A cosa giocavano bambini e adulti nell’antica Roma?

Pubblicato: Lunedì, 16 Novembre 2020 - redazione attualità

colosseo luna roma ilmamilioROMA (attualità) - Ci sono anche giochi che non ti saresti mai aspettato...

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Non è un segreto che anche a bambini e adulti dell’antica Roma piacesse giocare ma ciò che risulta interessante è rendersi conto di quanti giochi sono passati di generazione in generazione e di epoca in epoca per arrivare fino all’attualità, giochi a cui tutti abbiamo preso parte almeno una volta nella vita, perlomeno fino a prima dell’arrivo di videogiochi e giocattoli elettronici.

Di seguito approfondiremo questo argomento analizzando la storia di alcuni dei giochi più popolari dell’antichità e scopriremo inoltre quali sono le origini di alcuni dei giochi per adulti a cui oggi è possibile partecipare accedendo a portali come i casinò online; in effetti oggigiorno giocare a blackjack online o ad altri giochi come poker o roulette è accessibile a tutti, basta avere un dispositivo che si connette ad internet per prendere parte a emozionanti partite con giocatori che possono trovarsi all’altro capo del mondo.

Come facciamo a sapere a cosa e come giocavano gli antichi romani? Abbiamo a disposizione diverse fonti di informazione: testi antichi scritti in latino e greco, ritrovamenti archeologici e confronto con giochi e giocattoli attuali.

Ai bambini romani, come ad ogni bambino di qualsiasi epoca, piaceva giocare. Sia i maschi che le femmine appartenenti a classi sociali agiate ricevevano una buona educazione e imparavano a scrivere, a leggere e a comportarsi adeguatamente in società, tuttavia passavano anche del tempo a divertirsi con giochi e giocattoli. Anche i bambini di famiglie meno abbienti, per quanto aiutassero i genitori sul lavoro, trovavano il tempo di giocare spesso imitando attività quotidiane tipiche della loro classe sociale. Ad esempio, riunivano piccole pietre imitando l’esercizio di riunire greggi, edificavano casette, fingevano di arare campi, legavano topolini a piccoli carretti, ecc.

Molti dei giochi dell’epoca dell’Impero avevano a che fare con la sorte: dadi, monete, testa o croce, dama, morra, sin da bambini i romani prendevano dimestichezza con queste dinamiche di gioco.

Giochi e giocattoli per bambini dell’epoca romana

Vediamo alcuni dei giochi più particolari che testimonianze scritte e i reperti ritrovati in scavi archeologici ci testimoniano che fossero giochi tipici di bambini dell’antica Roma.

  • Pares o nones”: un giocatore racchiudeva nel pugno pietruzze o bastoncini e invitava un altro a indovinare se fossero pari o dispari, l’interpellato vinceva se azzeccava la risposta.
  • La mosca di bronzo: un bambino veniva bendato e urlava “caccerò la mosca di bronzo”, gli altri rispondevano: “la caccerai ma non la intrappolerai!” e correvano cercando di non farsi prendere, una versione antica della più rinomata “mosca cieca”.
  • Caput aut navis” (testa o nave): in alcune monete compariva su un lato la testa di “Jano” e nell’altra la parte di una nave, giocavano proprio come facciamo ai nostri tempi a “testa o croce”.
  • Il gioco del “Mormolycion”: una persona si nascondeva dietro a una porta con indosso una maschera e spaventava a sorpresa chi arrivasse.
  • Micare” significa muoversi rapidamente. Nel gioco del “micatio” due giocatori posti uno di fronte all’altro a una distanza opportuna alzavano la mano destra con alcune dita tese e altre ripiegate, allo stesso tempo dovevano dire un numero a voce alta, chi indovinava la somma di dita alzate tra i due giocatori vinceva.

Giochi per adulti, scommesse nell’antica Roma

Per quanto abbiamo appena elencato alcuni giochi tipici dell’infanzia bisogna tenere conto che il gioco era una attività considerata molto affascinante anche dagli adulti di qualsiasi classe sociale. Secondo l’autore Svetonio sappiamo che Augusto scommetteva con una certa frequenza ma quantità modeste di denaro mentre Nerone era solito scommettere una quantità minima di sesterzi che era l’equivalente necessario per trasformare un uomo in cavaliere; Claudio scrisse addirittura un libro sulla materia. I meno abbienti come gli operai giocavano a dadi quando il maltempo gli impediva di procedere con opere di costruzione all’aperto.

Esistevano diverse modalità di gioco, l’opzione più semplice prevedeva scommettere qualcosa con giochi di diverso tipo, vediamone alcuni di seguito.

  • Micatio: lo abbiamo già visto elencando i giochi per bambini, era una sorta di morra cinese in cui vinceva chi indovinava il numero di dita alzate. Si diceva che un autentico uomo onesto poteva giocare a “micatio” anche al buio.
  • Altri giochi più complessi includevano il “Duodecim scripta”, una versione antica del Blackgammon.
  • Latrunculi: ricordava gli odierni scacchi.
  • Tabula: un gioco che richiedeva un tavoliere che si trovava spesso nelle taverne.

Purtroppo non è facile ricavare le regole di alcuni giochi perché nei documenti sopravvissuti al tempo non se ne è trovata traccia ed è difficile credere che le regole siano rimaste uguali per secoli e che questi giochi venissero giocati allo stesso modo in tutto l’impero romano.

  • Per giocare a “Aliossi” o “Astragali” si utilizzavano delle specifiche ossa delle zampe di alcuni quadrupedi, venivano tirate di quattro in quattro e si scommetteva su che combinazione sarebbe uscita, visto che al lato di ogni ossicino veniva assegnato un simbolo.
  • I dadi furono un gioco popolarissimo in epoca romana
  • L’attuale roulette che siamo soliti vedere nei casinò tradizionali ed online ha le sue origini tra i militari romani che utilizzavano le ruote dei loro carri oppure i loro scudi contrassegnandoli con oggetti o numeri per fare scommesse su quale sarebbe “uscito”.

Come veniva percepito lo sfidare la sorte con i giochi in epoca romana? Bisogna sapere che in un tempio romano in Turchia è stata ritrovata una colonna in cui venivano interpretate le possibili combinazioni del gioco degli Aliossi in chiave oracolare, come se a un risultato corrispondesse la previsione del futuro di chi aveva appena giocato.

Un proverbio diceva che “dobbiamo dominare la nostra buona fortuna o altrimenti lei dominerà noi”. A quanto pare, secondo i romani la fortuna poteva essere influenzata; percepire il mondo in questo modo lasciava spazio alla speranza e all’intervento individuale. Le persone credevano che attraverso il gioco avrebbero potuto migliorare la loro condizione modesta.

Oggigiorno ci si ritrova a studiare il valore pedagogico di giochi e videogiochi, abbiamo visto che l’attività ludica è qualcosa che fa parte dell’uomo da epoche remotissime e che alcuni dei giochi a cui possiamo prendere parte oggi grazie ad internet hanno radici antichissime.