STORIE | La Piramide Cestia e la leggenda della tomba di Remo

Pubblicato: Domenica, 20 Dicembre 2020 - Giulia Bertotto

ROMA (attualità) - La presenza di un monumento sepolcrare a forma di piramide a Roma, si deve probabilmente al fatto che l'Egitto era divenuto provincia Romana nel 30 a.C.

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La Piramide Cestia o Piramide di Caio Cestio è un monumento in stile egizio davvero antichissimo, venne infatti costruito tra il 18 e il 12 a.C.

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Essa venne edificata come monumento funebre per Gaio Cestio epulone, un pretore tribuno della plebe degli epuloni (antico collegio sacerdotale della Roma pagana) magistrati che avevano il compito di organizzare i banchetti sacri.

La presenza di un monumento sepolcrare a forma di piramide a Roma, si deve probabilmente al fatto che l'Egitto era divenuto provincia Romana nel 30 a.C (età Augustea) quindi poco prima della sua edificazione.

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L'estetica egizia a Roma non è una rarità, sappiamo infatti che la capitale è la città che ospita il maggior numero di obelischi egizi al mondo e anche il più alto obelisco interamente edificato al mondo. È alta 36,40 m e la sua base quadrata è ampia 30 metri. La sua mole è imponente, nonostante la sua altezza oggi appaia ridotta, perché il livello stradale è stato rialzato.


Il calcestruzzo è un elemento importante nella sua architettura perché ha permesso di darle una forma più acuta e slanciata con la stessa quantità di materiale con cui si sarebbe costruita una piramide di Giza, il celebre e meraviglioso complesso di piramidi nella periferia del Cairo. Ma cosa c'è all'interno della piramide?

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Un'unica camera sepolcrare alta 4,80 m che costituisce poco più del 1% del volume totale del monumento. Sono presenti raffinati affreschi di terzo stile (detto anche stile ornamentale) su fondo bianco con figure di Vittorie alate sul soffitto.

La piramide con la sua forma esotica fu molto ammirata nella storia, in particolare nel Seicento, mentre nel Medioevo la tradizione la identificava come piramide meta Remi collegandola alla piramide meta Romuli che si trovava nel rione San Pietro. Le due piramidi erano rispettivamente, secondo la leggenda, la tomba di Remo e Romolo, i fratelli della fondazione mitica.

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L'architetto Francesco Borromini propose perfino un progetto per trasformare la camera funeraria in chiesa ma non ebbe mai realizzazione. Attualmente è inglobata nel circuito delle Mura Aureliane. Sulla facciata c'è un'iscrizione che comunica ai viandanti che la ammirano che i lavori di costruzione durarono 330 giorni.

Grazie ai restauri della Soprintendenza Archeologica di Roma l'interno è attualmente visitabile.

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