Albano | Presidio e sit in per la scuola in piazza San Pietro. Genitori, insegnanti, studenti, personale scolastico in strada

Pubblicato: Venerdì, 26 Marzo 2021 - redazione attualità
 
  • ALBANO LAZIALE (attualità) - Proteste anche nei Castelli Romani

     

    ilmamilio.it

     

    Stamattina, per lo SCIOPERO DELLA SCUOLA, c'è stato anche un presidio ad Albano, in piazza San Pietro, dalle 10 alle 13. 

     

    Ecco la nota degli organizzatori del Collettivo "Castelli a Scuola". 

     

    Ad un anno dall'inizio della pandemia, non è andato tutto bene. Centinaia di milioni di euro pubblici sprecati per l'acquisto di banchi singoli e sedie a rotelle. Ora ci si ritrova di nuovo con tutte le scuole e le università chiuse. Con bambini/e, adolescenti e ragazzi/e che stanno perdendo non solo le capacità di apprendimento, perché la D.A.D. non può sostituire la didattica in presenza, ma anche quelle relazionali, emotive, rischiando seri problemi psicofisici.


    Si doveva investire con le assunzioni di personale docente e non docente, reperire spazi inutilizzati e sistemare quelli già esistenti, fornire un trasporto pubblico decente e una prevenzione sanitaria territoriale adeguata. Non solo nulla di tutto ciò è stato fatto ma non è neanche previsto che ciò avvenga, dato che l'Ufficio Scolastico Regionale a breve assegnerà gli organici per le scuole sulla falsariga di quelli attuali (così come prevede la legge Gelmini dal 2008) e le facoltà di scienze mediche resteranno ancora a numero chiuso.

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    E' necessario far riprendere il prima possibile il funzionamento della scuola e delle università in presenza, invece anche nel nostro territorio la ASL RM6 annuncia che alcuni psicologi devono far fronte in telemedicina alla moltiplicazione dei casi di ansia, panico e depressione tra gli adolescenti provocati dalla prolungata chiusura scolastica e dall'assurda pretesa di “fare scuola” in videoconferenza.


    Così, dopo 6 ore di DAD., tutti i giorni, da un anno, l'idea geniale della ASL è quella di far proseguire il ragazzo o la ragazza che necessita di sostegno davanti a uno schermo con uno psicologo. La DAD/DDI non può e non deve diventare la normalità. La telemedicina non è CURA.

     

    Non si tratta di rifiutare la tecnologia, non vogliamo teleconferenze per impartire nozioni, non vogliamo che la scuola imposta dai governi di tutti i colori non prenda in considerazione le istanze sociali e psicopedagogiche ma tenga presente solo le richieste imprenditoriali imposte dai mercati e dalle multinazionali (con l'introduzione dell'Alternanza Scuola Lavoro ora denominata PCTO, l'INVALSI e la DAD).


    Attraverso questi strumenti coercitivi si vuole pianificare disciplinamento e subordinazione alle necessità di quei soggetti economici, artefici anche e soprattutto della devastazione del pianeta e dell'emergenza sanitaria. La tecnologia è usata come mezzo di controllo sociale su chi lavora e sugli studenti, e servirà per attuare una riduzione di personale docente e amministrativo sempre più precarizzato ma con mansioni multiple e disponibilità h24.


    La scuola, la sanità e i trasporti pubblici erano già prima della pandemia al collasso, grazie ad anni di tagli e di blocchi del turnover al 20%, attuati o non cancellati da ogni governo. E così ci ritroviamo a 13 anni dalla famigerata riforma Gelmini- Brunetta-Tremonti che mobilitò milioni di studenti e lavoratori, di nuovo con Gelmini e Brunetta al governo senza che ci sia uno straccio di giornalista che abbia chiesto loro conto se si vergognassero di aver attuato le leggi che hanno messo in ginocchio i settori pubblici e, al contempo, garantendo miliardi di euro ai medesimi settori privati.


    Saremo in piazza tutti insieme, insegnanti, personale A.T.A., studenti e genitori per evitare che l'emergenza diventi normalità, rivendicando assunzioni di personale per garantire il raddoppio delle classi, con grossi benefici non solo per la lotta al Covid ma anche per la socialità e la didattica. Riteniamo necessario l'internalizzazione a tempo indeterminato di chi si trova a scuola ma è “esterno” o precario, l'aumento e l'incentivazione all'uso del trasporto pubblico, la messa insicurezza degli edifici esistenti e il recupero di quelli dismessi e un'assistenza sanitaria territoriale che prevenga sia questo maledetto virus che le altre malattie, ampiamente trascurate ma molto presenti anche a causa delle speculazioni che generano nocività ambientali.

     

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    Ed ai Castelli Romani di acque all'arsenico,discariche, impianti a combustione per i rifiuti, traffico aereo e veicolare, cementificazione, radon ed elettrosmog ne abbiamo in abbondanza, molto più di porchetta e romanella. E' evidente come la dismissione di strutture sanitarie pubbliche a vantaggio di quelle convenzionate private mentre le USL venivano trasformate in Aziende Sanitarie ha peggiorato la qualità della vita della sempre più numerosa popolazione. Manifesteremo anche contro le gerarchie di quei sindacati che tentano di imbavagliare le lavoratrici e i lavoratori, già impossibilitati lo scorso 8 marzo a poter partecipare allo sciopero generale transfemminista nonostante la scuola sia ancor di più diventata un luogo dove le differenze di genere pesano notevolmente.


    Scioperiamo e invitiamo gli/le alunni/e i genitori a disconnettersi dalle piattaforme che “erogano” la DAD La salute e l’istruzione non sono né merci né servizi: fuori il profitto da scuola e sanità! Collettivo “Castelli a Scuola --- http://castelliascuola.noblogs.org --- Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.