Grottaferrata - "Curiamo gli alberi per preservare gli uomini e il territorio"

Pubblicato: Mercoledì, 06 Gennaio 2021 - redazione attualità

 

Maltempo: pino sul tetto di una villa a Grottaferrata. Interventi Vigili  del Fuoco e Protezione civile nei Castelli RomaniGROTTAFERRATA (attualità) - Una riflessione per la conservazione delle essenze arboree del territorio

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Riceviamo e pubblichiamo:

"L’inizio del nuovo anno ha visto finalmente l’avvio della campagna vaccinale con le solite polemiche che imperversano pur di imperversare e far parlar di sé. Un vaccino che speriamo porti maggiore serenità a tutti nel più breve tempo possibile.

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Sul nostro territorio, negli stessi giorni, a Grottaferrata sono invece caduti due pini marittimi a Via Cassani e al Parco Traiano, mentre un altro è stato volutamente abbattuto su Viale I Maggio. Si tratta di alberi ad alto fusto di per sé sani, ma le cui radici non tengono al peso delle fronde gravate dal carico di piogge torrenziali e vento.

Queste poche righe non vogliono aprire una diatriba, né accusare qualcuno di quanto accaduto e di quanto, speriamo il meno possibile, continuerà ad accadere visto l’aumento di eventi atmosferici imprevedibili. Si vuole piuttosto aprire una riflessione più ampia sull’imminenza del pericolo che rischiano di correre le persone se cade un albero di così alto fusto, ma anche delle considerazioni in merito al depauperamento del verde che ne scaturirebbe se non si intervenisse - nel breve periodo - con uno sfoltimento diffuso di questi monumenti naturali. Dai dintorni di Viale I Maggio al Parco di Patmos per i pini, da Viale Dusmet al Parco della Madonnella per la querce, ma non solo, il lavoro da fare e gli impegni di spesa appaiono notevoli!

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I pini e le querce più resistenti, ma in ogni caso soggette ad abbattimento, non solo abbelliscono, arredano e rendono più piacevole Grottaferrata e in genere tutti i Castelli Romani, ma li differenziano notevolmente, ancor oggi, da altre periferie ben più malconce e prive di verde. Basta girare dalle parti di Tor Vergata per rendersene conto. Vivere nel bello è un privilegio di non poco conto.

Se col passare degli anni abbiamo lasciato che si abbattessero villini di pregio del primo novecento per farne appartamenti e fermando questa infausta scelta con notevole ritardo, quando cioè la maggior parte del danno era già avvenuto, non dobbiamo fare oggi lo stesso con il verde pubblico. Operare subito uno sfrondamento (o potatura) dei pini che hanno radici più fragili, resta prioritario. Quindi abbattere – a malincuore – quelli più a rischio e improntare un piano di sostituzione o nuova piantumazione (di piante autoctone quali ad esempio i lecci) che dir si voglia.

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Non solo, il compito di curare potando e sfrontando potrebbe ad esempio essere affidato ai privati che hanno un albero davanti alla propria casa seppur su strada – all’interno di linee guida ben definite – e che desiderano adottarlo prendendosene cura nelle more della burocrazia. E’ chiaro che un terreno estremamente bagnato rende le zolle più soggette a sfaldarsi, ma un alleggerimento delle chiome, forse insieme a delle strutture appositamente create, renderebbe il rischio meno urgente. Evitiamo la piorrea del nostro suolo già da tempo troppo maltrattato. Esiste una nuova normativa che preserva sia gli alberi, sia il paesaggio; lo dice poi la Costituzione stessa all’articolo 9: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Se la piorrea avesse la meglio avremmo forse più luce nelle case, ma un caldo infernale d’estate, meno frinir di cicale e fruscio di foglie, autunni in bianco e nero e, certamente, meno ossigeno a disposizione.

Si dice che il Covid attecchisca meglio dove l’aria è più insalubre e dato che non conosciamo il futuro che verrà, cerchiamo, per quanto possibile, di preservare l’incolumità degli uomini in primis, e del verde poi, tentando di trattare questi splendidi pachidermi come avi degni di rispetto, di cure e di attenzioni

Veronica Arpaia".

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