato quasi 152 anni fa oggi torna in prima pagina. Quel 17 novembre 1869 c'erano anche l'imperatore Francesco Giuseppe e l'imperatrice francese Eugenia

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Le incredibili cronache di questi giorni riportano, ancora una volta, al centro delle attenzioni internazionali una delle opere idrauliche più importanti e di rilievo mai compiute dall'uomo: il canale di Suez.

Un'opera dall'importanza capitale, capace di creare ricchezze e commerci, di mettere in comunicazione - come da centinaia di migliaia di anni non accadeva - il mar Mediterraneo e il mar Rosso e quindi l'Oceano Indiano con l'Oceano Atlantico senza circumnavigare il lontanissimo Capo di Buona Speranza.parcoUlivi pubb3 ilmamilio

La povera nave rimasta incagliata tra il Grande lago amaro e il Golfo di Suez (la gigantesca Evergreen carica di centinaia di container), in uno dei tratti rimasto a "senso unico alternato" del canale, ha dunque non solo paralizzato i traffici commerciali lungo una rotta che ogni hanno vede lì transitare il 7% delle navi mondiali, ma ha anche permesso indirettamente di far conoscere e riscoprire quest'opera a chi, finora, ne aveva poco sentito parlare.

Ebbene.

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NAPOLEONE - Se l'idea di tagliare in qualche modo l'istmo di Suez è vezzo antico e pur parzialmente realizzato ai tempi dei faraoni (e poi dei romani), già Napoleone - che non se ne fece mancare mezza - vagheggiava il sogno di aprire una nuova importante rotta commerciale proprio attraverso l'Egitto. Idea che però i suoi scenziati, che sbagliavano di grosso, contribuirono in maniera decisiva a fargli passare: il dislivello tra i mari di Port Said (Mediterraneo) e Suez non era di 9 metri come l'élite della scienza francese aveva ipotizzato ma di pochi centimetri. Trascurabile dunque.

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DOPO IL 1850 - Se ne riparlò seriamente a Napoleone bell'e morto e con sul trono di Francia il di lui nipote, Napoleone III: proprio la Francia fu la Nazione che prese le redini dell'impresa, mise la firma sul Canale grazie alla realizzazione ad opera di Ferdinand de Lesseps grazie però ai progetti dell'ingegnere trentino Luigi Negrelli (originario di Fiera di Primiero), all'epoca dei fatti suddito di sua Maestà imperiale Francesco Giuseppe d'Austria e Ungheria che però non potè avere l'onore della effettiva direzione dei lavori per il Canale essendo scomparso nel 1858 a Vienna.padel69 freeTime ilmamilio

La portata dell'opera fu da subito a tutti evidente: il Canale originario, realizzato in diversi tronconi che collegano i laghi Amari, era lungo 164 chilometri, profondo 8 metri e largo 53. Il parziale raddoppio completato nel 2015 ed altri successivi interventi ne hanno modificato le dimensioni, consentendo oggi il transito medio di 80 navi al giorno con un pescaggio di 20 metri.

Vale a dire che tra Port Said e Suez oggi sfilano lenti, in carovana, dei veri e proprio mostri del mare.

 

L'INAUGURAZIONE - A due anni dalla fine dei lavori, costati centinaia di vite tra gli operai soprattutto a causa del clima, delle carestie e delle malattie, il 17 novembre 1869 il Canale di Suez venne inaugurato con una sontuosa cerimonia che vide partecipi non solo l'imperatrice Eugenia di Francia (moglie di Napoleone III) a bordo del panfilo Aigle ma anche lo stesso Francesco Giuseppe sul SMS Greif, una corvetta mandata poi in pensione diversi anni dopo e che in quell'occasione rappresentò l'imbarcazione più grande presente.

Alla sfilata dell'apertura, conclusa il 20 novembre con l'arrivo delle navi a Suez, presero parte anche molti altri regnanti d'Europa, dalla Prussia alla Russia, ai Paesi Bassi.

E l'Italia? Fece la sua parte, e non trascurabile. Negrelli a parte, già il Regno di Sardegna ma anche il neonato Regno d'Italia parteciparono all'impresa soprattutto sul piano progettuale. Tra gli italiani invitati personalmente dal chedivé d'Egitto, Ismāʿīl, alla cerimonia del 17 novembre era presente Domenico Chiodo, Generale del Genio militare per la Marina già artefice del primo Arsenale Militare Marittimo della Marina alla Spezia.

C'E' DI PIU' - Non insensibile (tutt'altro) al fascino dell'opera, Ismāʿīl avrebbe voluto coronare il giorno dell'apertura del canale con una sontuosa opera musicale. E così lunghi furono i corteggiamenti a Giuseppe Verdi con una importante offerta in denaro per la realizzazione delle musiche: il compositore emiliano rifiutò di comporre su commissione e così ad impreziosire il 17 novembre fu Johann Strauss II. Verdi si sarebbe fatto perdonare poche settimane dopo, alla vigilia di Natale, portando al teatro chediviale dell'Opera de Il Cairo (appena aperto e distrutto nel 1971 da un incendio) il debutto della sua straordinaria Aida.

SU METALLO - Tra le medaglie, soprattutto francesi (ma non solo) che celebrano l'evento, ce n'è anche una - bellissima - austriaca. Al dritto (qui sotto) campeggia un Francesco Giuseppe ancora giovane con testa coronata d'alloro ma con la barba già acconciata al modo che l'accompagnerà sino alla morte, nel 1916.

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Al rovescio, una figura allegorica femminile rappresentante l'Egitto siede su una sfinge: sullo sfondo, a sinistra, le tre piramidi della piana di Giza e, a destra, un'imbarcazione a vapore (e a vale) a rappresentare il collegamento navale.

L'iscrizione al rovescio "ADVENTVS AVGVSTI IN AEGIPTVM OB APERIVNDAM FOSSAM SVEZIANAM MDCCCLXIX" completa la faccia di una medaglia dal grande modulo (circa 70mm) e di oltre 130 grammi di peso, almeno nella versione in bronzo qui rappresentata.

Ieri come oggi, dunque, il Canale di Suez riesce a catturare (ma molte altre volte è accaduto, comprese diverse crisi internazionali) l'attenzione del mondo. E le prime pagine dei giornali.

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