Frascati, Enea | Indagini del futuro, realtà aumentata e reti di sensori sulla scena del crimine: al via i primi test dei carabinieri

Pubblicato: Sabato, 06 Febbraio 2021 - Federico Smacchi

impronta digitale enea ilmamilioFRASCATI (attualità) - Gli investigatori avranno a disposizione strumenti ipertecnologici per studiare tracce e indizi

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Sembra di stare tra le righe di un giallo ambientato nel futuro, dove ai detective basta un click su un dispositivo ipertecnologico per catalogare prove, tracce e indizi. O in una di quelle serie tv americane dove la scientifica ha a disposizione sistemi talmente all’avanguardia da sembrare irrealistici, con l’infallibile commissario di turno che viene immerso in una riproduzione tridimensionale della scena del crimine. Tutto questo, grazie all’Enea di Frascati, sta per diventare realtà.

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Il Centro di ricerche frascatano è infatti a capo di un interessante progetto europeo chiamato “RISEN”, nato per innovare profondamente il mondo dell’indagine forense. 12 paesi, ben 20 partner coinvolti, per l’Italia c’è anche il Ministero della Difesa, l’Università di Bergamo e il consorzio “CREO”, con sede all’Aquila.

Tanti gli attori coinvolti, ma la “lion share” degli strumenti in questione vedrà la luce sul nostro territorio, nei laboratori dell’Enea di Frascati. Le prime indiscrezioni parlano di quattro diversi sensori che serviranno a identificare, selezionare ed etichettare digitalmente le tracce su cui investigare. “Grazie alla rete di sensori contactless, sarà possibile effettuare accertamenti sicuri, rapidi e approfonditi direttamente sul luogo dove è avvenuto il crimine, ottimizzando il rilevamento, l’identificazione e l’interpretazione delle tracce rinvenute”, spiega Roberto Chirico, coordinatore del progetto.

 

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Non solo. Oltre ai sensori, il team di ricerca svilupperà un sistema di indagine 3D che permetterà di ricostruire la scena del crimine in versione virtuale facendo ricorso a tecniche di realtà aumentata. “In questo modo forniremo agli investigatori un ambiente ‘immersivo’ dove valutare ipotesi e condurre indagini molto accurate, avendo a disposizione una scena del crimine in 3D quanto più realistica possibile, con la localizzazione delle tracce analizzate dai sensori”, aggiunge Chirico.

Una serie di apparecchiature che avrebbero fatto certamente comodo a Rick Deckard, l’Harrison Ford del celebre film Blade Runner. A testarle però saranno gli agenti del “RaCIS”, il Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche, che avranno a disposizione le nuove tecnologie in via sperimentale.

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Cosa cambierà nell’approccio investigativo? Il grande vantaggio di queste innovazioni riguarderà principalmente il fattore tempo. I metodi tradizionali della scientifica forense richiedono giorni, a volte settimane per fornire agli investigatori quei risultati che possono cambiare radicalmente il corso di un’indagine.

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I sensori e la realtà aumentata velocizzeranno tutti i processi analitici “congelando” le prove nei database e rendendole sempre accessibili. Un’innovazione non da poco visto che spesso, nelle scene del crimine più disastrate come quelle degli attacchi terroristici, agenti chimici e altri fattori ambientali compromettono tracce che potrebbero rivelarsi fondamentali per risolvere un caso.

Sangue, saliva, esplosivi, polvere da sparo, droga e fibre di vario genere. Ogni genere di indizio, anche il più piccolo, non sfuggirà alla lente d’ingrandimento di commissari e ispettori.

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